Radioterapia nel trattamento del tumore alla prostata, studio pavese apre nuove strade terapeutiche
Un nuovo studio italiano conferma l'efficacia della radioterapia anche nelle fasi avanzate della malattia, aprendo nuove possibilità terapeutiche
Radioterapia nel trattamento del tumore alla prostata: un nuovo studio del San Matteo di Pavia conferma l'efficacia della radioterapia anche nelle fasi avanzate della malattia, aprendo nuove possibilità terapeutiche.
Il tumore alla prostata
Ogni anno, in Italia, circa 40mila uomini si trovano a dover affrontare una diagnosi di tumore alla prostata. Una neoplasia che colpisce principalmente gli uomini over 50 e che, grazie ai progressi nella diagnosi precoce e nelle terapie, offre oggi ottime possibilità di trattamento.
Ora una ricerca innovativa offre nuove speranze per i pazienti con tumore alla prostata, soprattutto in stadio avanzato. Un gruppo di esperti della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia ha infatti pubblicato uno studio che dimostra l'efficacia della radioterapia anche nelle forme metastatiche della malattia.
Lo studio
Lo studio, pubblicato sulla rivista Practical Radiation Oncology, ha fatto luce sull'importanza della radioterapia nel trattamento del carcinoma prostatico metastatico ormonosensibile, una delle forme più gravi di questa malattia. Grazie a tecniche moderne e terapie sempre più mirate, oggi i pazienti con tumore alla prostata hanno più opzioni terapeutiche rispetto al passato.
La radioterapia, tradizionalmente utilizzata per i tumori localizzati, ha dimostrato una straordinaria efficacia anche nelle fasi più avanzate, dove prima si puntava solo su trattamenti sistemici come la chemioterapia o la terapia ormonale.
Andrea Lancia, medico della Radioterapia Oncologica presso la Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia e primo autore dello studio, ha spiegato che la radioterapia gioca un ruolo cruciale anche nei pazienti con carcinoma prostatico metastatico, in particolare per quelli con "malattia oligometastatica", caratterizzata da poche metastasi. La combinazione di radioterapia e altri trattamenti, come la terapia ormonale, ha dimostrato di migliorare la sopravvivenza e di rallentare l'evoluzione della malattia.
Trattamenti sempre più personalizzati
Lo studio pavese si inserisce in un contesto di grande evoluzione tecnologica. Negli ultimi anni, le apparecchiature per la radioterapia sono diventate più precise e veloci, permettendo di somministrare dosi mirate con una precisione senza precedenti. Questa innovazione non solo aumenta l'efficacia del trattamento, ma riduce anche gli effetti collaterali, rendendo la terapia meno invasiva e più tollerabile per i pazienti.
Marco Krengli, presidente dell'Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia Clinica (AIRO) e direttore della Radioterapia all'Istituto Oncologico Veneto, sottolinea che la radioterapia viene oggi prescritta a circa il 70% dei pazienti oncologici, spesso in combinazione con altre terapie. Per i pazienti con metastasi limitate, la radioterapia rappresenta una soluzione altamente efficace e meno invasiva rispetto ad altre opzioni come la chirurgia.
La pratica clinica
Il contributo del team pavese non si limita solo all'aspetto teorico, ma si traduce anche in indicazioni pratiche che aiuteranno i medici di tutto il mondo a prendere decisioni più informate e mirate per il trattamento dei pazienti. Lancia e i suoi colleghi hanno infatti superato alcuni preconcetti storici, come l'idea che la radioterapia potesse essere utilizzata solo nelle fasi iniziali del tumore.
Oggi, grazie a questo studio, la radioterapia viene riconosciuta come un'opzione terapeutica valida anche per la malattia metastatica, fornendo un supporto fondamentale nella cura del tumore alla prostata.
In questo contesto, Pavia non solo contribuisce con la ricerca, ma anche con la formazione dei professionisti del settore, che possono ora orientarsi meglio nella scelta del trattamento più appropriato per ogni singolo paziente.