"Qui non si mangia, esci o chiamiamo i Carabinieri": studentessa disabile cacciata dall'aula dell'Università di Pavia
Nonostante avesse fatto presente di essere una paziente oncologica e di non potere consumare il pasto al freddo per motivi di salute, non c’è stato nulla da fare.
Studentessa con grave disabilità cacciata dall’aula dell’Università di Pavia: “Non si mangia qui, esci o chiamiamo i Carabinieri”. Per protesta organizzato un presidio sotto il rettorato.
"Qui non si mangia, esci o chiamiamo i Carabinieri"
Una studentessa disabile è stata bruscamente cacciata dal personale mentre tentava di consumare il pasto in un’aula dell’Università di Pavia. Nonostante avesse fatto presente di essere una paziente oncologica, invalida civile al 100% e di non potere consumare il pasto al freddo per motivi di salute, non c’è stato nulla da fare: il personale l’ha minacciata di chiamare i Carabinieri se non si fosse immediatamente allontanata.
Applicato le regole
Il grave fatto è accaduto nella giornata di mercoledì 9 novembre 2022, presso un'aula del Polo di San Tommaso. La studentessa era seduta al proprio posto a consumare il pasto portato da casa, quando è stata avvicinata dal personale di portineria ed è stata costretta ad allontanarsi. Nonostante l’evidente stato di salute della ragazza non le permettesse assolutamente di permanere all’esterno, il personale è restato inflessibile, dichiarando successivamente di aver semplicemente applicato le regole. A segnalarlo sono i rappresentanti del Coordinamento per il Diritto allo Studio (UDU) che da due anni si battono per avere dei posti dove consumare il pasto.
Alessandro Miceli, Segretario del Coordinamento per il Diritto allo Studio - UDU, denuncia: “Quanto successo ieri è di una gravità inaudita e dimostra un’insensibilità che non ci aspettavamo. Da almeno due anni chiediamo al Rettore di trovare una soluzione per coloro che decidono di consumare la schiscetta.
Speravamo che, almeno per i casi più gravi, il buon senso spingesse a trovare una soluzione. Così non è. Ci chiediamo chi abbia preso la decisione di allontanare la studentessa. Il Rettore o il Dirigente sono stati informati? Per quale motivo l'ateneo non ha ancora dato indicazioni chiare sul consumo dei pasti, manco per le persone fragili? Senz'altro, questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso”.
Mancano spazi al chiuso per la mensa
I rappresentanti del Coordinamento-UDU hanno immediatamente protestato con il personale in servizio e poco dopo, grazie alla segnalazione della studentessa, è intervenuto anche il SAISD (Servizio Assistenza ed Integrazione Studenti Disabili) dell’ateneo. Ma era troppo tardi: il danno era stato fatto.
“L'Università non ha ancora adibito degli spazi al chiuso idonei alla consumazione del pasto, nonostante le mense non siano sufficienti per accogliere tutti gli studenti. La situazione costringe gli studenti” ricorda Francesca Mazzitelli, senatrice accademica “a dover mangiare all'aperto, con il freddo e il maltempo che sono arrivati proprio in questi giorni. Per questa ragione, settimana scorsa i nostri RLS avevano scritto una lettera al Rettore, Prof. Francesco Svelto, chiedendo di trovare urgentemente una soluzione.
Soluzione che evidentemente non è stata trovata, considerato che addirittura si arriva a minacciare l’intervento delle forze dell’ordine per una studentessa disabile che consuma il pasto in aula. Siamo rimasti delusi e scioccati da questa enorme mancanza di rispetto e di attenzione per gli studenti più fragili. In seguito a questa gravissima situazione, abbiamo deciso di mandare un sollecito urgente tramite i nostri RLS, nonché una tempestiva segnalazione al garante degli studenti e al garante regionale della disabilità”.
Presidio sotto il Rettorato
Per protestare e chiedere un intervento urgente, il Coordinamento per il Diritto allo Studio - UDU Pavia convoca un presidio sotto al Rettorato dell’Università di Pavia per le ore 12.30 di giovedì 10 novembre 2022. Una manifestazione che punta ad ottenere un incontro con i vertici dell’Università di Pavia per arrivare finalmente a una soluzione.
“Quello che chiediamo” conclude Miceli “è che il Rettore e il Direttore Generale comunichino immediatamente al personale di lasciare mangiare gli studenti in aula, con la sola eccezione di eventuali spazi di particolare pregio storico o artistico. D’altronde, in alcuni dipartimenti questo viene già largamente concesso, così come in altri atenei.
Subito dopo il presidio di giovedì, domanderemo infatti di essere ricevuti dal Rettore, al quale chiederemo delle risposte su cosa è successo nella giornata di mercoledì e gli ribadiremo come gli studenti, specialmente quelli più fragili, abbiano bisogno immediatamente di un posto al chiuso per mangiare. Siamo stanchi di aspettare, l'inverno è arrivato e noi veniamo ignorati da due anni”.