Qualità della vita 2024: Pavia stabile (al 43° posto), ma ultima in Lombardia
Tra luci e ombre la nostra provincia si conferma la migliore in Italia nell’evitare lo spreco d’acqua
Avviata nel 1190, l’Indagine annuale sulla Qualità della Vita del Sole 24 Ore, misura il benessere nelle province italiane attraverso 90 indicatori certificati suddivisi in sei aree tematiche: ricchezza e consumi, affari e lavoro, ambiente e servizi, demografia, società e salute, giustizia e sicurezza, e cultura e tempo libero. Pavia nel 2024 conferma la sua posizione (43° posto), ma è ultima in Lombardia.
(Foto di copertina: Francesco Bianco)
Qualità della vita 2024: Pavia 43esima
Anche nel 2024, l’Indice della Qualità della Vita del Sole 24 Ore non registra miglioramenti significativi per la provincia di Pavia, che si conferma al 43° posto a livello nazionale, ma peggiora il suo posizionamento in Lombardia.
Ultima in Lombardia
Rispetto all’anno precedente, infatti, Pavia scivola in fondo alla classifica regionale, passando da terzultima a ultima, una posizione che, secondo gli esperti, potrebbe riflettere la grande ascesa del 2023, quando la provincia pavese aveva guadagnato ben 19 posti (la quarta migliore performance in Italia).
Nel panorama lombardo, invece, la situazione appare più positiva per altre province. In testa alla classifica regionale c'è Bergamo, che si aggiudica anche il titolo di provincia con la miglior qualità della vita in Italia. Seguono Monza, Cremona, Como e Lecco, tutte in salita, mentre Milano perde terreno, scivolando al 12° posto. Brescia e Varese confermano una posizione stabile, mentre Sondrio e Mantova segnano guadagni significativi. Pavia, invece, mantiene invariata la sua posizione rispetto al 2023, senza riuscire a rientrare nelle prime province lombarde.
Gli indicatori
L’indagine, che dal 1990 misura il benessere nelle province italiane attraverso 90 indicatori, suddivisi in sei aree tematiche (ricchezza e consumi, affari e lavoro, ambiente e servizi, demografia, società e salute, giustizia e sicurezza, e cultura e tempo libero), ha rivelato alcune luci e ombre per Pavia.
Luci e ombre
Se da un lato la provincia pavese ottiene ottimi risultati nella sezione “Affari e lavoro”, guadagnando ben 21 posizioni rispetto al 2023 e piazzandosi al 21° posto, dall’altro emergono dati contrastanti sul fronte economico. Mentre cresce il valore aggiunto pro capite in ambito immobiliare (+10%) e il prezzo medio di vendita degli immobili (+4%), a livello provinciale si registra una diminuzione del 28% del prezzo di vendita degli immobili, segnale di un mercato instabile. Inoltre, il numero di imprese a guida femminile è in calo (-0,2%), mentre l’occupazione femminile è cresciuta (+1,6%).
Dal punto di vista demografico, Pavia si conferma tra le province più “anziane” del nord Italia, sebbene si osservi una leggera inversione di tendenza: la natalità cresce del 5% rispetto al 2023 e l’indice di vecchiaia (il numero di anziani ogni 100 giovani) diminuisce di quasi il 2%, seppur lentamente.
Sul fronte ambientale, sebbene la provincia continui a soffrire un alto livello di consumo di suolo, c’è un miglioramento evidente nella gestione delle risorse naturali: Pavia migliora la sua posizione, salendo al 41° posto in Italia, con un guadagno di 13 posizioni rispetto all’anno precedente. Un dato significativo è la gestione virtuosa delle risorse idriche: la provincia si conferma la migliore in Italia nell’evitare lo spreco d’acqua.
La classifica
Il Nord Est si conferma ancora una volta la macroarea più premiata in questa edizione dell’indagine, con territori come Trento e Bolzano a occupare il podio insieme a Bergamo, la provincia vincitrice. La Lombardia brilla con la presenza di Monza e Brianza al 4° posto e Cremona subito dietro, a dimostrazione di un contesto regionale in forte crescita in termini di benessere.
Dopo Cremona troviamo al sesto posto Udine, vincitrice nel 2023. Verona e Vicenza occupano rispettivamente la settima e ottava posizione, mentre Ascoli Piceno, decima, emerge come sorpresa grazie al primato nella categoria Giustizia e sicurezza. L’unica grande area metropolitana presente in top 10 è Bologna, che scende al nono posto dopo aver occupato il secondo nel 2023. In generale, si nota l’assenza delle grandi città, spesso protagoniste negli anni passati.
Le province del Mezzogiorno continuano a occupare la parte bassa della classifica. Fra le peggiori troviamo Reggio Calabria, Napoli (106ª), Palermo (100ª), e Cosenza (102ª).
Tuttavia, emergono alcuni segnali di miglioramento. Palermo, Caltanissetta e Nuoro registrano una crescita del PIL pro capite. Aumentano le presenze turistiche in province come Isernia, Frosinone ed Enna.
Nonostante questi progressi, la distanza con il Nord rimane ampia. Tra le province settentrionali, le peggiori performance sono quelle di Imperia (79ª) e Savona (69ª). Un dato che accomuna il Nord e il Sud è il calo delle grandi città e delle aree metropolitane, penalizzate da disuguaglianze economiche e sociali.
Milano, pur mantenendo il primato in Affari e lavoro, scende al dodicesimo posto. Firenze, retrocessa al 36° posto, si conferma però leader nell’Indice della Qualità della Vita delle donne. Torino perde 22 posizioni, arrivando 58ª, seguita da Roma (59ª), che rappresenta il punto di partenza per le province meridionali. Fra le città metropolitane del Sud, la migliore è Bari, che risale al 65° posto, migliorando di quattro posizioni rispetto al 2023.
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