Prima gastro-entero anastomosi endoscopica al San Matteo per tumore della testa del pancreas
Attualmente, il paziente è ricoverato in buone condizioni presso il reparto di Chirurgia Generale 1, con ripresa dell’alimentazione a 24 ore dalla procedura e in via di dimissione.
Per la prima volta, al San Matteo è stata eseguita una procedura endoscopica mini-invasiva per il trattamento di una patologia oncologica, fino a poco tempo fa trattata esclusivamente per via chirurgica.
L'intervento
E’ il caso di un paziente di 58 anni affetto da tumore della testa del pancreas che ha provocato un’ostruzione intestinale, rendendo impossibile l’alimentazione. Al momento dell’arrivo in Pronto Soccorso le condizioni cliniche, con vomito da diversi giorni, hanno reso necessario posizionare un sondino naso-gastrico.
Questa condizione di blocco della normale digestione, fino a pochi anni fa, poteva essere affrontata con la sola chirurgia laparotomica, con taglio sull’addome, o per via laparoscopica, facendo solo qualche piccolo buchino e lavorando all’interno dell’addome con una piccola telecamera, mediante il confezionamento di una deviazione tra stomaco e intestino, consentendo agli alimenti di oltrepassare l’ostacolo.
Qualche giorno fa, invece, al Policlinico San Matteo questa condizione è stata trattata in maniera mini-invasiva per via eco-endoscopica dal Dott. Andrea Anderloni, Direttore della U.O.C. Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva. La scelta è scaturita al termine di una valutazione multidisciplinare del caso clinico.
“La creazione di una gastro-entero anastomosi, ovverosia un collegamento diretto tra stomaco e intestino - commenta Luca Ansaloni, Direttore UOC Chirurgia Generale 1 - è una procedura necessaria in questa tipologia di malattia, per far sì che il paziente riprenda la normale alimentazione, nonostante il tumore infiltrante inizialmente non lo permetta. I tumori della testa del pancreas tendono ad infiltrare stomaco e duodeno (la prima parte dell’intestino tenue) creando una stenosi, cioè un restringimento, che non lascia passare il bolo alimentare; bisogna quindi creare una strada alternativa per permettere al cibo di avanzare senza problemi. La gastro-entero anastomosi viene confezionata tra lo stomaco e il digiuno (seconda parte dell’intestino tenue) evitando quindi la stenosi.”
“La procedura - spiega Andrea Anderloni Direttore della U.O.C. Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva - consiste nell’inserire un endoscopio, un sottile tubo con una telecamera sulla punta, dalla bocca per poi posizionare una protesi che collega lo stomaco al digiuno; il tutto, con l’ausilio di un piccolo ecografo montato sull’endoscopio. Questo approccio mini-invasivo risulta particolarmente indicato in pazienti fragili, come in questo caso, al fine di garantire loro una migliore qualità di vita”.
La tipologia di approccio, permettendo di lavorare sull’apparato digerente dall’interno mentre il paziente è sedato, reca notevoli benefici al paziente: minori dolori e complicanze, recupero più rapido e, conseguentemente, un’ospedalizzazione più breve.
“L'approccio endoscopico alla gastro-entero anastomosi eseguito per la prima volta a Pavia – conclude il professor Ansaloni - ci ha consentito di ampliare le scelte terapeutiche del Policlinico, indirizzandoci verso una Medicina moderna sempre più costruita sul caso specifico del paziente. Quanto realizzato ci pone oltremodo a livello dei maggiori centri italiani che già lo utilizzano".
Attualmente, il paziente è ricoverato in buone condizioni presso il reparto di Chirurgia Generale 1, diretta dal Prof. Luca Ansaloni, con ripresa dell’alimentazione a 24 ore dalla procedura e in via di dimissione.
“Non credevo di potermi risvegliare senza sondino – ha detto il paziente agli specialisti - e senza dolore; né tantomeno di gustare un gelato o uno yogurt così presto”.
(Foto di copertina: Prof. Ansaloni e Dr. Anderloni)