Pavia soffre ancora l’inquinamento da ozono estivo, con superamenti frequenti delle soglie di sicurezza che mettono a rischio salute e ambiente. Le emissioni agricole e il metano contribuiscono in modo significativo all’aumento dei valori.
Smog estivo: Pavia tra le peggiori
Con l’arrivo dell’autunno è tempo di bilanci sull’inquinamento atmosferico estivo, e Pavia non fa eccezione. In estate, la radiazione solare favorisce reazioni chimiche tra gli inquinanti, dando vita allo smog fotochimico, tra cui spicca l’ozono, una forma instabile di ossigeno capace di danneggiare tessuti vegetali e umani. Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA), l’ozono causa in Europa almeno 70mila morti premature all’anno, di cui circa 13mila in Italia, oltre a 2 miliardi di euro di danni ai raccolti agricoli.
Perché l’ozono non cala
A differenza di altri inquinanti in progressiva riduzione, l’ozono resta stabile o in crescita. Il motivo? Dipende dai suoi precursori, tra cui gli ossidi di azoto (NOx) e il metano. Se gli NOx derivano principalmente dal traffico e stanno diminuendo, il metano aumenta per via di emissioni agricole, discariche e perdite legate ai combustibili fossili. Gran parte del metano della Pianura Padana proviene dagli allevamenti bovini e dalla gestione dei liquami, con Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna responsabili del 70% delle emissioni nazionali da queste fonti.
“Il metano non è solo un gas climalterante, ma anche un inquinante atmosferico”, spiega Damiano Di Simine di Legambiente. “Per ridurre i rischi per salute e clima serve agire sulle emissioni agricole, oltre che superare le fonti fossili”.
Norme e soglie: cosa prevede l’Europa
L’OMS e l’Unione Europea hanno fissato limiti precisi per proteggere la salute. Esistono due parametri principali:
- Soglia di informazione: 180 µg/m³, che obbliga le autorità a informare la popolazione.
- Soglia di allarme: 240 µg/m³, che richiede misure immediate di contenimento.
Per i valori obiettivo, calcolati come medie di 8 ore (MM8), l’OMS consiglia 100 µg/m³, mentre la normativa UE permette 120 µg/m³ con un massimo di 25 giorni/anno di superamento. Gli obiettivi futuri prevedono 18 giorni entro il 2030 e 0 entro il 2050.
L’estate 2025 a Pavia: numeri preoccupanti
Durante l’estate 2025, Pavia ha registrato numerosi superamenti delle soglie di ozono. Le aree più critiche della Lombardia occidentale includono Bergamo, Milano e le province limitrofe, con Pavia che ha vissuto episodi di superamento della soglia di allarme in diversi giorni. Nonostante un’estate meno calda rispetto al 2022 e 2023, l’inquinamento da ozono continua a colpire duramente anche i centri urbani.
Alla data del 31 agosto la città che ha mostrato una situazione più grave è stata quella di Bergamo, con ben 77 giornate di superamento del valore obiettivo. Nelle 4 regioni del nord in Pianura Padana, le situazioni più critiche hanno riguardato Torino in Piemonte, l’Ovest Lombardia (Bergamo, Lecco, Milano, Pavia e Cremona), i capoluoghi emiliani (Piacenza, Reggio, Modena e Parma), quelli del Piemonte Orientale e Vicenza. All’opposto, il rispetto dei valori obiettivo si è verificato nei capoluoghi alpini di Sondrio e Belluno, in quelli romagnoli di Ravenna e Rimini insieme a Bologna, e nelle città dell’Est Lombardia, Brescia e Mantova.
Pavia con 33 giorni di superamento della soglia, si posiziona al sesto posto delle città con più inquinamento da ozono.
Superamenti del valore massimo
Per quanto riguarda gli episodi più acuti, con superamento della soglia di informazione (180 mg/m3 come media oraria), questi hanno riguardato 27 dei 36 capoluoghi delle 4 regioni. Bergamo resta la città che ne ha subito in maggior numero (ben 72 fino al 31 agosto 2025), ma i capoluoghi colpiti con maggiore frequenza sono tutti quelli della Lombardia Occidentale (Bergamo, Lecco, Milano, Varese, Pavia, Monza, Cremona, Como e Lodi), insieme a quelli delle confinanti province emiliane (Piacenza, Modena, Parma e Reggio) e piemontesi (Novara e Asti).
Si segnalano anche episodi di superamento della soglia di allarme (a Pavia e in alcuni centri del Milanese). Una fotografia impietosa, considerando anche che l’estate appena trascorsa, con l’eccezione del mese di giugno, non è stata particolarmente favorevole ai fenomeni di smog fotochimico come era avvenuto nei siccitosi anni 2022 e 2023.
Impatto sulla salute e sull’ambiente
Negli anni passati, l’ozono era considerato un inquinante rurale, che danneggiava coltivazioni e boschi. Oggi, le città non sono più risparmiate: una quota crescente di popolazione urbana è esposta a livelli potenzialmente pericolosi. La riduzione di alcuni inquinanti da traffico, pur positiva, può paradossalmente contribuire all’aumento dell’ozono, perché molti precursori vengono meno nelle reazioni di degradazione dell’ozono stesso.
“Per migliorare la qualità dell’aria serve abbattere le concentrazioni di tutti i precursori, dagli NOx al metano”, conclude Di Simine. “È fondamentale anche dotare le centraline di monitoraggio di sensori per il metano, come previsto dalla nuova direttiva europea”.