limbo giuridico

Le Famiglie Arcobaleno scendono in piazza a Pavia: "La legge ancora ci discrimina"

“Non esistono famiglie migliori o peggiori, tradizionali o alternative. Quello che conta è l’amore con cui si cresce un figlio, amore che implica diritti, ma anche doveri”

Le Famiglie Arcobaleno scendono in piazza a Pavia: "La legge ancora ci discrimina"
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In occasione della Giornata Internazionale per l’Uguaglianza delle Famiglie 2025, sabato 10 maggio Pavia ha ospitato la “Festa delle Famiglie”, un evento pubblico organizzato da Famiglie Arcobaleno APS con il patrocinio dell’Assessorato alle Pari Opportunità. Una giornata di incontri, parole e colori che ha puntato i riflettori sulla realtà delle famiglie LGBTQIA+, sulla necessità di un pieno riconoscimento legale e sull’urgenza di una maggiore tutela per i diritti di genitori e figli.

Le Famiglie Arcobaleno scendono in piazza a Pavia

La manifestazione ha preso il via alle 10.30 con il ritrovo presso il piazzale della stazione ferroviaria, per poi proseguire alle 11.30 con un partecipato flash mob in Piazza della Vittoria. La giornata si è conclusa ai Giardini del Castello Visconteo, dove famiglie, attivisti e cittadini si sono riuniti per un momento conviviale tra pranzo all’aperto e giochi pensati per i più piccoli.

A raccontare il senso profondo della giornata è stata Maria Elena Mantovani, fondatrice dell’associazione Famiglie Arcobaleno, che oggi conta oltre 5.000 nuclei familiari associati in Italia, 600 dei quali in Lombardia e una cinquantina nella sola provincia pavese.

“Non esistono famiglie migliori o peggiori, tradizionali o alternative. Quello che conta è l’amore con cui si cresce un figlio, amore che implica diritti, ma anche doveri”, ha dichiarato. “Siamo famiglie come tutte le altre – ha proseguito – ma, a differenza di altre, il nostro diritto a essere genitori non è ancora riconosciuto dallo Stato”.

Un limbo

In Italia, infatti, le famiglie omogenitoriali restano in un limbo giuridico. La legge attualmente in vigore non prevede un riconoscimento automatico dei figli per coppie dello stesso sesso. Questo significa che, mentre in una coppia eterosessuale i figli sono legalmente riconosciuti da entrambi i genitori, nelle famiglie arcobaleno solo il genitore biologico è considerato tale a tutti gli effetti. L’altro, nella migliore delle ipotesi, deve intraprendere percorsi giudiziari complessi e incerti per essere riconosciuto come genitore legale.

La legge 40 del 2004, che disciplina la procreazione medicalmente assistita, esclude esplicitamente le coppie omosessuali da queste pratiche, costringendo molti futuri genitori a rivolgersi a strutture estere. Tuttavia, una volta rientrati in Italia, restano irrisolti i problemi relativi all’adozione del bambino e alla registrazione anagrafica, che continua a essere negata in molti comuni.

Questa incertezza normativa, che di fatto crea figli di “serie B”, è uno degli aspetti più controversi e dolorosi per chi vive in una famiglia arcobaleno. “A pagare il prezzo più alto – ha concluso Mantovani – sono proprio i bambini, che restano privi di una piena tutela giuridica e di una protezione adeguata in caso di separazioni o emergenze”.

La “Festa delle Famiglie” è stata dunque non solo un’occasione di incontro, ma anche un momento di rivendicazione civile, per ricordare che il concetto di famiglia evolve, mentre il diritto deve ancora raggiungere la realtà.

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