Il progetto “Food Hack” dell’Università di Pavia, in collaborazione con Markas, ha trasformato la mensa del Polo Cravino in un laboratorio di educazione alimentare. Grazie alle tecniche di nudging, gli studenti hanno scelto pasti più equilibrati: +5% di consumo di verdura, più frutta e meno dolci.
Una mensa che educa
Non solo un luogo dove consumare i pasti, ma un vero e proprio spazio di educazione alimentare: è questa la trasformazione che ha interessato la mensa del Polo Scientifico Cravino dell’Università di Pavia grazie al progetto “Food Hack”, realizzato in collaborazione con Markas. Centinaia di studenti e studentesse hanno preso parte all’iniziativa, che ha portato a risultati tangibili: più frutta e verdura nel piatto, un calo nel consumo di dolci e una maggiore attenzione all’equilibrio nutrizionale.
Il principio del nudging
Il progetto è stato promosso dal Laboratorio di Dietetica e Nutrizione Clinica e dall’Office per Sustainable Actions (OSA) dell’ateneo. L’obiettivo? Ridefinire il momento del pasto come esperienza di benessere e socialità, oltre che occasione per diffondere buone pratiche alimentari. A guidare la sperimentazione è stato il principio del nudging, tecnica delle scienze comportamentali che sfrutta piccoli stimoli per orientare le scelte in modo positivo, senza imposizioni.
I dati dello studio
L’analisi, durata oltre un mese, ha coinvolto 12 giornate di osservazione e 2400 vassoi monitorati. Dopo l’introduzione delle strategie di nudging, i ricercatori hanno registrato un aumento del 4,5% di vassoi equilibrati, con più verdure e proteine. Le verdure, in particolare, hanno segnato un incremento del 5% sia come contorno che come piatto principale, mentre la frutta ha sostituito più spesso i dolci a fine pasto.
“I dati confermano che l’ambiente può influenzare positivamente le nostre scelte quotidiane – spiega Maria Vittoria Conti, ricercatrice del Laboratorio di Dietetica e Nutrizione Clinica e responsabile scientifica del progetto –. Ma il valore aggiunto è stato trasformare la mensa in uno spazio di co-progettazione, dove studenti e ricercatori hanno collaborato attivamente. ‘Food Hack’ dimostra che l’università può essere un vero motore di cambiamento culturale”.
Entusiasta anche la voce di Markas, partner dell’iniziativa: “Le mense universitarie sono un contesto privilegiato per promuovere stili di vita sani – sottolinea Lidia Testa, Nutritional Service Specialist dell’azienda –. Le abitudini alimentari acquisite in questo periodo restano nel tempo e incidono sulla salute futura”.