Intervento mini invasivo al pancreas, altamente innovativo e mai eseguito al San Matteo
Eseguito su una donna di 59 anni affetta da una grave forma di pancreatite cronica legata ad una pregressa operazione di chirurgia addominale.
Intervento mini invasivo al pancreas mai eseguito prima al Policlinico San Matteo di Pavia: eseguito su una paziente di 59 anni affetta da una affetta da una grave forma di pancreatite.
Intervento mini invasivo al pancreas
Nelle scorse settimane al San Matteo di Pavia è stato eseguito un intervento mini invasivo su una paziente affetta da una grave forma di pancreatite cronica legata ad una pregressa operazione di chirurgia addominale.
E’ la prima volta che viene realizzato al Policlinico.
Il caso clinico
La paziente, una donna di 59 anni, è stata trasferita al San Matteo per peggioramento del suo quadro clinico, caratterizzato da dolore addominale incontrollabile e denutrizione.
Nel 2020 era stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico in urgenza per perforazione di diverticolo duodenale, con necessità, nella fase ricostruttiva dell’operazione, di creare nuovi collegamenti (anastomosi) fra le sue vie biliari e il pancreas e l’intestino per garantirne una regolare canalizzazione.
Negli anni successivi, ha sviluppato un progressivo restringimento dell’anastomosi pancreatico-intestinale con conseguente comparsa di un quadro di pancreatite progressivamente ingravescente con dolore addominale e importanti conseguenze sulla sua qualità di vita: negli ultimi tempi non poteva più alimentarsi.
L’intervento
Il caso è stato valutato dal dottore Andrea Anderloni, Direttore della Struttura Complessa di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva, e dal dottore Pietro Quaretti, Responsabile della Struttura di Radiologia Interventistica.
I due specialisti del San Matteo, dopo avere accuratamente studiato la strategia di intervento migliore e con l’aiuto delle tecnologie più avanzate, sono riusciti a ripristinare la regolare canalizzazione del condotto pancreatico senza dover ricorrere a un intervento chirurgico che sarebbe stato estremamente demolitivo.
La procedura “combinata”
In un primo momento, è stata creata una nuova via di accesso endoscopico a questa delicata regione, con il posizionamento, sotto guida ecoendoscopica, di speciali protesi in grado di unire tratti di intestino; successivamente, è stato raggiunto il condotto pancreatico mediante un approccio percutaneo per via radiologica.
Si è creato un vero e proprio “Rendez-Vous” fra gli strumenti utilizzati dalle due equipe (endoscopica e radiologica) per riuscire a posizionare nella anastomosi pancreatica una protesi che permetterà alla ghiandola di funzionare meglio risolvendo il quadro sintomatologico.
La paziente, che sta bene ed è stata dimessa con possibilità di alimentarsi liberamente senza più dolore addominale, è stata ricoverata nel reparto di Chirurgia Generale I, diretto dal professore Luca Ansaloni, il quale ha supportato tutta l’operazione.
“Grande soddisfazione per un lavoro che è stato realizzabile solo grazie alla collaborazione di una grande squadra - spiega il direttore della SC Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva, Andrea Anderloni -. Questo intervento altamente innovativo, dimostra come l’eccellenza delle tecnologie e delle professionalità mediche, nonché la capacità di collaborazione della nostra realtà pavese siano in grado di ottenere ottimi risultati e di risolvere problematiche di pazienti anche molto complessi”.