Garlasco, quella mattina e la sera prima in casa c'erano solo Chiara e Stasi (secondo l'immondizia)
Nessuna traccia di Andrea Sempio: i resti alimentari confermerebbero solo la presenza della vittima e del fidanzato (già condannato) nella villetta di via Pascoli

Le nuove analisi sui rifiuti mai repertati nella villetta di Garlasco confermano solo la presenza di Chiara Poggi e del fidanzato Alberto Stasi, già condannato in via definitiva. Nessuna traccia riconducibile ad Andrea Sempio, attualmente indagato, né ad altri profili genetici.
Le analisi sull’immondizia non portano novità
I rifiuti non parlano, ma se potessero confermerebbero quello che già si sapeva fin qui: in casa c'erano solo Chiara e Alberto.
Questa una delle prime risultanze dell'incidente probatorio in corso: l'immondizia analizzata reca tracce genetiche solo della vittima e del suo fidanzato.
Niente Andrea Sempio, niente gemelle Cappa, nessun altro personaggio in cerca d'autore.
Certo è la "parola" del solo pattume, ma non è un "silenzio" da poco: chi si aspettava mirabolanti scoop e colpi di scena è rimasto con le pive nel sacco.
Nessuna traccia di Sempio
Insomma, a diciotto anni dal delitto di Garlasco, le nuove indagini disposte dalla Procura di Pavia non scardinano quanto già accertato nei processi che hanno portato alla condanna definitiva di Alberto Stasi per l’omicidio di Chiara Poggi.
I primi esiti dell’incidente probatorio sui rifiuti mai repertati all’epoca, prelevati dalla casa della vittima, confermano la presenza del DNA della giovane e del suo fidanzato, ma non emergono tracce di altri profili genetici.
Secondo quanto riportato da Il Tempo e il Corriere della Sera, le analisi genetiche sui resti alimentari, tra cui un "Fruttolo", un piattino di plastica e una busta dell’immondizia, hanno restituito un profilo completo riconducibile a Chiara Poggi. Ulteriori tracce del suo DNA sono state rilevate anche su altri oggetti, mentre è stato confermato che il tè freddo consumato era stato bevuto da Alberto Stasi. Probabilmente a cena la sera prima (se non si segue la teoria di chi ipotizza non abbia mai lasciato la casa e sia rimasto a dormire lì quella notte).
I periti nominati dal gip Daniela Garlaschelli, che stanno lavorando in sinergia con i consulenti della difesa di Stasi, della famiglia Poggi e di Andrea Sempio, non hanno rinvenuto alcuna traccia genetica di quest’ultimo, recentemente iscritto nel registro degli indagati.
Ma c'è un altro "non scoop" che alla fine scoop diventa: avete presente il "mitico" capello con bulbo trovato tra i rifiuti?
Bene, è risultato atrofizzato e quindi inutilizzabile. Per quanto sarebbe stato utilizzabile per modo di dire: avrebbe soltanto detto che il suo proprietario era stato nella casa in quei giorni... altro che "pistola fumante".
Un solo profilo maschile: Stasi
I risultati emersi nelle scorse settimane avevano già mostrato l’assenza di impronte digitali su piattini, bicchieri, confezioni di biscotti e altri oggetti rinvenuti nella villetta. L’unico profilo genetico maschile rilevato è quello di Stasi, un dato coerente con la sua presenza la sera prima nella casa della fidanzata. Stasi, lo ricordiamo, è stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere.
Nuovi esami sulla “Traccia 10”
Restano da completare le analisi su alcuni fogli di acetato utilizzati per conservare le impronte digitali rilevate sulla scena del crimine. Tra questi vi è anche la cosiddetta “Traccia 10”, una delle impronte più discusse, rinvenuta sulla porta d’ingresso della villetta e definita “sporca”. Sebbene sia risultata negativa alla presenza di sangue, verrà sottoposta nuovamente a test specifici. Finora, la comparazione dell’impronta con Stasi, Sempio e altri soggetti vicini alla famiglia Poggi ha dato esito negativo.
“Basta falsità”
Nel frattempo, i legali della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, sono intervenuti duramente contro alcune notizie diffuse da organi di stampa, che ipotizzano la non presenza del fratello della vittima, Marco Poggi, in Trentino nei giorni dell’omicidio.
“Non c'è limite alla fantasia, né alla volontà di vendere falsi scoop sulla pelle delle persone coinvolte",
hanno dichiarato in una nota congiunta, denunciando l’assenza di interventi da parte della Procura a fronte delle continue falsità.
“Dispiace che la Procura di Pavia non abbia sinora sentito il bisogno di intervenire nemmeno di fronte alle innumerevoli falsità che leggiamo ogni giorno, su iniziativa di soggetti privi di qualsiasi scrupolo”, conclude la nota firmata dagli avvocati e dalla famiglia di Chiara Poggi.