Andrea Sempio, nuovo indagato nel delitto di Garlasco, è tornato in TV a “Chi l’ha visto?” per difendere il proprio “alibi” e respingere ogni accusa di corruzione legata all’ex procuratore Venditti. Ha chiarito la vicenda dello scontrino di Vigevano, del presunto “pizzino” e dei rapporti con l’ex avvocato Lovati, ribadendo la sua estraneità ai fatti.
Intervista ad Andrea Sempio a “Chi l’ha Visto?”
Andrea Sempio è tornato davanti alle telecamere di “Chi l’ha visto?”, dopo le recenti indiscrezioni secondo cui un testimone avrebbe messo in dubbio il suo alibi nel caso del delitto di Garlasco. Nell’intervista dell’inviato da Vittorio Romano, il 39enne ha confermato che lo scontrino di Vigevano – finito al centro delle polemiche – è effettivamente suo.
“Non capisco perché abbia destato tanto sospetto”, ha spiegato Sempio. “Non ero l’unico ad aver portato dei documenti: altri hanno presentato passaporti, timbrature o scontrini. Non è stato un caso isolato.”
“Lo scontrino è mio”
Alla domanda se qualcuno possa dubitare della provenienza dello scontrino, Sempio risponde:
“Sarebbe stato meglio se, già allora, avessero controllato le telecamere della piazza di Vigevano”.
“Mi hanno chiesto lo scontrino un anno dopo: probabilmente i video non esistevano più”
E sul mancato aggancio del suo telefono alla cella di Vigevano, Sempio spiega:
“All’epoca i cellulari si collegavano a una cella solo durante chiamate o messaggi. Se non c’erano comunicazioni, non c’era nessuna registrazione. Oggi, con gli smartphone, è diverso”.
L’ex avvocato Lovati
Sempio ha poi affrontato il tema del rapporto con il suo ex legale, l’avvocato Massimo Lovati:
“Credo che purtroppo l’avvocato Lovati che è una persona per cui io comunque ho ancora grande rispetto stima e tanto affetto, perché comunque mi accompagna in questa disavventura da quasi 10 anni, credo che purtroppo, gli è scivolata un po’ la mano con l’aspetto mediatico sí e fatto un po’ prendere dalla cosa dell’essere un personaggio“.

I soldi consegnati alla difesa
Alla domanda sui 35mila euro consegnati alla difesa, l’indagato ha chiarito:
“No, perché noi ci siamo trovati in mezzo a quel vortice. Non sapevamo nulla di questioni legali non avevamo la minima idea di quali potessero essere i costi e francamente, quando sei dentro l’unica cosa che ti interessa è uscirne, quindi qualunque richiesta ti fanno, parliamo di soldi, non stai a pensare. Pensi OK è un caso importante una situazione grave se ti richiedono sarà così. E’ quello che abbiamo fatto, praticamente ci siamo sempre prestati a tutte le richieste”
Le accuse di corruzione
Sempio ha poi respinto con decisione le ipotesi di una presunta corruzione del magistrato Mario Venditti, ex procuratore di Pavia:
“Non c’è nessun collegamento tra noi e il dottor Venditti. Le cifre di cui si parla sono basse e distribuite in molti mesi: non tornano né i tempi né le somme.”
Sul presunto passaggio di denaro a terzi, aggiunge:
“Con Lovati ne abbiamo parlato. Nell’ultimo incontro con abbiamo avuto, abbiamo chiarito diverse cose. Abbiamo parlato anche di questo aspetto. Riguardo l’ipotesi di corruzione che sia verso Venditti che sia verso qualunque altra persona, lui mi ha garantito che non c’era nulla”.
Il “pizzino”
Un altro punto controverso è il foglietto trovato a casa della famiglia Sempio, con la scritta “Venditti 20, 30”.
“Lo chiamano ‘pizzino’, ma è un termine fuorviante”, chiarisce Andrea. “Mio padre si riferiva al costo materiale per ottenere la copia dell’atto di archiviazione: venti o trenta euro, non migliaia. In altri appunti ha indicato le spese legali in migliaia di euro: è evidente che si trattava solo di una nota interna.”
Il DNA
Sul possibile ritrovamento del suo DNA sulle unghie di Chiara Poggi, Sempio spiega:
“Se c’è qualche traccia, è solo perché frequentavo quella casa.”
Riguardo ai presunti video intimi della vittima, si mostra indignato:
“Mi è sembrato un tentativo di rendere la storia più morbosa. È stato irrispettoso verso Chiara e la sua famiglia.”
Sempio nega anche qualsiasi rapporto personale con la vittima:
“Ci siamo visti poche volte, non avevamo amici in comune né frequentavamo gli stessi luoghi”.
E respinge le nuove ipotesi investigative secondo cui Chiara avrebbe scoperto qualcosa al Santuario della Bozzola:
“Sono suggestioni. Non ho mai frequentato quel posto né conosco persone legate a quel luogo”.
La nuova linea difensiva
L’avvocato Liborio Cataliotti, nuovo difensore di Sempio insieme alla collega Angela Taccia, mantiene un profilo prudente:
“Non commentiamo le notizie di stampa, solo gli atti. Per ora, il verbale di quel presunto testimone non ci è stato notificato”.
Cataliotti invita alla cautela: “L’esperienza mi insegna che talvolta trapelano notizie riservate per testare le reazioni. Da parte nostra non ce ne saranno”.
Nel frattempo, la difesa di Sempio ha nominato la genetista Marina Baldi come nuova consulente tecnica. La decisione è stata ufficializzata il 22 ottobre a Pavia, “dopo un lungo confronto con la collega Taccia”, ha precisato Cataliotti.