Elezioni Rettore Università Pavia: Fedegari ospita il confronto su Università e impresa
Nella sede di Albuzzano, confronto tra candidati al rettorato. Sinergia tra impresa e accademia per costruire un ecosistema dell’innovazione

Fedegari apre le porte al futuro dell’Università di Pavia: nella sala conferenze della sede di Albuzzano, Silvia Figini e Stefano Sibilla si sono confrontati su formazione dei talenti, attrattività e opportunità. Alessandro Reali, impossibilitato a partecipare, ha inviato un intervento scritto.
(Foto di copertina: Silvia Figini, Giuseppe Fedegari e Stefano Sibilla)
Un’impresa al centro del dialogo accademico
Non è comune che il dibattito sul futuro dell’università si svolga in un’azienda manifatturiera. Eppure è successo ad Albuzzano, nel cuore dell’innovazione industriale pavese, dove Fedegari – eccellenza italiana nel campo delle soluzioni di sterilizzazione – ha ospitato un confronto tra i candidati alla carica di Rettore dell’Università di Pavia per il sessennio 2025-2031.
L’evento, organizzato a pochi giorni dalle elezioni previste per il 4 giugno, ha visto la partecipazione di due dei tre candidati: Silvia Figini e Stefano Sibilla. Assente per impegni pregressi Alessandro Reali, che ha comunque fatto pervenire un intervento scritto. A seguire il dibattito, una platea composta da dipendenti e collaboratori dell’azienda, ma anche da imprenditori e rappresentanti del tessuto economico locale.
Ricerca e impresa: un’alleanza strategica
La scelta di Fedegari come sede dell’incontro non è casuale. L’azienda da anni è protagonista di una stretta collaborazione con l’Università di Pavia e con il Policlinico San Matteo, dando vita a progetti comuni che spaziano dalle applicazioni robotiche per ambienti sterili all’intelligenza artificiale per la gestione delle conoscenze.
Questa sinergia tra impresa, università e sanità rappresenta un modello virtuoso di contaminazione tra saperi scientifici e bisogni industriali, con impatti concreti in termini di innovazione e sviluppo tecnologico. Coinvolgendo studenti, docenti e ricercatori, Fedegari contribuisce a creare un ponte tra formazione e mondo del lavoro, tra teoria e applicazione.
Un territorio che guarda avanti
L’impegno dell’azienda non si limita alla produzione, ma si estende alla costruzione di un ecosistema integrato dove si progettano soluzioni industriali all’avanguardia per la farmaceutica del futuro. Un investimento che non solo rafforza la competitività del territorio, ma lo rende anche più attrattivo per nuove competenze, idee e capitali.
Fedegari si conferma così non solo come player tecnologico globale, ma anche come promotore di un dialogo continuo tra saperi, istituzioni e impresa, contribuendo alla definizione di una visione condivisa per il futuro della ricerca e dell’innovazione a Pavia.
“Per Fedegari è sempre stato centrale il tema delle conoscenze - spiega Giuseppe Fedegari, che con il fratello Paolo e il team di manager diretto da Stefano Nanni è alla guida dell’azienda pavese - Perché è grazie allo sviluppo delle conoscenze e alla capacità di attirare a Pavia i migliori talenti che le imprese possono davvero fare la differenza. La formazione e la ricerca di eccellenza è quello che oggi ci consente di sviluppare soluzioni innovative, in grado di competere con i grandi player del mercato. Ci piace pensare a Fedegari come una comunità fondata sulla cultura e sul sapere scientifico e tecnico, capace di anticipare i tempi e di mettere le migliori soluzioni a disposizione delle persone - cosa che nel settore farmaceutico spesso significa lavorare per contribuire a salvare tante vite umane”.
Con l’iniziativa, Fedegari ha voluto creare uno spazio di dialogo concreto e collaborativo tra Università e Impresa, mettendo in evidenza le sinergie che nascono da questa relazione. La giornata, introdotta dal Presidente Giuseppe Fedegari, ha evidenziato il ruolo centrale dell’Università di Pavia nell’attrazione e nella formazione di giovani talenti da inserire nelle aziende del territorio.
Gli interventi dei candidati
A seguire, gli interventi dei candidati hanno animato un dibattito focalizzato sulle prospettive e priorità per il prossimo sessennio, con particolare riguardo al trasferimento tecnologico e ai progetti condivisi che uniscono mondo accademico e imprenditoriale. È emerso come questa collaborazione sia fondamentale per il rilancio del territorio e per la creazione di un ecosistema di innovazione sostenibile.
Per Stefano Sibilla, Ordinario di Idraulica al DICAr - Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura, le priorità sono da individuarsi soprattutto nel rafforzamento dell’identità dell’Università e del suo territorio:
“Per essere attrattivi dobbiamo valorizzare i punti di forza del sistema Pavia, dove in un perimetro non troppo ampio abbiamo IUSS, gli IRCCS e aziende innovative. È fondamentale il contributo delle imprese soprattutto con l’avvio del Parco Cardano, che favorirà il rilancio del territorio puntando su tecnologia, conoscenza, sapere. Le imprese devono essere coinvolte fin dalla progettazione dei corsi di laurea. Un rapporto costante per cui immaginiamo comitati di indirizzo permanenti per consentire ai nostri studenti di arrivare a inserirsi in azienda. Possiamo anche studiare la possibilità di brevetti comuni, che valorizzino sia la formazione dell’Ateneo che la capacità di innovare delle imprese”.
Per Silvia Figini, Ordinario di Statistica Economica alla facoltà di Scienze Politiche, le priorità si definiscono nell’ambito di formazione e ricerca:
“Ai nostri studenti dobbiamo offrire nuove opportunità attraverso i nuovi percorsi di tipo professionalizzante, quali per esempio gli ITS, o con la filiera delle Scuole di Alta Formazione, oppure ancora con tirocini e stage LM+ in azienda, e anche nuove prospettive, insegnando loro a fare impresa, con percorsi di mentorship in cui è proprio l’imprenditore ad aiutarli a realizzare le proprie idee. Dal rapporto con le aziende può nascere una collaborazione per creare nuove attività di seminario o docenza, per una didattica innovativa, che potremmo definire “viva”, calata nella professione, per esempio i dottorati attrattivi, o anche per trovare nuovi finanziamenti, con la partecipazione a bandi di finanziamento congiunti, strumento poco utilizzato ma molto efficace per attivare partenariati nell’ambito della ricerca applicata e del trasferimento tecnologico”.
Nel suo intervento scritto, Alessandro Reali, Ordinario di Scienza delle Costruzioni al DICAr - Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura, ha sottolineato come “L'Università può recitare un ruolo di coordinamento e promozione del sapere e del saper fare, aiutando le imprese a essere competitive grazie a ricerche applicate e progetti congiunti che consentano ai giovani di entrare nel mondo del lavoro. Grandi opportunità arriveranno da un lato dal Parco Cardano, dall’altro dall'interazione con l’ecosistema dell'innovazione attivo in provincia di Pavia in vari settori importanti, come, per esempio, quello di stampo life science, quello della microelettronica e quello del packaging. Serve costruire una collaborazione bidirezionale dove l’Università inventa e le aziende innovano, che si basi su progetti e obiettivi comuni. L’Università deve potenziare gli strumenti necessari, dai dottorati industriali alla costruzione di progetti di ricerca di interesse per le imprese, dallo sviluppo di idee dall’elevato potenziale applicativo alla loro brevettazione”.