di Emanuele Gallotti
Il mio rapporto con la Lomellina, e con Vigevano in particolare, va oltre il semplice legame geografico: è parte integrante della mia storia personale. Qui ho frequentato la scuola fino alla quinta ginnasiale e qui ho trascorso, dal 1964 al 1970, gli anni dell’insegnamento presso la scuola elementare statale Regina Margherita. Era lo stesso istituto in cui, appena un anno prima del mio arrivo, erano state girate le scene de Il maestro di Vigevano, il film tratto dal celebre romanzo di Lucio Mastronardi e interpretato da Alberto Sordi. Anche per questo sento il bisogno di tornare su un dettaglio storico che continua a sfuggire all’attenzione generale, nonostante la sua rilevanza.

Un equivoco che non vuole scomparire
Nella recentissima puntata di Una Giornata Particolare, il programma di Aldo Cazzullo in onda su La7 e dedicato questa volta all’impresa di Fiume guidata da Gabriele D’Annunzio nel 1919, è riemerso un errore che da decenni fatica a essere corretto. La trasmissione, andata in onda in prima serata mercoledì 19 novembre 2025, ripercorreva il clima, le tensioni e le aspirazioni che accompagnarono l’azione politica e simbolica del Vate e dei suoi legionari: un viaggio che partiva dal Vittoriale degli Italiani per proseguire a Fiume/Rijeka, nei luoghi della Reggenza del Carnaro, con approfondimenti affidati agli inviati Claudia Benassi e Raffaele Di Placido, impegnati in un itinerario attraverso Ronchi dei Legionari, Roma, Francavilla al Mare, Venezia e la Fondazione Jonathan Collection al Campo d’Aviazione Francesco Baracca. In studio, gli storici Marco Mondini e Giordano Bruno Guerri offrivano una lettura critica di uno degli episodi più discussi del Novecento italiano.

E tuttavia, nel corso della puntata, è riemersa la svista più resistente della biografia di Eleonora Duse (foto di copertina): l’attribuzione della sua nascita a Chioggia. In realtà, la grande attrice vide la luce a Vigevano il 3 ottobre 1858. Anche questa volta la trasmissione di Cazzullo è inciampata nella medesima imprecisione, che merita finalmente di essere corretta.
Una verità storica trascurata
Non si tratta di una pignoleria locale: la documentazione è chiara. La più grande attrice italiana dell’Ottocento – musa di alcune tra le pagine più alte di D’Annunzio e fonte d’ispirazione, tra l’altro, per la raccolta Alcyone – affonda le proprie radici anagrafiche in Lomellina. Che questa verità continui a sfuggire persino a divulgatori accurati sorprende e, in parte, amareggia.
La settimana vigevanese della Duse
Nell’autunno del 1858 i genitori di Eleonora, attori girovaghi originari di Chioggia, arrivarono a Vigevano per una breve tournée al Teatro Galimberti. Con tutta probabilità la piccola Eleonora nacque il 3 ottobre non alla più celebre locanda del Cannon d’Oro, come si credette a lungo, ma nella più modesta Locanda della Torre, dove la compagnia alloggiava.
Due giorni dopo, sotto una pioggia battente, la neonata fu portata al Duomo per il battesimo dentro una piccola cassa scenica usata come riparo di fortuna: la famiglia non possedeva né una carrozza né un ombrello. Dopo appena una settimana, la compagnia lasciò la città senza lasciare tracce durature del proprio passaggio.

Un ricordo fragile ma prezioso
Nel corso degli anni, Vigevano ha più volte tentato di recuperare questo frammento della propria storia. Nel 1923 cercò persino di invitare la Duse a tornare in città; l’attrice, ormai stanca e poco incline alle celebrazioni tardive, declinò l’invito. Oggi una targa ricorda la sua nascita, benché alcuni studiosi ritengano che sia collocata nel punto sbagliato: un dettaglio che ben riflette la fragilità di questa memoria.

Perché ribadirlo è importante
Ricordare che Eleonora Duse nacque a Vigevano non è un esercizio di campanilismo, ma un atto di precisione storica. Significa restituire alla città ciò che le spetta e impedire che un’imprecisione ormai sedimentata continui così a oscurare un fatto documentato.
Non si tratta di orgoglio territoriale, ma di rispetto per la verità e per la memoria: valori che meritano attenzione, soprattutto quando riguardano una terra – la nostra Lomellina – che, anche solo per un fugace istante, ha fatto da culla a una protagonista assoluta del teatro moderno.