RICERCA

Dall’intestino al cervello: uno studio pavese svela nuovi legami tra infiammazione intestinale e Alzheimer

Una ricerca coordinata dall’Università di Pavia mostra come le malattie intestinali possano influire sul sistema di “pulizia” del cervello, aprendo nuove prospettive per la prevenzione delle patologie neurodegenerative

Dall’intestino al cervello: uno studio pavese svela nuovi legami tra infiammazione intestinale e Alzheimer

Un nuovo studio coordinato dall’Università di Pavia e pubblicato su Alzheimer’s & Dementia rivela come le infiammazioni intestinali possano compromettere il sistema di “pulizia” del cervello, favorendo processi neurodegenerativi come l’Alzheimer. La ricerca, frutto di una collaborazione tra sei atenei italiani, apre nuove prospettive per prevenire e curare le malattie neurologiche attraverso l’asse intestino-cervello.

(Foto di copertina: Cristina Lanni)

Dall’intestino al cervello

Un’infiammazione intestinale può compromettere il buon funzionamento del cervello. È quanto emerge da un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica internazionale “Alzheimer’s & Dementia: The Journal of the Alzheimer’s Association”, che esplora in profondità il cosiddetto asse “intestino-cervello”.

La ricerca, coordinata da Cristina Lanni del Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università di Pavia, mira a comprendere i meccanismi che rendono più vulnerabili i pazienti affetti da malattie infiammatorie intestinali rispetto allo sviluppo di disturbi neurologici e neurodegenerativi, come l’Alzheimer.

Coinvolti sei laboratori universitari italiani

Lo studio è il risultato di un lavoro biennale sostenuto dall’Alzheimer Association statunitense e da fondi nazionali, condotto grazie alla sinergia di sei laboratori universitari italiani.

Oltre all’ateneo pavese, hanno partecipato i gruppi di ricerca di Firenze (Carla Ghelardini e Lorenzo Di Cesare Mannelli), Genova (Anna Pittaluga), Napoli Federico II (Rosaria Meli e Giuseppina Mattace Raso) e Foggia (Luigia Trabace).

L’indagine si è avvalsa di tecniche avanzate, come risonanza magnetica e spettroscopia in vivo su piccoli roditori, per analizzare in dettaglio le modificazioni del cervello in seguito a processi infiammatori.

Il sistema glinfatico

Ogni giorno il cervello produce scorie metaboliche che devono essere smaltite. A occuparsene è il sistema glinfatico, un sofisticato meccanismo di drenaggio che utilizza i movimenti dei fluidi cerebrali – particolarmente attivo durante il sonno profondo – per mantenere il cervello “pulito”.

I ricercatori hanno scoperto che un singolo evento infiammatorio nel colon è in grado di disturbare questo sistema, alterando l’orologio biologico e la distribuzione dei fluidi nel sistema nervoso centrale. Questo squilibrio rallenta l’eliminazione delle scorie e compromette la trasmissione dei segnali tra i neuroni, generando una condizione nota come sinaptopatia.

Dall’intestino alla neurodegenerazione

I risultati indicano che un disturbo periferico, come una colite infiammatoria, può innescare nel tempo processi cerebrali disfunzionali e favorire lo sviluppo di malattie neurodegenerative.

In particolare, il malfunzionamento del sistema glinfatico sembra essere la chiave di collegamento tra l’infiammazione intestinale e i danni al sistema nervoso. Questo meccanismo potrebbe spiegare la frequente comparsa di comorbilità neurologiche nei pazienti affetti da malattie infiammatorie croniche.

Nuove prospettive terapeutiche

Ripristinare l’equilibrio del sistema glinfatico potrebbe diventare un nuovo obiettivo farmacologico, soprattutto per prevenire gli effetti neurologici associati alle malattie intestinali.

Secondo i ricercatori, comprendere quali tipi di infiammazione alterano il ritmo di “pulizia” del cervello sarà cruciale per identificare le popolazioni a rischio e sviluppare strategie di prevenzione mirate.