DIBATTITO APERTO

Corsi LGBTI+ nelle scuole, è di nuovo polemica a Pavia. Centinaio: "Si cambi idea"

"Credo che l’educazione sessuale, soprattutto di bambini così piccoli, spetti ai genitori"

Corsi LGBTI+ nelle scuole, è di nuovo polemica a Pavia. Centinaio: "Si cambi idea"
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Scontro aperto a Pavia sui corsi LGBTI+ nelle scuole: al centro del contendere la  nona edizione del progetto "Fare Bene per star bene". Il Vicepresidente del Senato Centinaio: "Condivido l’allarme lanciato in questi giorni da molte famiglie e associazioni sul progetto del Comune di Pavia, che vorrebbe portare perfino nelle scuole primarie della città corsi sulla ‘teoria gender’ tenuti da attivisti LGBTI+".

Corsi LGBTI+ nelle scuole, è di nuovo polemica a Pavia

A Pavia, il progetto “Fare bene per star bene”, promosso dall’assessorato alle Pari opportunità e dallo Sportello antidiscriminazioni, torna al centro del dibattito pubblico. L’iniziativa, giunta alla sua nona edizione, propone quattro moduli educativi su disabilità, diritti, orientamento sessuale e genere. Secondo l’assessora alle Pari opportunità, Alessandra Fuccillo, si tratta di un programma di “alfabetizzazione sentimentale” volto a prevenire ogni forma di discriminazione e a favorire un ambiente scolastico inclusivo.

Le critiche

Nonostante gli intenti dichiarati, il progetto è stato duramente contestato dal centrodestra. Il vice presidente del Senato, Gian Marco Centinaio, ha espresso preoccupazione per i corsi sulla cosiddetta “teoria gender”, ritenendoli non idonei all’ambiente scolastico.

“Condivido l’allarme lanciato in questi giorni da molte famiglie e associazioni sul progetto del Comune di Pavia, che vorrebbe portare perfino nelle scuole primarie della città corsi sulla ‘teoria gender’ tenuti da attivisti LGBTI+. Mi auguro che il sindaco Lissia e la sua giunta rivedano la loro decisione, per mantenere la scuola come un ambiente di crescita e insegnamento condiviso. Non è quello il luogo per diffondere derive ideologiche come questa, in contrasto con la realtà biologica e con i valori tradizionali condivisi da tante famiglie”, ha affermato Centinaio.

Credo che l’educazione sessuale, soprattutto di bambini così piccoli, spetti ai genitori, che possono trasmetterla ai figli nel modo che ritengono più opportuno, nel rispetto di tutti. Di sicuro, insegnamenti così delicati non possono essere affidati ad associazioni e a progetti divisivi, che utilizzano il principio condivisibile del contrasto alle discriminazioni per diffondere in realtà teorie che contrastano con le inconfutabili differenze biologiche tra uomo e donna”, ha concluso.

Il Vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio

Sulla stessa linea, Alessandro Cantoni, consigliere regionale e coordinatore pavese di Lombardia Ideale, che ha definito inaccettabile il coinvolgimento di bambini tra i 6 e i 10 anni in attività su tematiche di genere, ricordando di aver sospeso corsi simili durante il suo mandato come assessore all’Istruzione nel 2019.

"Da persona tollerante, inclusiva e mite quale penso di essere, ritengo assolutamente inopportuno e non accettabile che bambine e bambini tra i 6 e i 10 anni debbano essere coinvolti in attività didattico-pedagogiche come quelle sulle tematiche di genere tenute da ‘Coming-Aut LGBTI+’ con un approccio che mi lascia francamente molto perplesso”, ha dichiarato Cantoni.

“Mi chiedo - dice Cantoni - quali siano le motivazioni che hanno spinto l’amministrazione comunale a permettere di affrontare simili questioni nella scuola primaria e farle gestire a soggetti che hanno chiare finalità politiche e ideologiche. Questi percorsi possono fortemente condizionare le menti dei bambini in una fase di grande assorbimento andando a intaccare perciò il loro percorso di crescita ed evoluzione sia fisica sia psicologica. Lasciamo liberi i bambini di essere tali, di vivere la loro infanzia in modo spensierato - aggiunge il consigliere -, senza che vengano influenzati da militanti ‘arcobaleno’ dediti alla propaganda gender. Continuiamo a educarli al rispetto del prossimo e alla gentilezza, perché la lotta a bullismo e discriminazioni sono fondamentali e naturalmente condivisibili, ma altra materia è la questione dell’orientamento sessuale in tenera età”.

Alessandro Cantoni

Dello stesso avviso anche l'associazione Pro Vita & Famiglia Onlus che in una nota ha dichiarato:

"Questa sarebbe l’educazione sessuale che il Comune vuole trasmettere ai figli delle famiglie di Pavia? Pro Vita & Famiglia non resterà a guardare: abbiamo ricevuto le segnalazioni di genitori preoccupati e indignati e chiediamo conto al sindaco Michele Lissia, in quota PD, e all’assessore Alessandra Fuccillo, a capo delle Pari Opportunità che patrocina il progetto “Far bene per stare bene” in cui rientra l’iniziativa LGBT in questione. Chiediamo l’immediato intervento anche da parte dell’Ufficio Scolastico Regionale, guidato dalla dottoressa Lucia Volta, e all’Ufficio scolastico Territoriale di Pavia, guidato dal dottor Yuri Coppi".

Partecipazione su base volontaria

L’adesione al progetto è volontaria, e le scuole possono scegliere i moduli che ritengono più adatti. Finora, nove classi delle medie hanno partecipato ai moduli dedicati alle tematiche Lgbti, mentre tre classi della primaria hanno optato per quelli sulla disabilità, coinvolgendo complessivamente 250 studenti. L’assessora Fuccillo ha precisato che nessuna scuola primaria ha richiesto il modulo di “Coming aut” e ha difeso l’iniziativa come strumento per contrastare il bullismo e le discriminazioni: “Vogliamo evitare che bambini con due mamme o due papà si sentano diversi dai loro compagni”.

Un dibattito che divide

L’assessora Fuccillo ha ribadito che l’obiettivo del progetto è prevenire sofferenze legate all’orientamento sessuale dei giovani. Dall’altra parte, i detrattori sottolineano il rischio di un approccio ideologico poco condiviso dalle famiglie.

Il progetto “Fare bene per star bene” continua quindi a sollevare interrogativi su come bilanciare il diritto all’educazione inclusiva con il rispetto delle sensibilità culturali e familiari, mostrando quanto sia complesso affrontare temi delicati come quelli legati ai diritti, al genere e all’uguaglianza.

Commenti
M

Non ci sono parole A scuola devono insegnare bel altro

Vittoria

L’essere umano apprende in ampia misura per imitazione: conseguentemente è corretto proporre modelli maschili a soggetti geneticamente maschili, modelli femminili a soggetti geneticamente femminili. Casi particolari se eventualmente si presentassero, avrebbero necessità di interventi personalizzati. Sarebbe interessante conoscere in base a quali criteri siano state selezionate le organizzzazioni partecipanti ad un prpgetto scolastico, tra le quali figura Coming-aut Lgbti+Community Center, che manifestamente non può rappresentare la generalità delle persone interessate. In base alla Legge 107/2015 la scuola propone ai genitori i Progetti formativi PTOF e POF comprendenti attività d’istituto, integrative, extracurriculari nonché PEC Patto Educativo di Corresponsabilità: il Dirigente Scolastico è tenuto a sottoporre alla firma dei singoli Genitori tutti e tre questi documenti con esposizione particolareggiata dei progetti. Giustamente vengono sollevate a più livelli obiezioni riguardo all’opportunità dell’intervento di una organizzazione Lgbti+ , che, con le sue molteplici sfaccettature appare idonea non ad aiutare, bensì a disorientare i giovani alunni. Dott. Luciano Leone. Pediatra Comitato “ Pro-life insieme “ www.prolifeinsieme.it

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