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Consumo di suolo, in provincia di Pavia logistica e cave divorano il suolo agricolo

L'allarme di Legambiente sui dati ISPRA 2025. La provincia Pavese è tra le più colpite in Lombardia

Consumo di suolo, in provincia di Pavia logistica e cave divorano il suolo agricolo

Secondo i dati ISPRA 2025, la Provincia di Pavia è sotto forte pressione per il consumo di suolo, guidato soprattutto da progetti di logistica e ampliamento di cave. Legambiente chiede l’introduzione urgente di norme regionali vincolanti e investimenti per il recupero delle aree dismesse.

Consumo di suolo

La Provincia di Pavia emerge come una delle aree lombarde dove la cementificazione e l’erosione del suolo libero procedono in modo preoccupante. Secondo il recente rapporto ISPRA 2025 (“Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”), che analizza le trasformazioni avvenute tra il 2023 e il 2024, il Pavese è sotto pressione a causa di progetti di grande impatto.

Logistica e ampliamento cave

I nuovi consumi di suolo sono guidati in particolare dal settore della logistica, come si è verificato nel caso di Bressana Bottarone (foto di copertina). A ciò si aggiungono gli ampliamenti delle cave a Pieve del Cairo, che sottraggono aree preziose. Sebbene in misura differente, si registrano anche nuove installazioni per impianti fotovoltaici (ad esempio a Verretto), un fenomeno che Legambiente definisce di suolo “in prestito” piuttosto che definitivamente consumato, ma che impatta comunque sull’uso del territorio.

Il consumo di suolo a Bressana Bottarone (ph © Google / Airbus / CNES / Maxar Technologies 2023-25)

La situazione in Lombardia

Lo studio ISPRA delinea uno scenario regionale in cui non sono le grandi metropoli a registrare il maggiore consumo di suolo, bensì i comuni di piccole e medie dimensioni. Questi territori rappresentano il “terreno di caccia” privilegiato per operatori economici e gruppi immobiliari che cercano di realizzare i loro progetti in tempi rapidi.

A livello legislativo, l‘assenza di un quadro normativo regionale chiaro e vincolante permette che la discrezionalità amministrativa a livello comunale sia troppo spesso esposta alle pressioni di questi interessi economici. Il risultato è un consumo non omogeneo ma intensamente concentrato: ben il 35% del consumo di suolo lombardo si è verificato in appena trenta comuni, il 2% del totale regionale.

I 30 comuni lombardi ‘mangiasuolo’ nel 2024 (dati in ettari, Ha, variazione 2023-2024)

In tre province, stando all’ultimo rapporto ISPRA, nel 2024 non ci sono stati episodi macroscopici di consumo di suolo: si tratta delle lariane di Como e Lecco, e della provincia di Lodi. Qui il fenomeno si è svolto solo nella forma “molecolare” delle piccole e medie trasformazioni, registrate nella maggioranza dei comuni lombardi.

L’appello di Legambiente

“Tutelare la salute e l’estensione di suolo libero non è un’opzione, ma un percorso obbligato,” spiega Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia. “Il consumo di suolo non si fermerà, in assenza di norme efficaci. I dati lombardi, assai preoccupanti, dovrebbero spingere l’istituzione regionale non solo a consolidare le tutele esistenti, ma anche a investire progettualità e risorse economiche sulla filiera della riabilitazione delle aree dismesse, necessaria per offrire agli operatori alternative economicamente praticabili rispetto alla rapina dei suoli ancora liberi”.

L’associazione chiede alle istituzioni regionali non solo di consolidare le tutele esistenti, ma anche di investire risorse sulla filiera della riabilitazione delle aree dismesse. Questo permetterebbe di offrire agli operatori alternative economicamente sostenibili rispetto alla continua distruzione di terreni ancora liberi.

Le Pressioni della logistica

Il fenomeno del consumo di suolo è chiaramente legato a specifiche dinamiche di mercato e scelte infrastrutturali imposte al territorio, come ribadisce Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia.

“Lo sviluppo diseguale del consumo di suolo è frutto di dinamiche di mercato e di scelte infrastrutturali che il territorio è costretto a subire,” denuncia. “Il fenomeno mette in luce anche quanto il principio di discrezionalità dell’azione amministrativa sia troppo spesso inteso da alcuni comuni come una licenza di consumare suolo, soprattutto quando a spingere sono grandi gruppi, spesso multinazionali, della logistica industriale e del settore Big Tech legato ai data center.”

Giornata Mondiale del Suolo

Il 5 dicembre tornerà la Giornata Mondiale del Suolo, promossa dalla FAO, che per l’edizione 2025 ha scelto il tema cruciale: “Suoli sani per città sane” (Healthy Soils for Healthy Cities).

Un suolo in salute custodisce un ecosistema complesso, fondamentale per la resilienza degli ambienti urbani agli effetti della crisi climatica. La tutela del suolo è oggi un obiettivo prioritario anche per l’Unione Europea, con l’approvazione della nuova direttiva europea sul suolo (Soil Monitoring Law), che dovrà essere recepita dai Paesi membri entro i prossimi due anni, spingendo anche l’Italia e la Lombardia a una maggiore protezione del patrimonio terrestre.