DISCUSSIONE APERTA

Carcere di Pavia, continua la distribuzione di preservativi ai detenuti. UilPa: “Subito chiarimenti”

Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria smentisce inoltre provvedimenti nei confronti della direttrice, Stefania Mussio

Carcere di Pavia, continua la distribuzione di preservativi ai detenuti. UilPa: “Subito chiarimenti”

La distribuzione di preservativi ai detenuti della Casa Circondariale di Pavia ha scatenato polemiche tra sindacati e amministrazione penitenziaria, con dubbi su legalità, sicurezza del personale e gestione della struttura. Il DAP nel frattempo smentisce la sospensione della direttrice.

Carcere di Pavia, continua la distribuzione di preservativi

Continua a far discutere la distribuzione di preservativi ai detenuti della Casa Circondariale di Pavia. Secondo quanto segnalato dal sindacato UILPA Polizia Penitenziaria, l’iniziativa proseguirebbe nonostante le comunicazioni ufficiali del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) siano state giudicate incomplete e poco chiare. La procedura sarebbe avvenuta senza coinvolgere il personale di Polizia penitenziaria e, a quanto pare, anche al di fuori della conoscenza dei vertici del DAP.

Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA, ha sottolineato l’assenza di indicazioni ufficiali:

“Non è chiaro se la consegna dei preservativi sia stata disposta dalla direzione del penitenziario o dall’area sanitaria in autonomia. In ogni caso, se confermata, questa pratica risulterebbe del tutto illegittima e fuori da qualsiasi logica gestionale”.

Tra prevenzione e diritto all’affettività

Il sindacalista ha chiarito che la critica non nasce da pregiudizi morali:

“Ribadiamo che non ne facciamo una questione morale e non siamo affetti da qualunque forma di pregiudizio, ma è di ogni evidenza che se si temono violenze o costrizioni queste vadano prevenute e impedite. Ove il tema fosse, invece, la privazione della sessualità nei confronti dei reclusi, affrontarla con la distribuzione di preservativi e un invito implicito ad arrangiarsi alla meno peggio sarebbe pura barbarie. Anche perché è chiaro a tutti che non si tratterebbe di tollerare una sessualità ‘libera’, ma una costrizione di fatto all’omosessualità. Tutto ciò in barba anche al diritto all’affettività, per come riconosciuto dalla sentenza n. 10 del 26 gennaio 2024 della Corte Costituzionale”, aggiunge il Segretario della UILPA Polizia Penitenziaria.

Secondo De Fazio, il problema riguarda anche la sicurezza degli operatori penitenziari:

“Ciò che ci preoccupa direttamente, poi, è l’assenza di qualsiasi disposizione, informazione e misura di profilassi nei confronti degli operatori, in primis quelli del Corpo di penitenziaria che devono sorvegliare i detenuti in ogni attività durante ogni ora del giorno e della notte e che ben potrebbero sorprenderli in attività sessuali in qualche modo autorizzate dalla consegna dei preservativi, così come si pone un tema di smaltimento di quest’ultimi che parimenti non è disciplinato”

Il sindacato ha denunciato un possibile fallimento delle politiche carcerarie a livello nazionale, aggravato dall’assenza di supporto alle strutture periferiche:

“Quanto sta accadendo a Pavia, e ci chiediamo se si tratti di un caso isolato, certifica il fallimento delle politiche carcerarie adottate dal Ministero della Giustizia e dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, che si connotano anche per un sostanziale abbandono delle periferie, il quale a sua volta costringe le singole direzioni a improvvisare per come possono. Auspichiamo nuovamente pertanto che il Ministero e il DAP facciano piena luce sull’intera vicenda, anche, se del caso, disponendo opportuni accertamenti e, soprattutto, impartendo le conseguenziali disposizioni pure per superare evidenti difficoltà gestionali senza le quali, possiamo ragionevolmente supporre, nessuno si sarebbe neppure sognato di distribuire preservativi ai ristretti. Saremmo peraltro felici di essere smentiti, ma anche questa volta temiamo che non potrà essere così”.

Direttrice non sospesa

La vicenda suscita sicuramente un acceso dibattito. Tra chi può difendere l’operato della direttrice Stefania Mussio nel tentativo di affrontare questioni spesso ignorate, e chi invece chiede provvedimenti immediati per quella che può essere considerata una gestione discutibile.

Finora, la direttrice non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali. Notizie però sulla sua possibile sospensione sono state smentite dal DAP, che in un comunicato ha precisato:

“Contrariamente a quanto apparso su diversi organi di stampa, il DAP non ha disposto alcun provvedimento di sospensione nei confronti della direttrice della Casa circondariale di Pavia, Stefania Mussio”.