Aumentano i casi di sclerosi multipla: "La dieta occidentale può favorire lo sviluppo e l’evoluzione sfavorevole della malattia”
Lo studio della sclerosi multipla compie passi avanti, ma l'influenza di stili di vita e alimentazione sulla malattia resta un tema centrale della ricerca

“La dieta occidentale può favorire lo sviluppo e l’evoluzione sfavorevole della sclerosi multipla”: Roberto Bergamaschi, responsabile dell’Unità di Ricerca della Fondazione Mondino di Pavia, torna a occuparsi a tempo pieno dell’attività di ricerca per comprendere meglio i fattori alla base di questa patologia ancora poco conosciuta.
Ritorno alla ricerca per Roberto Bergamaschi
Roberto Bergamaschi, responsabile dell’Unità di Ricerca della Fondazione Mondino di Pavia, è pronto a concentrarsi nuovamente sull’attività scientifica dopo aver ricoperto, per quasi tre anni, il ruolo di direttore scientifico dell’Istituto pavese. La Fondazione Mondino, riconosciuta come un Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs), si distingue per l’eccellenza nell’assistenza clinica e nella ricerca, affrontando una serie di condizioni neurologiche, tra cui la sclerosi multipla, una malattia infiammatoria e neurodegenerativa che colpisce il sistema nervoso centrale.
Oggi, l'unità di ricerca guidata da Bergamaschi è al centro di progetti ambiziosi che mirano a comprendere meglio i fattori alla base di questa patologia ancora poco conosciuta. Seppure i progressi siano significativi, la ricerca continua a rivelare nuovi aspetti sulla sua evoluzione e prevenzione.
I fattori di rischio: un mix di genetica e ambiente
“La sclerosi multipla è una malattia multifattoriale”, spiega Bergamaschi, “la predisposizione genetica e l'esposizione precoce a infezioni virali sono elementi che possono giocare un ruolo, ma non sono sufficienti da soli a scatenare la patologia”.
L’attenzione della ricerca si sta quindi concentrando su fattori ambientali e stili di vita, in particolare sull'importanza di intervenire per ridurre l’esposizione a quei fattori che aumentano il rischio di sviluppare la malattia.
Tra i più significativi, oltre alla genetica, ci sono l'abitudine al fumo, l'alimentazione poco salutare, l’inattività fisica e l'inquinamento atmosferico. Tuttavia, i cambiamenti comportamentali, come una dieta più equilibrata e l’esercizio fisico regolare, risultano intervenire positivamente sulla salute dei pazienti.
La dieta occidentale: un nemico invisibile
Un punto cruciale della ricerca è l’influenza della dieta, soprattutto della “dieta occidentale”, caratterizzata da un elevato consumo di grassi animali e alimenti processati industrialmente.
“Questi alimenti, ricchi di sostanze infiammatorie, possono contribuire a peggiorare l'evoluzione della malattia, specialmente nei giovani, che sono più esposti al rischio di sviluppare sclerosi multipla, soprattutto se in sovrappeso”, afferma Bergamaschi.
L’interazione tra alimentazione e microbiota intestinale è un altro ambito di studio. Una dieta infiammatoria, infatti, può alterare la flora batterica intestinale, favorendo l’insorgenza di processi infiammatori dannosi. Questi cambiamenti potrebbero accelerare lo sviluppo della malattia, aggravandone la progressione. Pertanto, modificare l'alimentazione e favorire il consumo di frutta, verdura e cibi anti-infiammatori potrebbe essere una strategia preventiva efficace.
Le nuove terapie
Se la dieta e lo stile di vita giocano un ruolo importante nella prevenzione, anche le terapie stanno facendo enormi progressi. Negli ultimi 25 anni, le opzioni terapeutiche per la sclerosi multipla sono aumentate notevolmente. Oggi, circa una quindicina di farmaci sono riconosciuti come efficaci e ampiamente utilizzati per trattare la malattia, riducendo il rischio di ricadute e rallentando la progressione della disabilità neurologica.
Trapianto di cellule staminali neurogene
Tuttavia, la sfida più grande resta quella di garantire ai pazienti una cura adeguata e tempestiva, attraverso centri specializzati e monitoraggio continuo. La ricerca è in pieno sviluppo, con numerosi studi clinici, tra cui circa venti trial in corso, che stanno valutando nuove terapie. In particolare, una delle innovazioni più promettenti è il trapianto di cellule staminali neurogene, una terapia che potrebbe presto essere sperimentata su larga scala in collaborazione con altri centri di ricerca.
Casi in aumento
Infine, Bergamaschi segnala un dato allarmante: il numero di persone affette da sclerosi multipla è in costante aumento. Questo fenomeno, sebbene legato anche a una maggiore capacità diagnostica, sembra essere influenzato dalla crescente esposizione ai fattori di rischio ambientali e comportamentali. Nonostante ciò, le terapie sempre più avanzate offrono speranza, migliorando la qualità di vita dei pazienti e rallentando l’evoluzione della malattia.