Anniversario morte Giulio Regeni: in università a Pavia uno striscione per chiedere verità
Sono passati 6 anni dal rapimento del ricercatore universitario e giornalista, avvenuto il 25 gennaio 2016.
Anniversario dalla morte di Giulio Regeni: in università a Pavia lo striscione dell’UDU per chiedere verità.
Anniversario morte Giulio Regeni
Anche l’Università di Pavia si colora di giallo. In occasione dell’anniversario della morte di Giulio Regeni, i rappresentanti degli studenti del Coordinamento per il Diritto allo Studio – UDU hanno esposto nel Cortile Volta dell’ateneo ticinense lo striscione “Verità per Giulio Regeni” di Amnesty International. All’iniziativa hanno aderito le associazioni di rappresentanza della Rete degli Studenti Medi e dell'ADI – Dottorandi e Dottori di ricerca in Italia.
Sono passati 6 anni dal rapimento del ricercatore universitario e giornalista, avvenuto il 25 gennaio 2016. Alcuni giorni dopo, il corpo fu ritrovato nelle vicinanze di una prigione dei servizi segreti egiziani, quasi irriconoscibile: il lungo pestaggio aveva infatti lasciato ben evidenti tagli, ossa rotte, denti rotti e lividi. Per fare giustizia, è stato avviato un procedimento giudiziario presso la terza sezione delle Corte d'Assise del Tribunale di Roma che vede imputati quattro esponenti dei servizi militari egiziani, accusati di sequestro di persona e omicidio pluriaggravato. Dopo un primo stop dovuto all’impossibilità di notificare agli imputati l’iscrizione nel registro degli indagati per via della mancata collaborazione delle autorità egiziane, il 10 gennaio il processo è ripreso. Durante l’udienza, infatti, i giudici hanno chiesto l’intervento del governo per sbloccare il processo a carico dei quattro agenti.
"Una ferita aperta"
Simone Agutoli, segretario del Coordinamento per il Diritto allo Studio dichiara: “La morte di Giulio Regeni è ancora una ferita aperta nella comunità accademica: Giulio era un dottorando dell’Università di Cambridge che stava svolgendo un’attività di ricerca sui sindacati indipendenti del Paese africano presso l’Università Americana del Cairo. La sua morte, così come la lunga detenzione di Patrick Zaki, hanno rappresentato una grave violazione dei diritti umani, nonché della libertà accademica che deve essere garantita a tutti gli appartenenti al mondo universitario, a prescindere dal luogo o dai temi trattati. Con l’esposizione dello striscione chiediamo verità e giustizia; con lo striscione chiediamo alle istituzioni italiane ed europee un impegno concreto affinché il governo egiziano contribuisca fattivamente a fare luce su questo odioso crimine”.
Nicholas Nese, coordinatore dell’Associazione Dottorandi Pavesi (ADI Pavia) ricorda che la comunità dei dottorandi è sempre stata vicina alla famiglia Regeni e in prima linea nella richiesta di verità. L’accesso alla cultura e la libertà di fare ricerca sono un diritto imprescindibile ma in continuo pericolo; è quindi fondamentale ribadire la nostra richiesta per tutelare questo diritto, oggi e sempre.
Il Coordinamento per il Diritto allo Studio, insieme alla Rete e all’ADI, ringrazia l’Università di Pavia per il sostegno e la visibilità data all’iniziativa sui propri canali istituzionali, nell’alveo degli appelli lanciati dalla CRUI per chiedere giustizia.