STOP INVASIONE CIBO STRANIERO

Anche agricoltori pavesi tra i diecimila in mobilitazione al Brennero per fermare il “fake in Italy”

Ettore Prandini, Presidente Coldiretti: "Troppi prodotti stranieri diventano italiani varcando i nostri confini"

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Agricoltori Coldiretti in mobilitazione al Brennero per dire stop all'invasione di cibo straniero spacciato per italiano. In diecimila alla frontiera, presente anche delegazione dalla provincia di Pavia.

La delegazione di Coldiretti Pavia al Brennero

Coldiretti in mobilitazione al Brennero

Per fermare l’invasione di prodotti alimentari stranieri spacciati per italiani che mettono a rischio la salute dei cittadini e il futuro dell’agroalimentare tricolore, migliaia di agricoltori della Coldiretti da tutte le regioni hanno lasciato le proprie aziende per andare a presidiare il valico del Brennero e smascherare il "Fake in Italy" a tavola. Presente anche una delegazione di agricoltori pavesi guidati dal Presidente di Coldiretti Pavia Silvia Garavaglia.

Verificato il contenuto dei tir

Ieri, lunedì 8 aprile 2024, a partire della mattina presto, nell’area di parcheggio “Brennero” al km 1 dell’autostrada del Brennero- direzione sud (Austria-Italia). Gli agricoltori della Coldiretti, guidati dal presidente Ettore Prandini, hanno verificato il contenuto di tir, camion frigo, autobotti con la collaborazione determinante delle forze dell'ordine.

Un’azione resa necessaria dagli arrivi incontrollati di alimenti dall’estero che spesso non rispettano le stesse regole di quelli nazionali e fanno così concorrenza sleale alle produzioni italiane, facendo crollare i prezzi pagati agli agricoltori. 

Cosce di maiale danesi e uva indiana

E cosa hanno potuto rilevare all'interno dei tir? Cosce di maiale danesi dirette a Modena che rischiano di diventare prosciutti italiani, uva indiana spedita a Novara, frutta sudafricana proveniente dalla Moldavia con direzione Sicilia ma anche preparati industriali a base di uova fatti in Polonia e attesi a Verona. E anche un tir carico di grano senza tracciabilità.

Sono solo alcuni esempi del “fake in Italy” scoperti dalla Coldiretti in mobilitazione al Brennero per dire stop all’invasione di cibo straniero spesso venduto come nazionale, con l’avvio di una grande raccolta di firme per una proposta di legge europea di iniziativa popolare che porti a estendere l’indicazione dell’origine in etichetta su tutti i prodotti in commercio nell’Unione Europea.

"Sono preoccupanti gli arrivi di cosce di maiale dal Nord Europa già pronte – sottolinea Coldiretti - per essere lavorate e magari diventare prosciutti venduti sul mercato con nomi del tipo “nostrano” o “di fattoria”. Ma c’è anche l’uva indiana diretta a Novara che entra nel nostro Paese in confezioni che non rispettano le normative e che dovranno dunque essere sostituite, con il dubbio che possa essere cambiata".

Ma tra i prodotti scoperti nel corso dei controlli ci sono anche 25mila chili di latte austriaco diretti a Brescia, 23mila chili di pere dal Belgio dirette a Taranto, cipolle dell’est Europa spedite a Parma, formaggi con nome italiano fatti nel Nord Europa, tulipani olandesi in viaggio per Verona, 21mila di chili di patate “nordiche” spedite a Crotone, prodotti da forno, carne di maiale e molto altro.

Le verifiche dei tir al Brennero

La mobilitazione continua

La mobilitazione non si ferma con gli agricoltori della Coldiretti che restano alla frontiera anche oggi, martedì 9 aprile 2024, per continuare con la verifica dei carichi di tir e autobotti in arrivo. Per l’occasione sarà svelata la black list 2024 dei prodotti stranieri più pericolosi, con l’analisi settore per settore sui cibi contaminati scoperti dopo essere entrati nel nostro Paese.

“Ci dicevano che al Brennero non avremmo trovato camion in ingresso che trasportavano prodotti agroalimentari come li avevamo trovati negli anni passati- ha detto il presidente di Coldiretti Ettore Prandini – purtroppo i fatti hanno dimostrato esattamente il contrario. Troppi prodotti stranieri diventano italiani varcando i nostri confini. Questo non è più accettabile e vale per tutti i prodotti.

Vogliamo una giusta trasparenza rispetto a quelle che sono le informazioni che devono essere date ai cittadini: per questo - conclude Prandini - serve l'obbligo di origine a livello europeo. Poi siano i cittadini a scegliere con consapevolezza cosa acquistare”.

Coldiretti in mobilitazione al Brennero
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