Al San Matteo curata fibrillazione atriale con una tecnologia mai usata prima
Il Policlinico tra i primi dieci centri in Europa a utilizzare una tecnologia rivoluzionaria nella lotta contro i disturbi del ritmo cardiaco

Innovazione al San Matteo, eseguito con successo intervento di ablazione della fibrillazione atriale: la struttura di Aritmologia del Policlinico pavese tra i primi dieci centri in Europa a utilizzare una tecnologia rivoluzionaria nella lotta contro i disturbi del ritmo cardiaco.
Innovazione al San Matteo
Un importante passo avanti nella cura delle aritmie cardiache è stato compiuto al Policlinico San Matteo di Pavia, dove è stato eseguito con successo il primo intervento con il sistema di mappatura e ablazione Affera, una tecnologia d’avanguardia che permette di trattare le aritmie in modo più rapido, preciso e sicuro.
Grazie a un solo catetere, questo innovativo sistema consente l’erogazione sia di radiofrequenza sia di elettroporazione, offrendo un duplice approccio terapeutico in un’unica procedura. La sua capacità di fornire una mappatura ad alta risoluzione dell’anatomia cardiaca migliora l’efficacia e la sicurezza del trattamento.
Il San Matteo è tra i primi dieci ospedali dell’Europa Occidentale ad adottare questa tecnologia all’avanguardia.
Su paziente 65enne
Il primo paziente a beneficiare di questa nuova tecnologia è stata una donna di 65 anni affetta da fibrillazione atriale e tachicardie atriali recidivanti, non più gestibili con la sola terapia farmacologica. L’intervento, eseguito dal team della Struttura Semplice di Aritmologia ed Elettrofisiologia, ha permesso di trattare diverse forme di aritmia con esito positivo. La paziente è stata dimessa in buone condizioni dopo soli due giorni.
“Il caso non era tra i più semplici – ha spiegato il dottor Roberto Rordorf, responsabile della struttura – ma il nuovo sistema ci ha consentito di portare a termine l’intervento in tempi ridotti e con elevati standard di sicurezza”.
Equipe multidisciplinare
Oltre al dottor Rordorf, l’équipe era composta dai cardiologi Antonio Sanzo e Barbara Petracci, dall’anestesista Monica Toscani e dal team infermieristico formato da Maria Vampore, Martina Figura, Kadjia Ouisadaane e Roberto Viadana. La collaborazione tra professionisti di diverse specializzazioni ha contribuito in modo determinante al successo della procedura.
“Siamo orgogliosi di poter offrire ai nostri pazienti le tecnologie più avanzate disponibili oggi – ha dichiarato il professor Leonardo De Luca, direttore della Struttura Complessa di Cardiologia –. Dopo essere stati tra i primi in Italia a introdurre l’elettroporazione, compiamo un ulteriore progresso integrando mappaggio e terapia in un unico sistema”.
Centro di riferimento nazionale
La Cardiologia del San Matteo si conferma così tra i centri di riferimento nazionali per il trattamento delle aritmie cardiache. Ogni anno, l’équipe di elettrofisiologia – formata da Barbara Petracci, Enrico Baldi, Alessandro Vicentini, Simone Savastano, Antonio Sanzo e Roberto Rordorf – esegue circa 950 procedure, di cui 300 ablazioni, a testimonianza dell’elevato livello di specializzazione raggiunto.
Cos'è la fibrillazione atriale
La fibrillazione atriale (FA) è l’aritmia cardiaca più comune e rappresenta una delle principali sfide sanitarie in Italia, interessando circa il 2% della popolazione generale e oltre il 10% degli over 75. Ogni anno vengono diagnosticati circa 120.000 nuovi casi.
Questo disturbo del ritmo è associato a un aumentato rischio di ictus, insufficienza cardiaca e mortalità, rendendo cruciale una diagnosi precoce e l’adozione di trattamenti efficaci. È fondamentale identificare e trattare la fibrillazione atriale nelle fasi iniziali, per prevenire l’evoluzione verso forme più persistenti e resistenti, che possono causare scompenso cardiaco e danni valvolari.
Tra le opzioni terapeutiche figurano i farmaci, la cardioversione elettrica e l’ablazione transcatetere, oggi considerata – sulla base di solide evidenze scientifiche – il trattamento più efficace per la fibrillazione atriale.
Questa procedura, eseguita in sedazione profonda o anestesia generale, prevede l’introduzione di uno o più cateteri nel cuore tramite le vene periferiche. Le aree responsabili dell’aritmia vengono trattate con energie termiche (radiofrequenza o crioenergia) o con l’elettroporazione, una tecnica più recente con un eccellente profilo di sicurezza. Nella maggior parte dei casi, il ricovero post-procedura dura da 2 a 3 giorni.