A Pavia la casa delle vite ritrovate accoglie chi vuole uscire dal tunnel delle dipendenze
Don Arturo Cristani, responsabile e formatore dell’area giovani e dipendenze della Casa del Giovane, racconta la sua esperienza
Il cammino di don Arturo Cristani per aiutare gli ospiti della “Casa del giovane” di Pavia a uscire dal tunnel della tossicodipendenza, seguendo la via tracciata dal venerabile don Enzo Boschetti.
#UnitiPossiamo
#UNITIPOSSIAMO è l’hashtag della nuova campagna della Conferenza Episcopale Italiana che intende sensibilizzare i fedeli e si sofferma sul valore della donazione. I sacerdoti non sono i soli protagonisti, ma condividono questo ruolo con l’intera comunità.
“La campagna 2022 fa perno sulla comunità e sul suo valore nella società. Abbiamo pensato che fosse giusto ed efficace dare spazio e visibilità - spiega il responsabile del Servizio Promozione per il sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni - non solo ai sacerdoti ma anche a quelle realtà che, grazie ai propri pastori, sono sempre più unite nei valori cristiani, e che senza il loro prezioso punto di riferimento non potrebbero sopravvivere. Lo spot ruota intorno al concetto dell’unione e degli obiettivi che si possono raggiungere insieme.”
Le comunità sono vere e proprie protagoniste, motori delle numerose attività, coese intorno al proprio parroco, un amico cui rivolgersi nel momento del bisogno e con cui condividere i momenti importanti della propria vita.
La Casa del Giovane di Pavia
E a confortare e supportare tanti ragazzi che provano a riemergere dal mondo sommerso della tossicodipendenza ci pensa don Arturo Cristani, responsabile e formatore dell’area giovani e dipendenze della Casa del Giovane di Pavia, fondata mezzo secolo fa da don Enzo Boschetti, scomparso nel 1993 e dichiarato venerabile nel 2019.
La Comunità, nata nel 1971 nell’oratorio della parrocchia del SS.Salvatore per accogliere alcuni giovani con disagi e problemi di tossicodipendenza, è cresciuta, nel corso degli anni, di numero e di volontari, laici e religiosi, fino a essere riconosciuta, l’11 febbraio del 1992, dal Vescovo di Pavia, come “Associazione privata di fedeli della Casa del Giovane”.
Un percorso in continua evoluzione, consolidato anche dall’apertura di nuove realtà di accoglienza e dall’inserimento nell’equipe di diverse figure professionali e qualificate, che don Arturo, originario di Lodi, conosce benissimo per aver svolto in questa struttura, nel 1988, il servizio civile. E da quell’esperienza ha deciso di non andarsene più, esercitando nella Casa anche il suo ministero sacerdotale. Oggi opera nella Casa assieme ad altri tre sacerdoti e ad alcuni fratelli e sorelle - consacrati e laici - appartenenti alla Fraternità di Vita Casa del Giovane.
“Quando chiesi informazioni sulle opzioni per poter svolgere il servizio civile, la possibilità offerta dalla Cdg mi apparve affascinante – spiega don Arturo Cristani a Manuela Borraccino nel filmato “La casa delle vite ritrovate: a Pavia per uscire dal tunnel” – noi giovani eravamo coinvolti da questi obiettivi di non violenza, di pace”.
Una prospettiva che nel corso degli anni si è concretizzata in una realtà molteplice che oggi abbraccia circa settanta educatori e un centinaio di ospiti nelle comunità residenziali e altri sessanta nei quattro centri diurni. Vengono assistiti nell’ambito della Fondazione “don Enzo Boschetti Comunità Casa del giovane onlus”, ente gestore del patrimonio della comunità, e dell’omonima cooperativa, una società a scopo mutualistico, che, in quanto ente gestore dei servizi della Comunità, opera su quattro aree di intervento: “Minori”, “Giovani e Dipendenze”, “Donne” e “Salute mentale”.
Un’azione che si articola anche attraverso laboratori di formazione e di indirizzo al lavoro perché la ricostruzione della propria vita, oltre che sulla liberazione dalla dipendenza, si sviluppa lungo il sentiero dell’autonomia.
“È davvero una soddisfazione quando assisti al percorso che vede questi ragazzi entrare in comunità e trovarsi in difficoltà - spiega uno dei formatori del laboratorio di cucina - e poi, passo dopo passo, li vedi compiere un cammino che, tra le altre cose, conduce anche all’apprendimento di un mestiere e quindi a trovare un’occupazione”.
Non sono esperienze facili. “La forza di condividere questi cammini di vita che sono spesso martoriati - racconta don Arturo -, carichi di fatica, di buio, di sofferenze a volte non risolvibili, la trovo nello sguardo del nostro fondatore che riusciva a cogliere la persona al di là del suo problema e della sua storia”.
Le tossicodipendenze in Italia
Un impegno che è anche un’urgenza in una Regione flagellata dal problema delle dipendenze: la relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia, presentata lo scorso maggio dal Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha certificato, nel 2021, il coinvolgimento nei primi posti delle graduatorie nazionali della Lombardia per i dati relativi al numero di persone denunciate all’Autorità giudiziaria per reati droga-correlati (più di 4 mila) e per numero di operazioni antidroga condotte (3.729).
A fronte di questa emergenza, non mancano passione e dedizione. Un educatore della struttura ricorda di “aver studiato per lavorare in questo ambito: è un servizio che ci permette di scoprire le storie di tanti che giungono qui anche dopo un cammino comunitario, una scelta che li porta a conoscere se stessi”.
La Casa del Giovane è un luogo in cui l’incontro vale per tutti, per chi ha la responsabilità dell’educare e per coloro che arrivano per riprendersi.
“Se ci si incontra - conclude don Arturo - vuol dire che possiamo fare un pezzo di strada assieme: la forza nasce dalla consapevolezza che quella strada intrapresa dai ragazzi che ospitiamo si sta percorrendo anche grazie a me e agli educatori”.
La campagna: spot tv, radio, web, stampa
Ideata e prodotta da Casta Diva Group la campagna della Conferenza Episcopale Italiana, on air fino a fine dicembre, si snoda tra spot tv, radio, web, stampa e racconta, attraverso scorci di vita quotidiana, il ruolo chiave della “comunità”: dalle attività del doposcuola alle partite di calcio nell’oratorio, dall’impegno dei volontari a quello degli anziani, dall’assistenza all’ascolto dei più bisognosi.