A Pavia bodycam contro le aggressioni per medici e infermieri del 118
Dieci le telecamere in dotazione in provincia, saranno attivate in caso di minacce, violenza fisica o verbale
A Pavia arrivano le Boducam per gli operatori sanitari: 10 quelle assegnate in provincia come misura per prevenire le aggressioni nei confronti di medici, infermieri e soccorritori.
Bodycam per gli operatori sanitari
L’AREU (Agenzia regionale per la gestione dell’emergenza e urgenza) della Lombardia ha firmato un accordo con i sindacati di Pavia per dotare gli operatori sanitari di bodycam, videocamere indossabili durante i turni di lavoro. Queste telecamere sono state introdotte come misura per prevenire le aggressioni nei confronti di medici, infermieri e soccorritori, un problema diffuso non solo a Pavia, ma in tutta Italia.
Le aggressioni
Nel 2023, gli operatori sanitari in provincia di Pavia hanno subìto 223 aggressioni, quasi una al giorno. A livello nazionale, le aggressioni sono state oltre 12.000 (per la precisione 12.321), secondo i dati diffusi dal Ministero della Salute. Il pronto soccorso è il reparto più a rischio, con numerosi casi di violenza fisica e verbale contro il personale sanitario. Il problema delle aggressioni è così grave tanto da scoraggiare i nuovi medici dall'intraprendere una carriera nei pronto soccorso.
Le regioni con il maggior numero di aggressioni segnalate sono Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte. Tuttavia, il numero reale di aggressioni è probabilmente più alto, poiché il 69% degli operatori sanitari non denuncia gli episodi di violenza, spesso per sfiducia nel sistema giudiziario.
Come funzionano
In risposta a questa situazione, AREU e Regione Lombardia hanno investito nella prevenzione. Il progetto delle bodycam è stato annunciato nel luglio 2022, con un investimento di 1,5 milioni di euro. Le bodycam sono state introdotte con un accordo a Pavia a metà marzo 2023.
L'utilizzo delle bodycam è volontario e prevede che la videocamera sia tenuta in standby e attivata dall'operatore in caso di necessità. I video vengono cancellati dopo 7 giorni se non richiesti dall’autorità giudiziaria e le bodycam non hanno dispositivi di geolocalizzazione, a tutela della privacy dei lavoratori.
Le 10 bodycam destinate alla provincia di Pavia sono state assegnate alle postazioni AREU di Pavia, Vigevano, Voghera, Broni, Mede e Mortara. Attualmente, le bodycam sono state fornite solo agli equipaggi dei mezzi di soccorso avanzato, ma verranno successivamente distribuite anche alle ambulanze con equipaggi di soli soccorritori, dopo la stipula degli accordi sindacali.
850 in Lombardia
La sperimentazione delle bodycam in Lombardia è stata avviata a inizio maggio 2024 nelle province di Bergamo e Monza e prevede la distribuzione di 850 dispositivi su tutto il territorio lombardo entro l’estate. Un progetto che dimostra l'impegno della Regione Lombardia nel garantire la sicurezza degli operatori sanitari e nel rendere gli ospedali luoghi sicuri sia per i pazienti che per il personale.
“La sicurezza è una priorità per tutti i cittadini. In particolar modo, per gli operatori sanitari, negli ultimi anni sempre più vittime di aggressioni – ha affermato l’assessore regionale alla Sicurezza e Protezione Civile, Romano La Russa -. L’ospedale deve essere un luogo di cura sicuro e protetto, sia per i pazienti che per gli stessi operatori. Questo ambizioso progetto dimostra il nostro impegno concreto nel garantire le risorse necessarie per rendere il lavoro più sicuro”.
“Questa iniziativa – gli fa eco l’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso – va nella direzione di garantire la massima sicurezza ai nostri operatori sanitari, soprattutto quelli in prima linea come soccorritori, infermieri e medici impegnati nei servizi di emergenza. La Lombardia è assolutamente all’avanguardia nella tempestività e nel coordinamento dei soccorsi. Vuole esserlo anche in tema di sicurezza, implementando, tra le prime Regioni in Italia un progetto di questo tipo”.
Trovo strano che le persone aggrediscano chi deve prestare loro le cure. Le telecamere sono sicuramente un deterrente, tuttavia nell'interesse comune, credo sia più opportuno indagare e diffondere pubblicamente quale sia il reale motivo dell'aumento di aggressioni al personale medico.