Ferrera Erbognone

A Ferrera Erbognone nasce una tecnologia alternativa per lo smaltimento dei fanghi biologici

L’Azienda Agricola Allevi ha presentato una richiesta per un impianto che consentirà l’essicamento e il conseguente recupero tramite ossidazione termica dei fanghi per limitarne il loro riutilizzo in agricoltura.

A Ferrera Erbognone nasce una tecnologia alternativa per lo smaltimento dei fanghi biologici
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Una tecnologia alternativa per lo smaltimento dei fanghi biologici: nasce a Ferrera Erbognone nell'azienda Agricola Allevi. L’imprenditrice Michela Allevi: “Siamo tra le prime realtà nel settore ad assecondare i principi programmatori di Regione Lombardia in questo campo”.

Tecnologia alternativa per lo smaltimento dei fanghi biologici

L’Azienda Agricola Allevi, realtà che opera da oltre quarant’anni nella lavorazione e nell’impiego in agricoltura di sottoprodotti e scarti organici di origine civile e agro-industriale, guarda al futuro in linea con i principi programmatori di Regione Lombardia in materia di riutilizzo e valorizzazione dei fanghi biologici. L’azienda con sede a Ferrera Erbognone ha presentato una richiesta di autorizzazione per la realizzazione di un impianto altamente tecnologico.

“La Regione, anche attraverso il suo piano programmatico di gestione rifiuti, ha più volte esplicitamente richiesto ai centri di trattamento come il nostro di esaminare la concreta possibilità di trasformare parte degli impianti, rivolti oggi alla produzione per il solo mondo agricolo, al fine di valorizzare tramite trattamenti alternativi il recupero dei fanghi biologici di depurazione, riducendo così i quantitativi di biomasse distribuite sui suoli agricoli” spiega Michela Allevi, titolare dell’azienda lomellina.

Ed aggiunge: “Il proliferare delle autorizzazioni allo spandimento rilasciate in questi ultimi decenni, le limitazioni temporali nel periodo invernale imposte alle operazioni di distribuzione in campagna e una soggettiva, e quindi diversa, sensibilità delle varie aziende autorizzate al recupero dei fanghi in merito alla gestione dei trattamenti e delle distribuzioni, ci hanno spinto a compiere una scelta di campo, ovvero assecondare la richiesta della politica di trovare un’alternativa al solo riutilizzo per fini agronomici”.

Michela Allevi

Il progetto

L’analisi delle possibili valide alternative all’utilizzo agricolo dei fanghi ha portato i vertici dell’azienda a seguire l’unica via giudicata effettivamente percorribile, ovvero l’essiccamento ed il conseguente recupero tramite ossidazione termica. Il nuovo progetto consentirà ad azienda Agricola Allevi di gestire al proprio interno una pluralità di linee dedicate al recupero dei fanghi e quindi di garantire un servizio ancora più puntuale ai depuratori. Nasce così il progetto di un impianto di ossidazione termica che, stando ai piani, sorgerà accanto all’attuale struttura della cascina Gallona, in un’area a lato della strada che porta in azienda.

“Pur essendo convinti della bontà e sicurezza dell’utilizzo di biomasse come valido apporto di sostanza organica e elementi fertilizzanti, abbiamo preso atto che siamo in presenza di segnali che stanno ad indicare la volontà del legislatore di ridurre progressivamente l’utilizzo dei fanghi in agricoltura.  - spiega l’imprenditrice Michela Allevi – D’altra parte, il trattamento e lo smaltimento dei fanghi biologici prodotti dai depuratori posti a presidio delle acque reflue è assolutamente indispensabile e da considerarsi servizio di pubblica utilità a prescindere dall’utilizzo agricolo.

Non a caso le criticità verificatesi nel recente passato dovute anche alla temporanea interruzione a livello nazionale della filiera del recupero di biomasse in agricoltura hanno evidenziato a tutti e anche a noi operatori la necessità di disporre di impianti che possano essere molto versatili ed in grado di sopperire alle richieste dell’utenza e garantire la continuità del servizio di pubblica utilità svolto”.

Diversi motivi, sia di natura economica che legislativa, hanno convinto l’azienda Allevi che l’unica via alternativa attualmente percorribile è l’essiccamento e il conseguente recupero energetico tramite ossidazione termica.

Così l’imprenditrice Michela Allevi: “Stiamo quindi valutando la possibilità di ridurre gradualmente ed in modo parziale l’utilizzo agronomico dei fanghi di depurazione affiancando agli impianti esistenti una nuova linea di trattamento a tecnologia avanzata. La nuova sezione di impianto sarà in grado di essiccare parte dei quantitativi già autorizzati in ingresso per poi successivamente valorizzarli tramite recupero energetico, così come contemplato dal nuovo Programma di gestione fanghi di Regione Lombardia”.

Rendering Impianto

La nuova iniziativa non comporterà né un aumento di quantitativi trattati, né un aumento di viaggi al giorno rispetto a quelli già attualmente autorizzati, anzi consentirà una diminuzione del numero dei mezzi di trasporto, dato che il futuro trattamento ridurrà del 75% la massa complessiva iniziale, contrariamente a quanto accade al materiale destinato al compostaggio o allo spandimento che, dopo il trattamento, deve essere nuovamente trasportato fino ai campi che necessitano di fertilizzazione. Le caratteristiche costruttive garantiscono che tutte le operazioni avverranno in ambienti confinati e presidiati e in terreni industriali. La futura linea avrà inoltre un impatto positivo sull’occupazione del territorio.

Assunzione di personale specializzato

“Si prevede anche l’assunzione di nuovo personale specializzato, - spiega Michela Allevi - oltre al mantenimento dei livelli occupazionali già oggi dedicati alle attività di trattamento di fanghi e produzione di compost e solfati proteici”.

Particolare attenzione verrà dedicata allo studio di sezioni innovative collegate al recupero del solfato ammonico e del fosforo, per tentare di corrispondere sempre più ai principi dell’economia circolare e proseguire nel cammino storicamente intrapreso dall’azienda, a salvaguardia di risorse preziose per l’ambiente che ci circonda.

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