ECONOMIA

Crisi Terre d’Oltrepò: senza fondi, a rischio la vendemmia 2025. Centinaio: "Serve commissariamento urgente"

Impianti fermi, fornitori in fuga, governance assente: i collegi sindacali lanciano l’allarme

Crisi Terre d’Oltrepò: senza fondi, a rischio la vendemmia 2025. Centinaio: "Serve commissariamento urgente"
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Le cantine Terre d’Oltrepò, tra Broni e Stradella, rischiano il blocco totale a causa di una grave crisi economica e gestionale. I collegi sindacali denunciano l’assenza di interventi istituzionali e chiedono un’immissione urgente di capitale per salvare la vendemmia 2025. Il vicepresidente del Senato Centinaio, invece, propone il commissariamento urgente.

Crisi Terre d’Oltrepò

Le cantine Terre d’Oltrepò di Broni, sono a un passo dalla paralisi. Una crisi economico-finanziaria senza precedenti sta mettendo in ginocchio una delle realtà cooperative più rappresentative della viticoltura lombarda. A lanciare l’allarme sono i collegi sindacali delle due società, Terre d’Oltrepò S.C.A.P.A. e Terre d’Oltrepò S.p.A., che in una comunicazione ufficiale denunciano una situazione prossima al punto di non ritorno.

Impianti a rischio stop

Le risorse economiche a disposizione non bastano neppure per avviare le manutenzioni indispensabili agli impianti. Una condizione che potrebbe impedire alle cantine di accogliere i conferimenti dei soci per la vendemmia 2025, compromettendo l'intera stagione produttiva. Il timore, ormai concreto, è quello di una chiusura operativa totale, con conseguenze disastrose per i viticoltori del territorio.

I fornitori

La rete dei fornitori, già esposta per crediti pregressi non saldati, non sembra più disposta a sostenere ulteriori rischi. Alcuni hanno già avviato azioni legali per ottenere il pagamento dei propri crediti, mentre le banche hanno iniziato a revocare i fidi, aggravando la carenza di liquidità. I clienti risultano inadempienti e l’intero impianto cooperativo mostra segni di cedimento strutturale.

La governance

A complicare ulteriormente lo scenario è l’instabilità della governance. Il consiglio di amministrazione della S.C.A.P.A., eletto all’inizio dell’estate con l’appoggio delle associazioni di categoria, di Confcooperative e della stessa Regione Lombardia, si è dimesso dopo pochi giorni. L’assenza di una guida effettiva ha bloccato anche la procedura di composizione negoziata della crisi, formalmente avviata a inizio luglio, ma subito rallentata da questa nuova impasse.

I collegi sindacali, per norma, possono agire solo per l’ordinaria amministrazione e per convocare le assemblee dei soci: un limite operativo che impedisce decisioni strategiche, proprio mentre la situazione richiederebbe interventi straordinari e urgenti.

Appello alle istituzioni

Secondo i collegi sindacali, solo un’immissione immediata di capitale potrà salvare le cantine e garantire l’avvio della prossima campagna vendemmiale. In assenza di interventi, il rischio è quello di un danno irreparabile per i soci e per l’intero comparto agricolo locale.

La denuncia si chiude con toni amari: le istituzioni competenti - accusano i sindaci - risultano finora assenti e apparentemente disinteressate. L’appello è chiaro: agire subito, prima che l’intera macchina si fermi definitivamente.

Centinaio: "Serve un commissariamento urgente"

Nel dibattito interviene anche Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato e originario del Pavese. A suo avviso, la complessità della situazione rende necessaria una misura drastica: il commissariamento del gruppo, da affidare a una figura esterna al territorio, per mettere in sicurezza almeno la prossima vendemmia.

"La situazione attuale del gruppo Terre d’Oltrepò è tale che, a mio giudizio, solo un rapido commissariamento, affidato a una personalità esterna al territorio, potrà consentire ai soci produttori di mettere in sicurezza l’ormai prossima vendemmia. Mi auguro che il governo agisca presto in questa direzione”, è quanto afferma il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio.

“È il momento che tutti prendano atto della condizione di crisi in corso, senza ricercare sotterfugi o soluzioni alternative di scarsa efficacia. Salviamo il salvabile per questa stagione, poi arriverà il momento di valutare con attenzione e senza alibi errori e responsabilità del gruppo dirigente, ciascuno per quanto di propria competenza. Le Istituzioni potranno accompagnare questo percorso di risanamento, ma sempre nel rispetto dell’autonomia che è propria di una società a capitale privato. Criticare ora chi rappresenta lo Stato per questa situazione è inopportuno e ingiustificato e non aiuterà certo a superare le difficoltà”, conclude il senatore della Lega.