Il console Generale del Giappone Tokuko Nabeshima in visita al Castello Visconteo
Ha visitato la mostra “Mnemosyne. Il teatro della memoria”
Al Castello Visconteo di Pavia del console Generale Aggiunto del Giappone Tokuko Nabeshima: ha visitato la mostra “Mnemosyne. Il teatro della memoria”.
Il console Generale del Giappone in visita a Pavia
In data odierna, 20 aprile 2023, il Console Aggiunto del Consolato Generale del Giappone a Milano, Tokuko Nabeshima, ha visitato la mostra “Mnemosyne. Il teatro della memoria”, accompagnata dal curatore Paolo Linetti, dall’assessore Barbara Longo, in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale di Pavia, di Claudio Giorgione, conservatore del Museo della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano, di Ivana Dello Iacono, Dirigente del Settore n. 3 (Scuole, Politiche giovanili e Cultura), e di Laura Aldovini, Direttore dei Musei Civici.
Il diplomatico ha apprezzato, in particolare, l’esposizione, in quanto – nell'affrontare il tema del collezionismo scalato nei secoli dall’antichità ai giorni nostri – racconta anche della moda del collezionismo giapponese tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX.
Un "paese d'oro"
Il 1858 segnò, infatti, la riapertura del Giappone all’Occidente dopo più di tre secoli di totale chiusura. Per gli Europei era rimasto in quei secoli una sorta di chimera, un paese d’oro, meraviglioso, misterioso, raffinato quanto crudele con i portatori di disordine. La sua riapertura attirò subito l’attenzione dei collezionisti che commissionarono ai grandi viaggiatori oggetti d’arte. Fra queste vi erano le stampe, diventate famose soprattutto grazie agli impressionisti.
I manufatti più ricercati erano stampe, porcellane e i netsuke, chiamati bottoni giapponesi dalle collezioniste del nord Italia. La Scuola Utagawa fondata da Toyoharu era la maggiore produttrice di xilografie e a metà dell’800 uno dei suoi maestri, Kunisada era considerato l’artista più famoso in Giappone, anche più di Hokusai. Tra il 1841 e il 1843 il governo emanò la riforma chiamata Tenpo. Era una linea morale mirata a promuovere la frugalità, l’abnegazione e il senso eroico.
Furono tassativamente proibiti i ritratti di attori, geishe e oiran, ossia i soggetti maggiormente amati da artisti e clienti. In reazione a queste disposizioni si fecero i mitate, ossia una sorta di travestimento allegorico, dove il ritratto dell’attore, veniva celato nella raffigurazione di un personaggio storico, una statua, o una marionetta di teatro. Il mitate fu un genere talmente apprezzato che anche dopo la caduta della riforma Tempo continuò a essere usato come divertente espediente grafico. La collezione quasi completa apparteneva a Renato Soriga e fu acquisita nel 1856.
La mostra rimarrà aperta, presso i Musei Civici del Castello Visconteo di Pavia, fino al prossimo 25 aprile. Rimangono, quindi, pochi giorni per ammirare il suggestivo allestimento, prima che i preziosi tesori, che raccoglie, tornino presso i collezionisti privati e i musei prestatori.
MNEMOSYNE, Il teatro della memoria al Castello Visconteo di Pavia visitabile fino al 25 aprile 2023 tutti i giorni (escluso il martedì), dalle 10 alle 18. Ingresso: 5 euro, ridotto 3 euro. Maggiori info: www.vivipavia.it