Ai domiciliari l'indagato per l'omicidio del 33enne vogherese Alessandro Bruno
L'uomo era stato attaccato con una borsa piena di bottiglie per aver difeso la sua ragazza ed era morto tre mesi dopo in ospedale
I due indagati sono un uomo di 38 anni di Alessandria che si trova agli arresti domiciliari e un marocchino di 31 anni indagato ma ancora in stato di libertà.
Agli arresti domiciliari
Nel corso della giornata di ieri, giovedì 13 aprile 2023, il dirigente della squadra mobile della questura di Alessandria ha illustrato le indagini condotte nell'ultimo periodo in merito all'omicidio del 33enne vogherese Alessandro Bruno comunicando ufficialmente di essere risaliti ai nomi dei coinvolti nell'aggressione grazie a testimonianze e ad alcune immagini ricavate dalle telecamere di videosorveglianza.
Gli indagati per omicidio preterintenzionale sono un uomo di 38 anni italiano residente ad Alessandria e un 31enne marocchino. La giustizia sta facendo il suo corso e uno dei due, il 38enne, sta già scontando in parte la sua pena. Il dirigente ha infatti fatto sapere in conferenza stampa che dal 6 aprile si trova agli arresti domiciliari.
Morto tre mesi dopo l'aggressione
Era il 29 ottobre del 2022 quando Alessandro Bruno, 33enne di Voghera, fu brutalmente aggredito dopo una serata in discoteca di Salice Terme. L'uomo avrebbe raggiunto la fidanzata Asia Rebecca Barbaro, anche lei vogherese, che si trovava nel locale con le amiche. Una volta usciti perché non si sentiva bene sarebbero arrivati due uomini e due donne.
I soggetti si erano avvicinati insultando senza un motivo la 21enne, così Bruno aveva chiesto spiegazioni ma dalla discussione verbale con i due uomini si è presto passati alla violenza fisica. Gli aggressori hanno infatti colpito il 33enne con una borsa piena di bottiglie di birra che lo ha tramortito.
Sul posto si erano precipitati i soccorsi ma la botta era troppo grave e Alessandro è finito in un coma dal quale non si sarebbe più risvegliato. Tre mesi dopo, il 14 gennaio 2023, è morto in ospedale a Voghera. Da quel momento l'indagine ha cambiato volto perché gli aggressori si sono macchiati del reato di omicidio preterintenzionale.