In Lombardia deficit acqua del 60% rispetto alla media: "Pronti a intervenire"
Massimo Sertori è intervenuto oggi alla prima edizione del "Forum Siccità"
Assessore Sertori a primo "Forum Siccità", Sertori: "Regione monitora la situazione con un tavolo ad hoc, pronti ad intervenire".
Primo "Forum Siccità"
Massimo Sertori, assessore regionale a Enti Locali, Montagna, Risorse energetiche e Utilizzo Risorsa Idrica, è intervenuto, oggi lunedì 20 marzo 2023, alla Triennale Milano alla prima edizione del 'Forum Siccità'.
"Se non ci saranno precipitazioni nei prossimi mesi di aprile e maggio - ha detto l'assessore Sertori - ci attendiamo una gestione emergenziale simile a quella del 2022. Per fronteggiare la crisi è necessaria la collaborazione di tutti i soggetti produttivi che utilizzano la risorsa idrica".
L'appuntamento di questa mattina è stato un momento di confronto sugli effetti dei cambiamenti climatici, con particolare attenzione su come Regione Lombardia ha affrontato l'emergenza siccità e si prepara ad affrontare i prossimi mesi.
Deficit d'acqua del 60%
In Lombardia i dati del monitoraggio confermano che la situazione attuale di crisi idrica è analoga se non peggiore rispetto al 2022: mancano oltre 2 miliardi di metri cubi d'acqua e la risorsa idrica disponibile presenta un deficit del 60% rispetto ai valori medi del periodo. Lo scorso anno negli stessi giorni il deficit era del 57%.
È il secondo inverno che nell'arco alpino non stazionano perturbazioni che apportano un consistente strato nevoso in montagna e pioggia in pianura.
"Già dalla scorsa primavera 2022 - spiega Massimo Sertori - è stato riunito regolarmente il Tavolo regionale al quale partecipano i soggetti che hanno competenze in merito, gli enti regolatori dei laghi, i gestori idroelettrici, Terna, le associazioni di categoria del mondo irriguo ed agricolo, UPL ed ANCI e gli enti parco, per condividere i dati del monitoraggio dell'andamento delle riserve idriche e le varie azioni di gestione emergenziale che hanno consentito di distribuire l'acqua disponibile".
Cosa aspettarsi
"Nei Tavoli di gennaio - continua l'assessore Sertori - Regione Lombardia ha avviato le interlocuzioni con i gestori dei laghi regolati per trattenere più risorsa possibile nei grandi laghi (Maggiore, Como, Iseo, Idro e Garda) e chiesto agli operatori idroelettrici di attivarsi a trattenere più risorsa possibile negli invasi montani, raccogliendo già la disponibilità di Terna, gestore nazionale del sistema elettrico".
"È chiaro che l'agricoltura lombarda necessita di acqua in un ristretto periodo dell'anno, vorremmo evitare - sottolinea l'assessore - che a una situazione che comporterà probabili ripercussioni per l'economia lombarda si aggiunga un contenzioso tra gestori idroelettrici e mondo agricolo".
"Se quello che è accaduto in questi due anni dovesse diventare la nuova normalità, ciò - rimarca l'assessore - dovrà comportare inevitabilmente un adattamento del sistema produttivo irriguo-agricolo lombardo".
"È importante che vi sia una chiarezza di ruoli e competenze tra Stato e Regioni - conclude Sertori - e che si superi la continua oscillazione tra centralizzazione e regionalizzazione in determinati settori, al fine di evitare che si generino effetti negativi sull'operare e programmare nel medio periodo".
Mancano due miliardi d'acqua
"Il cambiamento climatico ha allungato di un mese la durata della stagione estiva – commenta Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia – tra anticipo del disgelo, aumento dell’evaporazione per il caldo e riduzione delle masse glaciali, la siccità ci costringe a rivedere gli ordinamenti agricoli regionali: è sempre più evidente la difficoltà ad irrigare le colture estive, il mais in particolare, mentre dovremmo rivalutare, per l’alimentazione del bestiame, colture alternative, a partire da quelle di erbai, prati stabili e marcite, irrigate nella stagione fredda e in primavera".
Le premesse per una nuova stagione agraria in cui fare i conti con la scarsità idrica ci sono tutte: nel 2022 le scarse piogge cadute hanno creato un ‘buco’ d’acqua che per la Lombardia vale ben 10 miliardi di metri cubi, ma anche nei primi due mesi del 2023 il bilancio è negativo, sono venuti a mancare altri 2 miliardi di metri cubi di acqua sotto forma di pioggia e di neve.
Un dato che si riflette nelle scorte idriche, che sono ai minimi della storia delle misurazioni di ARPA, su valori perfino minori rispetto alla situazione fotografata un anno fa: in tutto, considerando sia la copertura nevosa che le acque di invasi idroelettrici e grandi regolazioni lacustri, abbiamo 1,4 miliardi di mc di acqua ‘accantonata’ nella fascia alpina e prealpina, 2,2 miliardi in meno rispetto al volume medio misurato in questo periodo dell’anno. Unica nota di timida speranza è quella relativa alla situazione del Lago Maggiore, che può fare affidamento su una scorta idrica maggiore rispetto a quella dell’anno scorso, che dovrebbe consentire di allagare gran parte delle risaie alimentate dalle acque prelevate dall’emissario. Ma il prosieguo della stagione resterà incerto, alla luce della carenza di scorte nella vasta porzione montana del bacino.
"Gli effetti di questa nuova annata di siccità, sull’agricoltura e sugli ecosistemi fluviali, possono essere fortemente attenuati solo attuando misure di adattamento climatico, che riducano i fabbisogni estivi e favoriscano la ritenzione di acque, nei bacini e nei suoli agricoli, in tutte le altre stagioni – prosegue Di Simine – la pianura lombarda deve poter funzionare come una spugna, in grado di assorbire grandi quantità di acqua e di rilasciarle all’occorrenza. Ma per questo dobbiamo smettere di cementificare il territorio e tornare ad occuparci delle acque sotterranee, che non si vedono ma da cui dipendiamo per la gran parte dei nostri bisogni".