Studentessa disabile cacciata dall'aula perché mangiava: studenti in protesta (con la "schiscetta") sotto al Rettorato
Gli studenti dell'Università di Pavia chiedono di potere consumare il pasto nelle aule in cui si svolgono le lezioni e, per il futuro, di riqualificare alcuni spazi per creare spazi dedicati.
E' andata in scena nella mattinata di ieri, giovedì 10 novembre 2022, la protesta della "schiscetta" degli studenti del Coordinamento per il diritto allo studio: gli studenti dell'Università di Pavia si sono sono messi a mangiare sotto le finestre del rettorato: le loro richieste.
Università di Pavia: la protesta della "schiscetta"
Ieri, giovedì 10 novembre 2022, si è svolto il presidio di protesta sotto al Rettorato dell’Università di Pavia, a seguito del grave fatto accaduto ieri. Una ragazza disabile - paziente oncologica e invalida civile al 100% - è stata costretta dal personale ad uscire dall’aula per mangiare, con tanto di minacce di far intervenire i carabinieri. A nulla è servito spiegare che il suo stato di salute le avrebbe impedito di stare al freddo.
A spiegare le dinamiche è la stessa studentessa, Giorgia Orsi, iscritta al corso di Filosofia: "Ieri a Pavia faceva freddo e pioveva, non era possibile mangiare all'esterno. Allora sono entrata nell'aula dove avevo lezione, mi sono seduta in fondo e ho iniziato a mangiare. Sono stata avvicinata da una signora che si è messa ad urlare di uscire. Io le ho fatto presente di essere invalida e di avere un tumore.
Sul momento si è allontanata, ma poi sono arrivati in due che hanno alzato i toni, mi hanno detto che non potevo stare lì. Ho cercato di oppormi, di dire che mi ammalo e che non potevo stare fuori. A quel punto si sono avvicinate delle studentesse per sostenermi, ma il comportamento del personale è ancora peggiorato, infatti sono stata minacciata che sarebbero intervenuti i Carabinieri.
Mi sono allontanata e ho provato ad andare in portineria per cercare una soluzione, ma mi è stato risposto che erano affari miei. Non sapendo più cosa fare, mi sono rivolta all'ufficio disabili e ai rappresentanti degli studenti che sono prontamente intervenuti. Adesso sono stanca e confusa, poco fa il Rettore mi ha chiamato per scusarsi dell'accaduto. Ieri è capitato a me che sono riuscita a reagire e denunciare, ma la cosa sarebbe potuto capitare anche a persone più fragili".
"La goccia che ha fatto traboccare il vaso"
Secondo il Coordinamento per il Diritto allo Studio (UDU) questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Dichiara Alessandro Miceli, senatore accademico: "Quanto successo è un caso esemplificativo dell’insensibilità che l’Università ha mostrato nei confronti di noi studenti e studentesse, soprattutto dei più fragili, per quanto riguarda il pranzo.
Non è possibile, soprattutto per chi abita lontano, non avere un luogo in cui consumare il proprio pasto al caldo. Come se non bastasse, spesso la pausa pranzo dura troppo poco, in alcuni poli è impossibile poter mangiare nelle aule e le mense sono sature. Non è possibile per gli studenti mangiare al freddo, per terra o nei luoghi più insoliti, oppure non riuscire proprio a mangiare. E a rimetterci sono troppo spesso le persone più fragili e in difficoltà".
Il presidio della "schiscetta"
Per questi motivi, l'UDU ha convocato per la mattinata di ieri un presidio nel cortile del Rettorato dell'Università di Pavia. All'appello hanno risposto oltre 200 studenti che hanno voluto far sentire la loro voce e i loro disagi, consumando la schiscetta proprio sotto le finestre del Rettorato.
Gli studenti chiedono di potere consumare il pasto nelle aule in cui si svolgono le lezioni e, per il futuro, di riqualificare alcuni spazi con tavoli, sedie e forno a microonde per creare degli spazi dedicati. È necessaria inoltre la riapertura della Mensa Centrale EDiSU in Corso Carlo Alberto, chiusa da alcuni anni, così da offrire più pasti a prezzo calmierato agli universitari.
Nel caso in cui non arrivassero risposte più concrete e strutturali, gli studenti sono pronti ad intraprendere nuove azioni di proteste, già nei prossimi giorni.