All'Università di Pavia non ci sono spazi per mangiare: studenti costretti a mangiare al freddo
I ragazzi hanno dichiarato che aspetteranno fino al 15 novembre, poi inizieranno a manifestare
Gli studenti protestano denunciando la mancanza di attenzioni per chi si porta il pranzo da casa: "Per il terzo inverno di fila non ci sono soluzioni".
Mancano gli spazi
Sono state molte le segnalazioni pervenute al coordinamento per il diritto allo studio della comunità studentesca(UDU) perché all'Università di Pavia portarsi la schiscetta da casa e mangiare tra una lezione e l'altra è un grosso problema.
Con l'arrivo della stagione invernale, gli studenti denunciano che all'interno dell'ateneo non sono stati ancora previsti degli spazi idonei alla consumazione dei pasti portati da casa e non tutti gli studenti si possono permettere di usufruire sempre delle mense o delle attività commerciali.
Moltissimi studenti scelgono di prepararsi il pasto autonomamente e portarselo da casa per motivi economici, di tempo e per comodità. In molti poli dell’ateneo però sostengono di essere costretti a mangiare seduti in spazi aperti oppure in aula con il rischio di essere cacciati perché lì non si potrebbe mangiare.
La lamentela degli studenti su Facebook:
#freddoemangiato
“Questo è il terzo anno che le rappresentanze studentesche si ritrovano a dover far pressione su quella che dovrebbe essere - afferma la senatrice accademica dell’UDU Francesca Mazzitelli - una semplice prerogativa di dignità da riconoscere alla comunità studentesca. A livello istituzionale abbiamo aperto un tavolo di dialogo, abbiamo pensato a delle possibili soluzioni ma siamo esausti dei tempi infiniti. È da tre inverni che avanziamo le medesime richieste."
Per queste ragioni, l’UDU ha lanciato la campagna #freddoemangiato. Attraverso le pagine social e i volantini viene segnalato un countdown che scadrà il 15 novembre. L’associazione chiede risposte definitive entro questa data. Nel frattempo, gli studenti sono invitati ad inviare alla pagina delle loro foto in cui sono intenti a consumare la loro schiscetta al freddo.
In mancanza di risposte gli studenti sono pronti ad ulteriori azioni come proteste nei cortili delle università, flash mob e presidi nei luoghi simbolo dell’ateneo.
Bisogna decidere in fretta
“Quello che chiediamo in vista dell’inverno è almeno di lasciare che gli studenti possano mangiare nelle aule: un’abitudine che c’è sempre stata prima della pandemia - spiega un'altra senatrice di UDU - Ci sono spazi poco utilizzati come aule studio che potrebbero essere adibite ad una postazione microonde oppure a spazi transitori per il consumo del pasto portato da casa. Bisogna decidere in fretta perché l’inverno è alle porte e non aspetta la burocrazia e i tecnicismi”.
Nonostante le continue lamentele il coordinamento si impegna a mantenere aperto il tavolo delle trattative ma non intende accettare atteggiamenti di procrastinazione infiniti perché, secondo molti studenti, l’Università di Pavia deve farsi carico delle proprie responsabilità verso la comunità studentesca e dare delle risposte chiare.