Il trauma da Covid studiato a Pavia: un terzo degli operatori sanitari soffre di ansia (e non solo)
Lo studio di Fondazione Soleterre e Università di Pavia, le donne e chi lavora in rianimazione soffrono di più.
Depressione e disturbi del sonno, questi sono solo alcuni degli effetti provocati da due anni di pandemia da COVID-19 sugli operatori sanitari. In base allo studio di Fondazione Soleterre e Università di Pavia le donne e chi lavora in rianimazione ne soffrono di più.
Gli effetti della pandemia sugli operatori
Sono passati quasi due anni e mezzo da quel febbraio 2020 quando ha avuto inizio la pandemia, sembrano un ricordo lontano quei mesi durante i quali il personale medico-sanitario lavorava senza sosta con doppi turni e isolandosi delle proprie famiglie per rischio di contagio.
Il COVID-19 ha riportato effetti traumatici sulla salute mentale e sull’attività di cura (caregiving) del personale. Le conseguenze si sono manifestate già dai primi mesi pandemici ma continueranno anche a medio-lungo termine nei prossimi anni.
Il lavoro di Fondazione Soleterre e Università di Pavia
Fondazione Soleterre, fin dalla prima fase di emergenza, ha creato un modello per valutare e dare supporto psicologico agli operatori sanitari. Ora arrivati a giugno 2022 dopo più di 24 mesi, in collaborazione con l’Università di Pavia ha realizzato un clinical trial, ovvero uno studio preliminare su un campione di 225 persone, sul personale medico-sanitario del Policlinico San Matteo di Pavia.
Il webinar "COVID o post COVID"
Durante il webinar “COVID o post COVID. È questo il problema?” organizzato da Fondazione Soleterre e IESC lo scorso lunedì 20 giugno 2022 sono stati presentati i primi risultati da Lavinia Barone, docente all’Università di Pavia.
L’obiettivo dello studio è di avviare una riflessione sull’azione di cura a livello psicologico per capire in primis come stavano questi operatori, se fossero in grado di continuare a prestare cura ai pazienti e in secondo luogo capire l’efficacia della tipologia di supporto psicologico, erogato in presenza o remoto.
I sintomi rivelati
I sintomi traversali rilevati sono diversi, dall’ansia, alla depressione, ai problemi di sonno alla somatizzazione fino all’abuso farmacologico. Grazie allo studio si è rilevato l’impatto dello stress da trauma e come potesse impattare portando il personale medico-sanitario a poca motivazione nel lavoro e al disinteressamento nei confronti dei pazienti, fino al malessere psicologico legato al costante contatto con la morte.
Uno dei sintomi riscontrati è l’ansia, legata a problemi del sonno, e di gestione della rabbia. Quasi un terzo dei sanitari che hanno in cura pazienti COVID-19 continua a “non star bene” a causa degli elevati elementi stressogeni da fronteggiare.
Ma grazie allo studio si sono identificati i gruppi più a rischio: il genere femminile soffre maggiormente di ansia in maniera più marcata rispetto ai colleghi uomini. Inoltre, gli operatori che lavorano in rianimazione sono più a rischio rispetto per esempio a chi lavora in pronto soccorso.
La creazione di un ambiente terapeutico
Passando invece alla modalità di intervento psicologico, è emerso dallo studio l’efficacia di un’azione – non solo di ascolto e di sostegno espressivo dei sanitari – ma che preveda anche la partecipazione attiva e la creazione di un ambiente terapeutico con un format di cinque colloqui di 50 minuti.
Per il 30% di sanitari che tuttora “non stanno bene”, presentando sintomi da moderato a grave, è stato fruttuoso l’intervento in presenza, aiutando in modo significativo per l’ansia.
Le parole del presidente di Fondazione Soleterre
"Quando è iniziata questa esperienza ci siamo ritrovati all'Ospedale San Matteo di Pavia ad affrontare da soli una malattia a cui nessuno sapeva come approcciarsi. L'intervento della Fondazione Soleterre ha, in un primo momento, permesso di dare supporto psicologico agli operatori sanitari. Nei prossimi mesi, l’analisi continuerà conducendo a maggiori dati per la traumaticità e per il burnout ma ci si aspetta che la tendenza sarà confermata” afferma Damiano Rizzi, Presidente di Fondazione Soleterre.
Parla il presidente dell'ospedale San Matteo di Pavia
“Quella messa in campo a Pavia da Fondazione Soleterre e dal San Matteo di Pavia è un’esperienza unica poiché realizzata nella prima linea in presenza al fianco degli operatori sanitari nell’Ospedale che ha curato il paziente 1. Solo nel primo anno sono state realizzate 3.172 ore di lavoro complessive di supporto psicologico agli operatori sanitari all’interno dei reparti di cura Covid-19. Un lavoro originale e autentico che stiamo ancora svolgendo con i pazienti long Codiv e Covid”, afferma Alessandro Venturi, Presidente IRCCS San Matteo di Pavia.
È possibile rivedere il webinar in cui sono state trattate le tematiche CLICCANDO QUI.