Detenuto tenta di aggredire il direttore del carcere di Pavia: bloccato dagli agenti
Lo stesso soggetto il giorno prima aveva sferrato due pugni ad un agente penitenziario.
Pavia: detenuto tenta di aggredire il direttore del carcere. Gli agenti pronti a bloccarlo.
Detenuto tenta di aggredire il direttore del carcere
E’ notizia di venerdì 10 settembre 2021 quella secondo cui un detenuto italiano ristretto presso la Casa Circondariale di Pavia ha tentato di aggredire il Direttore dell’Istituto che transitava presso la sezione di appartenenza dello stesso. A darla è Carlo Cataldo, Vice Segretario Provinciale dell’USPP (Unione Sindacati Polizia Penitenziaria) di Pavia che fornisce più dettagli: “trattasi dello stesso soggetto che proprio ieri aveva sferrato due pugni ad un Agente di Polizia Penitenziaria, costretto alle cure del Pronto Soccorso e 10 gg di prognosi. Oggi ha addirittura tentato di avventarsi contro il Direttore dell’Istituto, senza un minimo di controllo e in preda ad attimi di follia pura. Solo grazie alla prontezza degli agenti ivi presenti che il Direttore ne è uscito illeso. Solidarietà e vicinanza al Direttore, auguri di pronta guarigione ai colleghi feriti ieri e congratulazioni per l’intervento di oggi che ha scongiurato il peggio”.
"Aggressioni ormai ingestibili"
Sull’evento interviene anche Gian Luigi Madonia, Segretario Regionale dell’USPP per la Lombardia che evidenzia come sia ormai ingestibile il fenomeno delle aggressioni, spesso parallelo alla questione soggetti psichiatrici in carcere “non fai in tempo a chiamare in causa la politica per i fatti di Brescia che, anche oggi, prosegue il bollettino degli eventi e disordini in carcere. Pavia si aggiunge all’elenco degli Istituti impotenti e inermi rispetto all’ingestibilità dei soggetti mentalmente malati. Ed anche il Polo Psichiatrico, così come le REMS, risulta insufficiente e inidoneo per un efficace contenimento degli infermi di mente.
Le REMS sono numericamente insufficienti, in Lombardia ce n’è solo una, e i reparti destinati agli psichiatrici, come quello di Pavia, non è dotato di nulla. Mancano strumenti, spazi e finanche il personale Sanitario necessario a gestire una sezione così delicata. Ricordo ancora quando protestammo insieme ad altre OO.SS. per opporci all’apertura. Regione Lombardia, all’epoca, aveva promesso stanziamenti e coperture per l’assunzione di personale. Oggi possiamo dire che le nostre preoccupazioni avevano ragione di esistere, perché le figure sanitarie sono pesantemente sottodimensionate rispetto a quelle previste (ed annunciate). Un “giochetto” che, nel tempo, inesorabilmente, è ricaduto sulle spalle della solita Polizia Penitenziaria.
Quella che deve pagare tutti i prezzi degli errori, come quello della chiusura degli O.P.G., e dei fallimenti del sistema penitenziario italiano, fatto di aggressioni, disordini ed evasioni, che tuttavia non fanno notizia – chiude con un auspicio Madonia – “Bisogna mettere in sicurezza il lavoro della Polizia Penitenziaria, vanno adeguati gli organici e dotati gli Istituti. Oltre a fare ripetuti appelli alla politica, chiediamo aiuto anche a Regione Lombardia che, proprio in questi giorni, ha diffuso una comunicazione di vicinanza ai problemi del carcere, dichiarandosi disponibile per stanziamenti ad hoc e l’implementazione di strutture idonee al contenimento dei soggetti psichiatrici. Sappiamo di lavori in questa direzione in condivisione col PRAP e siamo fiduciosi. Magari dove le soluzioni non arrivano da Roma, Milano potrebbe supplire. Non rimane che attendere che gli annunci scritti possano concretizzarsi in fatti tangibili. La Polizia Penitenziaria è arrivata alla frutta e occorrono segnali reali ed imminenti”.