Morte nel campo di mais: ancora molti i dubbi da chiarire sulla scomparsa delle due donne
Sarà l’esito degli esami autoptici a chiarire la causa della morte mentre le indagini dei carabinieri della Compagnia di San Donato dovranno ricostruire gli ultimi attimi di vita delle due ragazze.
Lo scenario rimane ancora fumoso, i dubbi tanti. Sui social corrono i messaggi di cordoglio, parole rivolte ad Allah, che “le protegga”.
Travolte da una trebbiatrice in un campo di mais tra Locate Triulzi e San Giuliano
Sara El Jaafari e Hanan Nekhla, 28 e 31 anni marocchine, sono morte, trovate prive di vita sabato in un campo di mais tra Locate Triulzi e San Giuliano. Una delle due ragazze aveva contattato venerdì mattina il 112 per chiedere aiuto, raccontando, in arabo, che era stata travolta da un trattore insieme all’amica, morta sul colpo, mentre lei chiedeva aiuto perché gravemente ferita.
Per gli agenti è stato difficile trovare immediatamente le ragazze perché il loro telefono era irrintracciabile
Come riporta Giornale dei Navigli, le ricerche sono iniziate subito e durate ore, ma della ragazza non si è trovata traccia, anche perché il telefono era risultato irrintracciabile pochi secondi dopo la chiamata. Sabato la tragica scoperta dei due corpi. Le indagini dei carabinieri hanno messo in luce i primi dettagli: il mezzo non era un trattore ma un macchinario molto alto, oltre quattro metri, usato per spargere sostanze sulle coltivazioni.
Cosa ci facevano lì le due donne?
Il contadino che guidava il macchinario, agricoltore di Lacchiarella, ha raccontato di non essersi accorto di nulla, anche perché le spighe erano alte e il mezzo molto grande. L’uomo, indagato per duplice omicidio colposo (atto dovuto), si è difeso, affermando di non aver alcuna responsabilità per la morte delle due giovani. Ma cosa ci facevano lì le due donne? Erano da sole? Altri elementi sotto la lente dei carabinieri.
Non è esclusa la presenza di altre persone
Il ritrovamento di alcuni telefoni fa supporre la presenza di altre persone, forse amici delle due donne che si trovavano con loro, in quel giaciglio notturno in mezzo al nulla, e che poi sono scappati. Le famiglie delle giovani, entrambe senza fissa dimora, hanno raccontato che non erano anomale uscite serali e che magari le due non si facevano sentire per qualche giorno, senza destare preoccupazione.
Gli inquirenti stanno verificando un eventuale consumo di droga
Un altro elemento da considerare: il ritrovamento di coperte, bottiglie e cibo, oltre a carta stagnola: gli inquirenti stanno verificando un eventuale consumo di droga, anche perché la giovane al telefono con l’operatore del 112 ha continuato a ripetere la parola Rogoredo, che fa supporre un passaggio al tristemente noto boschetto della droga. Ma tutto è ancora da chiarire.
Oggi l'autopsia
Oggi si procederà con l’autopsia: i primi segni sui cadaveri sono compatibili con una morte dovuta ai colpi del macchinario, almeno su una delle due vittime. L’altra potrebbe essere deceduta dopo aver inalato la sostanza tossica sparsa dal macchinario agricolo.
In corso le indagini dei carabinieri di San Donato
Sarà l’esito degli esami autoptici a chiarire la causa della morte, mentre le indagini dei carabinieri della Compagnia di San Donato dovranno ricostruire gli ultimi attimi di vita delle due ragazze, facendo luce su eventuali responsabilità da parte del contadino ma soprattutto degli amici che le hanno lasciate morire agonizzanti in un campo di mais.