Ladri di cipolle

La cipolla rossa di Breme fa gola ai ladri, gli agricoltori organizzano ronde notturne

Definita la "Dolcissima", è un'eccellenza gastronomica diventata protagonista di numerosi furti.

La cipolla rossa di Breme fa gola ai ladri, gli agricoltori organizzano ronde notturne

Cipolla rossa di Breme, un tesoro “dolcissimo” che fa gola ai ladri… e gli agricoltori organizzano le ronde.

Ladri di cipolle in azione: a Breme arrivano le ronde

In provincia di Pavia, più precisamente a Breme, c’è un tesoro “dolcissimo” che fa gola ai ladri. Si tratta della Cipolla rossa, eccellenza gastronomica definita la “Dolcissima“, diventata ormai protagonista di molteplici furti.

E per evitare che malintenzionati si impossessino di questo pregiato ortaggio, ecco che gli agricoltori della zona si sono organizzati con delle ronde. “Armati” di torce elettriche e telefonini per chiamare i Carabinieri, girano i campi a gruppi di tre, dal tramonto fino all’alba. 

Furti su commissione

Negli ultimi giorni il bottino dei predatori ha sfiorato i due quintali. “Chi agisce probabilmente lo fa su commissione”, riferisce il sindaco Franco Berzero, da sempre impegnato nel promuovere il prodotto lomellino ben oltre i confini regionali.

E calcolando che in zona il prezzo del pregiato bulbo è di due euro al chilo. Un prezzo ovviamente che si alza al supermercato o nei negozi. Il mercato nero è fiorentissimo, così come la contraffazione.

La storia

La sua storia della cipolla di Breme comincia circa dieci secoli fa: nel 906 d.c. i monaci della Novalesa giunsero a Breme e “videro che quel luogo era ubertoso, ameno e fruttifero”. I religiosi fondarono un’abbazia gemella, cioè quella di San Pietro a Breme, continuando a coltivare la cipolla rossa, che, per fama e prelibatezza, è oggi seconda solo a quella di Tropea. A tavola, la Cipolla rossa di Breme dà il meglio se gustata cruda.

In tutta l’area se ne coltivano non più di 1.500 quintali. Un quantitativo che purtroppo diminuisce anno dopo anno a causa anche dei cambiamenti climatici. Come sono in calo anche le rese, perché i metodi di produzione sono quelli originali: la sarchiatura viene fatta a mano o con il motocoltivatore, per mantenere il terreno libero dalle infestanti. Il seme viene prodotto in proprio, ricavandolo dalle migliori cipolle poi raccolte a fine giugno. Un duro lavoro, da tutelare anche sacrificando qualche ora di sonno.

E c’è pure chi le ha dedicato una canzone:

(Foto: Comune di Breme)