Vaccinazioni anti-Covid in azienda: c'è l'accordo. Ecco il protocollo da seguire
Le imprese dovranno presentare un piano alle Ats di riferimento con il numero di dosi richieste. Il vaccino sarà pagato dallo Stato, il servizio dal datore di lavoro.
Arriva anche l’accordo per le vaccinazioni anti-Covid in azienda. E' stato firmato oggi, mercoledì 7 aprile 2021, tra Ministero della Salute e Inail: le aziende hanno quindi il via libera per poter finalmente procedere. L’Inail ha anche stilato un protocollo da seguire per le somministrazioni, con tutte le indicazioni su ciò che i datori di lavoro devono fare.
Vaccinazioni anti-Covid in azienda: c'è l'accordo
Un accordo di questo tipo, in realtà, era già stato siglato nella nostra regione a marzo, con il presidente di Confindustria Lombardia Marco Bonometti, che aveva salutato con favore l’accordo tra Regione Lombardia, Associazione nazionale medici di azienda e competenti e Confapi per un protocollo d’intesa finalizzato all’estensione della campagna vaccinale anti-Covid alle aziende lombarde. Un’iniziativa a cui avevano aderito fin da subito anche una cinquantina di imprese bergamasche, dalle grandi alle piccole realtà.
L’accordo tra Ministero e Inail arriva dunque a compimento del percorso iniziato in Lombardia un mese fa. Il protocollo siglato prevede diversi aspetti.
Il piano per le vaccinazioni anti-Covid in azienda
Le aziende dovranno presentare un piano all’Ats di riferimento, specificando il numero di dosi richieste sulla base dell’adesione dei lavoratori, così che si possa progettare la distribuzione.
I costi
Il costo delle operazioni di vaccinazione, di predisposizione del piano aziendale e, in generale, del servizio sarà a carico del datore di lavoro, mentre il costo di vaccini, attrezzature per la somministrazione e vari strumenti per l’effettuazione e la registrazione delle vaccinazioni saranno a carico del Servizio Sanitario Regionale.
Somministrazione
Le operazioni di somministrazione saranno a carico del personale sanitario e dovranno svolgersi in sedi idonee. I vaccinati saranno poi registrati nel rispetto dei dati personali.
Convenzioni
Le imprese potranno stipulare delle convenzioni, a loro carico, con strutture sanitarie private per effettuare le vaccinazioni. I vaccini saranno lo stesso pagati dal Servizio Sanitario Regionale.
Il lavoratore: obbligatorietà e rischi
L’adesione alla somministrazione al vaccino non è in alcun modo obbligatoria, il datore di lavoro non dovrà commettere alcun tipo di discriminazione nei confronti dei lavoratori coinvolti e sarà osservata la tutela della privacy e dei dati personali.
I rischi eventuali saranno specificati dal medico competente e i lavoratori dovranno rilasciare un consenso informato, dopo un triage preventivo per verificare che non ci possano essere eventuali problemi dopo la somministrazione (relativamente, ad esempio, a soggetti con malattie o problematiche particolari).
Primo accordo del genere in Italia
"E' il primo accordo del genere che viene raggiunto in tutto il nostro Paese" ha sottolineato il presidente Attilio Fontana.
"Le imprese che aderiranno al Protocollo - ha proseguito - potranno vaccinare direttamente i propri dipendenti in azienda. Ci sarà l'opportunità di avere altri centri vaccinali, altri medici a disposizione dei cittadini perché siamo convinti che la vaccinazione di massa sia l'unico mezzo per vincere la battaglia".
Completare le vaccinazioni entro giugno
"Il nostro obiettivo - ha spiegato la vicepresidente Letizia Moratti - è completare la vaccinazione massiva il prima possibile, entro giugno di quest'anno".
"Noi vogliamo correre più veloci del virus" ha detto ancora la vicepresidente.
"Vogliamo vaccinare più rapidamente possibile - ha detto ancora - chi ha diritto ad essere vaccinato. Il secondo obiettivo: nel rispetto delle categorie individuate dal piano di vaccinazione nazionale (operatori sanitari, Rsa, persone over 80 e persone con fragilità), abbiamo necessità e opportunità che è giusto che si amplino le possibilità di inoculare il vaccino".
"Questo accordo - è entrata nel dettaglio l'assessore Moratti - sgrava il servizio sanitario regionale pubblico e privato perché le aziende opereranno con proprio personale medico: un allargamento che ci consente di aver minor tensione sugli ospedali e mettiamo in sicurezza i lavoratori delle nostre imprese".
Non cambia il piano vaccinale
"Con questo provvedimento - ha detto l'assessore Guido Guidesi con delega allo Sviluppo Economico - non cambiamo minimamente il piano Vaccinale Nazionale perché è a quello che ci atteniamo e non è nostra volontà cambiare le priorità stabilite. Vogliamo invece attualizzare la ricetta che in Regione Lombardia ha sempre funzionato e cioè quella di far squadra tra pubblico e privato".
"Con questa delibera vogliamo anticipare i tempi nella speranza che gli altri ci imitino, soprattutto il Governo. Confapi e Confindustria Lombardia sono state le associazioni da cui è partita questa proposta, ma a questa iniziativa possono partecipare altre associazioni di categoria. Penso a Confcommercio e Confcooperative e a tutte le altre che hanno manifestato il loro interesse, la loro voglia di essere coinvolte e il loro desiderio di essere protagoniste, insieme a Regione Lombardia, in questa sfida.
"Diamo un'ulteriore opportunità di scelta ai dipendenti e ai lavoratori lombardi. Credo che la guerra sia guerra e il nemico lo abbiamo tutti ben chiaro. Vinciamo se c'è l'alleanza tra pubblico e privato e se mettiamo a disposizione tutte le strutture, tutte le risorse umane e professionali. Dalla vaccinazione dipenderà il rilancio economico della nostra Regione che equivale a dire il rilancio economico di tutto il Paese. Abbiamo bisogno di far squadra e abbiamo bisogno di darci una mano e in questo modo la guerra la vinceremo sicuramente".