Femminicidio nella Bergamasca: mai arrivata in Procura la segnalazione che poteva salvare Zina

Lei lo aveva già denunciato, la casa era sorvegliata. Ma come è stato possibile?

Femminicidio nella Bergamasca: mai arrivata in Procura la segnalazione che poteva salvare Zina
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Risale a due settimane fa la prima denuncia per violenza presentata da Zina Solonari nei confronti dell’ex marito Maurizio Quattrocchi. Ma ieri notte il folle piano dell’uomo è comunque riuscito in pieno. L’ha raggiunta sotto casa, l’ha aggredita e l’ha uccisa con due coltellate.

La casa era sorvegliata

Come previsto in questi casi la mobilitazione era stata immediata: come riporta GiornalediTreviglio.it si era valutato come di prassi l’allontanamento dal paese, con alloggio in una località segreta, così come il trasferimento ad Ancona, città dove la donna aveva alcune proprietà e un appartamento. Alla fine si era scelto di trasferire la donna a casa della sorella, la soluzione meno traumatica per la donna e le figlie, ma che pure consentiva tuttavia di “tenere d’occhio” la situazione in caso di successive aggressioni. La stessa notte dell’omicidio infatti una pattuglia dell’Arma era passata a controllare che tutto fosse in ordine. Ma questo non è bastato.

Quell’informativa mai arrivata

Giovedì 3 Ottobre 2019 Maurizio raggiunge Zina e la aggredisce fisicamente e lei ancora una volta denuncia, accompagnata dalla sorella e dal cognato si presenta dai carabinieri che subito trasmettono l’informativa in Procura. Ma quell’informativa non arriva. E nei confronti di Quattrocchi non vengono presi provvedimenti cautelari.

Il dubbio ora rimane: se quella comunicazione fosse arrivata, ora Zina sarebbe ancora viva?

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