Maxi operazione contro ‘ndrangheta e corruzione: scarcerato il forzista Tatarella

L'ex consigliere comunale di Forza Italia torna a casa dopo 3 mesi.

Maxi operazione contro ‘ndrangheta e corruzione: scarcerato il forzista Tatarella
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Ben 95 indagati, 43 misure cautelari, 12 delle quali in carcere. Questo era stato l’esito della maxi operazione partita all’alba di martedì 7 maggio 2019 dalla Lombardia e ramificatasi anche in altre regioni. Nei guai anche diversi politici. Le accuse: associazione per delinquere aggravata dall’aver favorito un’associazione di tipo mafioso e finalizzata al compimento di plurimi delitti di corruzione, finanziamento illecito ai partiti politici, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, false fatturazione per operazioni inesistenti, auto riciclaggio e abusi d’ufficio.

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‘ndrangheta e corruzione, maxi-operazione in Lombardia: Tatarella ai domiciliari

Il Tribunale del riesame di Milano ha scarcerato e disposto ai domiciliari per Pietro Tatarella coinvolto nell’inchiesta dell’antimafia su tangenti e appalti in Lombardia. Il candidato di Forza Italia alle Europee e consigliere comunale a Milano era finito sotto la lente dei magisrati insieme a un altro collega di partito molto noto, Fabio Altitonante sottosegretario e consigliere in Regione.

Nell’istanza di scarcerazione la difesa ha contestato l’ipotesi di corruzione chiedendo una riqualificazione dell’accusa in “traffico di influenze”. Contro la carcerazione preventiva dell’ex consigliere si sono espressi esponenti politici di vari schieramenti a cominciare dal Pd.

L’istanza di scarcerazione

I legali di Pietro Tatarella puntano ad attendere la scarcerazione con un ricorso contro l’ordinanza del gip Raffaella Mascarino il quale a luglio aveva bocciato l’istanza di revoca della misura cautelare presentata dopo un interrogatorio di Tatarella davanti ai pm. Nell’istanza di scarcerazione gli avvocati Alecci e Giuliano indicano le ragioni per cui non si può contestare la corruzione l’ex consigliere comunale di Forza Italia in quanto l’imprenditore Daniele D’Alfonso “nei suoi interrogatori” ha raccontato come fu Sergio Salerno, sindacalista, a presentargli De Cillis, allora ad di Amsa. Spiegano come lo stato psicologico dell’uomo, già minato dai 4 mesi di carcere, sia ancora più provato dopo il trasferimento senza avviso formale dalla Casa Circondariale di Opera a quella di busto Arsizio. I legali, preoccupati per il politico, sottolineano l’impatto che questi traumi possono avere su di lui, aggiunti a quelli  causati da oltre 2 mesi di regime di alta sorveglianza dove Tatarella non ha potuto usufruire della biblioteca e non ha avuto “momenti di socialità”.

Il sostegno da parte del Pd a Tatarella

Il consigliere regionale del Pd Pietro Bussolati ha espresso il suo sostegno a Tatarella sottolineando che

“E’ inaccettabile perché sia che Tatarella sarà ritenuto colpevole che innocente si tratta di una detenzione preventiva senza che il processo sia nemmeno iniziato”.

Le parole di Forza Italia

Anche il coordinatore regionale di Forza Italia, Massimiliano Salini, ha speso alcune parole sulla situazione giudiziaria di Tatarella:

“In questa fase politica dobbiamo ripartire da alcune certezze. Quello che sta succedendo a Pietro Tatarella è una cosa che non deve accadere. La carcerazione preventiva, l’isolamento, la mancata comunicazione alla sua famiglia dello spostamento da un carcere a un altro sono barbarie a cui speravamo di non dover più assistere. Restiamo garantisti e restiamo umani. Pietro deve poter tornare a casa da suo figlio e sua moglie”.

 

 

 

 

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