Cancro Primo Aiuto dona un ecografo all’Areu
Consegnato martedì l'ecografo tascabile che aiuterà tanti pazienti.
Cancro Primo Aiuto dona un ecografo all’Areu. Una macchina “tascabile” che riproduce immagini visibili anche su tablet.
La consegna
Cancro Primo Aiuto “sconfina” dai suoi abituali interventi a favore dei malati di tumore per regalare all’Areu un ecografo miniaturizzato tascabile le cui immagini possono essere viste anche sullo schermo di un tablet. La consegna è avvenuta il 13 febbraio, a Palazzo Lombardia: alla presenza dell’assessore al Welfare Giulio Gallera, l’amministratore delegato di Cancro Primo Aiuto, Flavio Ferrari, ha donato il particolare strumento al direttore generale dell’Areu, Alberto Zoli.
Al fianco di Areu
«Grazie alla società Kromed, siamo riusciti ad avere un ecografo miniaturizzato tascabile in prova – ha dichiarato Ferrari – e, vista la qualità del prodotto, abbiamo pensato di fare questo gesto sicuri della sua utilità». Con Areu, il servizio di emergenza e urgenza di Regione Lombardia, l’associazione brianzola collabora già da diverso tempo, in particolare per quel che riguarda le prove di Coppa del Mondo di sci in Valtellina durante le quali Cancro Primo Aiuto è coinvolta nell’organizzazione dell’assistenza medica.
Strumento veloce e preciso
«Questo ecografo potrà svolgere una funzione importante – ha spiegato Zoli – Consente, in un’indagine di tre minuti, di stabilire se c’è dell’aria o dei liquidi dove non dovrebbero esserci e di definire in modo più puntuale le condizioni di paziente per stabilire, con la sala operativa, quale sia l’ospedale più giusto dove mandarlo e con quali mezzi arrivarci, ambulanza piuttosto che elicottero. Così si abbreviano i tempi di diagnosi e di terapia, limitando le complicanze o gli esiti infausti».
Collaborazione pubblico-privato
Nei prossimi giorni, ha annunciato Zoli che si è sottoposto alla “prova” del dottor Fabio Rubino, componente del Comitato tecnico-scientifico di Cancro Primo Aiuto, partiranno dei corsi per insegnare al personale dell’Areu l’utilizzo di questi strumenti.
«Ecco un altro esempio di collaborazione pubblico-privato che contraddistingue la sanità lombarda – ha concluso Gallera – Normalmente siamo noi che chiediamo a Cancro Primo Aiuto di darci una mano, come il progetto Parrucche ci insegna; questa volta sono loro ad anticiparci e a stimolarci con uno strumento nuovo su cui andrà fatta una riflessione perché potrà essere utile anche nell’ambito della presa in carico del paziente, cuore della riforma sanitaria della nostra regione».