La Madonna Malaspina di Pavia protagonista a Capolavoro per Lecco 2025: il dipinto di Giovanni Bellini, databile alla primissima produzione dell’artista tra il 1450 e il 1455, è fra le tre opere protagoniste quest’anno della settima edizione di “Capolavoro per Lecco”, l’evento espositivo promosso dalla Comunità pastorale e dall’Associazione culturale Madonna del Rosario, che si è inaugurato lo scorso 5 dicembre a Palazzo delle Paure di Lecco.
La Madonna Malaspina di Pavia protagonista a Lecco
Dal 5 dicembre 2025, Palazzo delle Paure di Lecco ospita la settima edizione di “Capolavoro per Lecco”, un evento espositivo che quest’anno mette al centro tre opere straordinarie della bottega dei Bellini, protagonisti dell’alba del Rinascimento a Venezia. L’iniziativa, promossa dalla Comunità pastorale e dall’Associazione culturale Madonna del Rosario con il sostegno del Comune di Lecco, offre un’occasione unica per immergersi nell’arte e nelle dinamiche familiari di una delle più importanti famiglie di artisti del XV secolo.
Le opere in mostra
Al centro della mostra, curata da Giacomo Alberto Calogero dell’Università di Bologna, spicca la “Madonna col Bambino” di Giovanni Bellini, realizzata a tempera su tavola e databile tra il 1450 e il 1455, conservata nella Pinacoteca Malaspina di Pavia. Accanto a questa, si possono ammirare altre due opere della bottega fondata da Jacopo Bellini: la “Madonna col Bambino” di Jacopo stesso, datata intorno al 1450 e proveniente dalla Galleria dell’Accademia Tadini di Lovere, e la “Nascita della Vergine”, un dipinto a tempera su tela realizzato con il coinvolgimento diretto dei figli Giovanni e Gentile, conservato presso la Galleria Sabauda dei Musei Reali di Torino.
Questi tre capolavori, realizzati in un arco di tempo ravvicinato, permettono di esplorare l’influenza reciproca tra Jacopo e i suoi figli, evidenziando come il dialogo artistico e familiare abbia contribuito a plasmare il Rinascimento veneziano.

La mostra offre uno sguardo approfondito sulle dinamiche di una bottega familiare nel contesto rinascimentale veneziano. Mons. Bortolo Uberti, Prevosto di Lecco, sottolinea come queste relazioni siano caratterizzate da un dialogo fecondo e uno scambio di conoscenze tra generazioni, un modello che si riflette anche nelle moderne imprese familiari italiane.
“Relazioni di dialogo e confronto fecondo, come anche oggi succede in ogni famiglia. – afferma il Prevosto di Lecco – Relazioni contrassegnate da uno scambio di saperi tra generazioni, come accade anche in moltissime delle aziende famigliari che costituiscono il tessuto imprenditoriale del nostro Paese. È uno scambio generativo, perché da questo dialogo tutti escono arricchiti”.
Simona Piazza, Vicesindaco e Assessore alla Cultura del Comune di Lecco, evidenzia l’importanza di portare in città una famiglia artistica esemplare come i Bellini, simbolo non solo di eccellenza artistica ma anche di valori familiari fondamentali per la costruzione della persona e del cittadino:
“È importante per l’Amministrazione, in un momento di profondi cambiamenti, ribadire l’importanza del nucleo famigliare come base del nostro modo di associarsi, primo tassello di quella che è la costruzione della persona e del cittadino, portando in città una famiglia esemplare, quella dei Bellini, che rappresenta, in più, “la famiglia” esemplare per la tradizione occidentale, con opere che alla loro costruzione materiale aggiungono l’afflato spirituale nelle singole rappresentazioni”.

Un’opera chiave per comprendere Giovanni Bellini
Il curatore Giacomo Alberto Calogero descrive la “Madonna col Bambino” di Giovanni Bellini come una pietra miliare per ricostruire la sua attività giovanile.
“La Madonna col Bambino del Pinacoteca Malaspina di Pavia, oltre a essere una primizia smagliante di Giovanni Bellini, è uno dei punti fermi per ricostruire la sua attività giovanile”, commenta il curatore. “Questa straordinaria opera d’esordio, orgogliosamente rivendicata con una firma in buoni caratteri latini («IOANNES BELLINVS P») iscritta in un finto cartellino, fu dipinta in anni assai verdi, quando Giovanni lavorava ancor sotto l’egida amorevole del padre. Jacopesca è infatti la scelta di punteggiare il manto della Vergine con una miriade di grani d’oro, una tecnica che lo stesso Jacopo aveva ereditato da Gentile da Fabriano. Anche la grazia struggente e il tenero sentimentalismo che lega la madre al suo bimbo derivano dagli esempi sempre poetici di Jacopo, ma la diversa solidità di forme e il turgore plastico delle due figure, nonché certi riverberi “metallici”, appaiono chiaramente influenzati dagli esempi ormai famosi di Mantegna e degli altri seguaci di Donatello a Padova”.

Il legame con l’artigianato contemporaneo
La mostra include anche testimonianze di imprese artigiane contemporanee specializzate nella lavorazione di argilla, legno e ferro. Raccolte da Susanna De Maron, Giorgio Melesi e Laura Polo D’Ambrosio, queste esperienze mettono in luce come il rapporto tra generazioni continui a essere fondamentale per trasmettere saperi e innovare, proprio come avveniva nella bottega dei Bellini.
Anche quest’anno, “Capolavoro per Lecco” si avvale del prezioso contributo di volontari e di circa sessanta studenti delle scuole superiori lecchesi, coinvolti in un progetto di PCTO per accompagnare i visitatori nel percorso espositivo. La mostra resterà aperta fino all’8 marzo 2026 e prevede un laboratorio dedicato a scuole e bambini, oltre a una serie di eventi culturali e musicali.
Come da tradizione, l’evento è accompagnato da un catalogo ricco di approfondimenti e da un sito dedicato, che arricchiscono l’esperienza culturale e permettono di esplorare ulteriormente il mondo della famiglia Bellini e del Rinascimento veneziano.