NUOVA SVOLTA

Garlasco, scoop del Tg1 sull’analisi dei Ris: c’è una nuova orma sulle scale sotto l’impronta 33

La traccia sarebbe compatibile con l'impronta 33 già attribuita ad Andrea Sempio, attuale indagato per l'omicidio di Chiara Poggi

Garlasco, scoop del Tg1 sull’analisi dei Ris: c’è una nuova orma sulle scale sotto l’impronta 33

Chiuso l’incidente probatorio, su Garlasco siamo passati a una nuova fase. Le prove scientifiche sono ormai cristallizzate. Per chiudere anche la fase di indagini preliminari ora l’attenzione si sposta su altri due elementi cruciali. L’interpretazione della bloodstain pattern analysis eseguita con scanner laser dai Ris di Cagliari a inizio giugno nella villetta di via Pascoli e il lavoro dell’esperta forense Cristina Cattaneo che ha revisionato tutte le prove soprattutto circa la dinamica materiale dell’omicidio di Chiara Poggi. Due pezzi del puzzle fondamentali per dar modo alla Procura di decidere sull’eventuale rinvio a giudizio di Andrea Sempio, unico indagato in questa nuova inchiesta sul delitto di Garlasco.

Delitto di Garlasco

Nuova impronta insanguinata

Il caso di Chiara Poggi, la giovane uccisa il 13 agosto 2007 nella sua abitazione di via Pascoli a Garlasco, non smette di fornire colpi di scena. Durante l’edizione serale del Tg1 di domenica 21 dicembre 2025, è stato annunciato il ritrovamento di una nuova impronta insanguinata sulle scale della villetta, un elemento che potrebbe rafforzare le ipotesi della procura di Pavia.

L’impronta 33

La traccia rinvenuta sul gradino più alto della scala sarebbe compatibile con l’impronta numero 33, una mano trovata sul muro vicino al corpo della vittima. Secondo i consulenti della procura, Stefano Civardi e Giuliana Rizza, questa impronta sarebbe riconducibile ad Andrea Sempio, attualmente indagato per l’omicidio. La posizione e la distanza tra le due tracce sembrano suggerire che l’assassino sia rimasto a osservare la scena dall’alto, confermando così una delle teorie investigative.

La ricostruzione dell’assassino che guarda dall’alto il corpo di Chiara Poggi

Verifiche antropometriche

Per approfondire la compatibilità tra le tracce e l’indagato, l’anatomopatologa Cristina Cattaneo ha effettuato nelle ultime settimane una serie di misurazioni antropometriche su Sempio. Questi dati serviranno a stabilire se le dimensioni degli arti e del corpo corrispondano alle impronte di sangue trovate, in particolare alla numero 33.

Questa nuova impronta si aggiunge a quelle già individuate nel corso degli anni, tra cui un’altra traccia di scarpa insanguinata sempre sul gradino più alto della scala. L’insieme di questi elementi potrebbe fornire nuovi spunti per chiarire le dinamiche del delitto.

L’impronta 33

L’ora della morte

L’inchiesta bis sull’omicidio di Chiara Poggi si concentra però su un altro punto fondamentale: l’esatto orario della morte. La Procura ha affidato una nuova consulenza alla dottoressa Cristina Cattaneo per riesaminare le ferite della vittima e stabilire se l’aggressione sia avvenuta in più fasi. Questa nuova analisi mira a determinare se Chiara abbia tentato di difendersi, un dettaglio che potrebbe ampliare la finestra temporale del delitto rispetto a quella, estremamente ridotta, finora considerata dai giudici.

Secondo la sentenza che ha portato alla condanna definitiva di Alberto Stasi, l’aggressione mortale si sarebbe consumata in circa 18 minuti, tra le 9:12 e le 9:35 del mattino. Questa ricostruzione si basava sul fatto che l’allarme di casa era stato disattivato in quel lasso di tempo e che, subito dopo, Stasi si era messo al computer per lavorare alla tesi. Tuttavia, i nuovi accertamenti ipotizzano che la morte possa essere avvenuta più tardi, probabilmente tra le 11:00 e le 11:30, suggerendo che la vittima possa aver lottato contro il suo assassino in un arco di tempo più ampio.

Impronta 33

Questa tesi sarebbe supportata anche da uno squillo telefonico ricevuto da Chiara alle 9:45, orario in cui, secondo la ricostruzione dei 18 minuti, la ragazza sarebbe già dovuta essere morta. Uno spostamento dell’orario in avanti cambierebbe totalmente lo scenario: la posizione di Alberto Stasi verrebbe riconsiderata, poiché in quell’orario risulta essere stato impegnato al computer. Al contrario, questa nuova finestra temporale aggraverebbe la posizione di Andrea Sempio, il trentasettenne attualmente indagato, che si trovava certamente a Garlasco in quel lasso di tempo senza possedere un alibi.

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