CANTIERI STRADALI

Il ponte di barche di Bereguardo chiuso per otto mesi: via al maxi-cantiere per un restyling completo

Dal 9 dicembre parte la chiusura totale del collegamento sul Ticino: lavori da oltre 3 milioni per un ponte rinnovato ma fedele alla sua storicità

Il ponte di barche di Bereguardo chiuso per otto mesi: via al maxi-cantiere per un restyling completo

Il Ponte di Barche di Bereguardo chiuderà il 9 dicembre 2025 per un maxi-intervento di rigenerazione da oltre 3 milioni di euro, che durerà otto mesi e mira a sostituire i vecchi “tamponi” con un rinnovamento radicale, preservando l’assetto storico. Riapertura prevista per luglio 2026.

Ponte di Barche chiuso 8 mesi

Una chiusura di otto mesi, la più lunga della sua storia recente, segnerà l’inizio della rigenerazione totale del celebre Ponte di Barche di Bereguardo (foto di copertina). Il collegamento, vitale tra il Pavese e la Lomellina attraverso il fiume Ticino, chiuderà al transito il prossimo 9 dicembre 2025 per consentire un intervento radicale, atteso da decenni.

Dimenticate gli interventi-tampone e le chiusure estemporanee: l’obiettivo è garantire sicurezza e futuro a questa infrastruttura unica. La riapertura è programmata per il 20 luglio 2026, a condizione che le piene del fiume e le condizioni meteorologiche permettano il regolare svolgimento dei lavori.

Il progetto

L’ambizioso progetto rappresenta una svolta decisiva, ponendo fine a un ciclo di manutenzioni ordinarie e straordinarie che costavano alla Provincia mediamente oltre 150mila euro all’anno.

Il cantiere, del valore di oltre 3 milioni di euro, prevede una fase iniziale di pulizia e rimozione dei detriti, seguita dall’allestimento e dalla successiva opera di smantellamento e rigenerazione delle componenti. Nonostante il rinnovamento, l’impegno è di mantenere intatto l’assetto storico di ponte di barche, preservandone l’identità unica. Tutte le imbarcazioni, infatti, saranno smontate e trasferite per il recupero in un’officina appositamente dedicata.

L’intera impalcatura stradale, inoltre, non verrà semplicemente riparata, ma distrutta e completamente ricostruita impiegando materiali innovativi, abbandonando quindi il modello attuale basato su lamiera e legno.

“Lavori radicali”

Il presidente della Provincia, Giovanni Palli, ha sottolineato l’importanza strategica della decisione, che ha scongiurato l’ipotesi della chiusura definitiva, ventilata più di dieci anni fa:

“Invece di rassegnarci alla chiusura, abbiamo scelto di investire, recuperando tutte le risorse necessarie e costruendo, passo dopo passo, le autorizzazioni con AIPo, Parco del Ticino e Soprintendenza. Oggi stiamo avviando lavori radicali che daranno nuova vita al ponte, con benefici strutturali e di sicurezza per tutto il territorio”.

Giovanni Palli

Grande soddisfazione è stata espressa dal comitato civico “Ticino 2000”, da anni in prima linea per monitorare le condizioni del ponte e sollecitare un intervento completo.

“Finalmente non si dovranno più fare le montagne russe”, ha commentato il portavoce del comitato, Carlo Maiocchi, che guarda già al futuro: “Speriamo che, una volta riaperto, il ponte venga costantemente controllato attraverso telecamere di videosorveglianza, in modo da evitare il passaggio di mezzi con portata superiore a quella consentita. Siamo fiduciosi che tutto proceda per il meglio”.

Preoccupazioni tra le attività commerciali

Nonostante l’entusiasmo per il progetto di riqualificazione, si registrano preoccupazioni tra le attività commerciali della zona. I commercianti temono infatti che una chiusura così estesa nel tempo possa avere ripercussioni negative significative sui loro guadagni, data l’importanza del ponte come via di collegamento e transito di potenziali clienti.