Cristiano D’Arena, titolare di Esedil e Cr Service, è indagato nell’inchiesta sul “Sistema Pavia” per presunte vendite di auto a prezzi agevolati ai magistrati in cambio di contratti per intercettazioni. I pm di Brescia hanno sequestrato telefoni e computer (foto di copertina: profilo Facebook Cristiano D’Arena)
Sistema Pavia, indagato Cristiano D’Arena
L’inchiesta sul cosiddetto “Sistema Pavia”, condotta dai pm di Brescia, si amplia con un nuovo protagonista: Cristiano D’Arena. L’imprenditore è titolare della società Esitel, che per anni ha fornito servizi di intercettazione alla Procura di Pavia, e della Cr Service, azienda che ha messo a disposizione le auto necessarie alle indagini della stessa Procura.
Secondo l’accusa, D’Arena avrebbe fornito favori ai magistrati, in particolare vendendo veicoli a prezzi inferiori a quelli di mercato, in cambio di affidamenti esclusivi per contratti di intercettazione e noleggio auto. L’inchiesta coinvolge già due ex magistrati pavesi: Mario Venditti, ex procuratore aggiunto, e Paolo Mazza, ex pm ora trasferito a Milano.
Circa un mese fa, i pm di Brescia hanno eseguito una perquisizione presso le sedi e le abitazioni di D’Arena, sequestrando telefoni e computer.
Le accuse
Le contestazioni principali riguardano tre automobili: un’Audi Q5 venduta a Venditti per circa 20mila euro, una Mercedes acquistata da Mazza e poi rivenduta alla società di D’Arena, e una Bmw ceduta a un carabiniere forestale (Antonio Scoppetta) per 8mila euro. Secondo l’accusa, queste vendite costituivano la contropartita per ottenere affidamenti di servizi di intercettazione e noleggio auto.
Oltre alle vendite di auto, l’indagine evidenzia anche presunti benefici concessi ai magistrati, come pranzi in ristoranti e lavori di manutenzione gratuiti sulle auto. I pm ritengono che tali favori siano stati dati in cambio di affidamenti pressoché esclusivi alla società Esitel (con sede a Milano) per le intercettazioni e alla Cr Service per il noleggio dei veicoli, anche quando l’utilizzo non era direttamente legato alle indagini.
Nessun collegamento con Garlasco
L’avvocato difensore di D’Arena, Andrea Omini di Milano, ha chiarito che l’indagine non riguarda l’operatività della società nelle intercettazioni, limitandosi invece alla vendita delle auto. L’imprenditore ha collaborato con le autorità fornendo le password dei dispositivi sequestrati e ha rinunciato al ricorso al Riesame, scelta motivata dalla volontà di analizzare prima gli atti d’accusa. L’avvocato difensore ha inoltre precisato che l’indagine che coinvolge il suo assistito non ha alcun collegamento con l’inchiesta bis sulla vicenda di Garlasco.