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Riso lombardo, raccolto in calo del 10%: pesa il clima e la concorrenza estera

Grandine, temperature anomale e importazioni a basso costo mettono in difficoltà i produttori pavesi. Coldiretti: “Agricoltura in prima linea contro i cambiamenti climatici"

Riso lombardo, raccolto in calo del 10%: pesa il clima e la concorrenza estera

La raccolta del riso in Lombardia chiude con un calo del 10% a causa di grandine e sbalzi termici, nonostante buona qualità e rese. Coldiretti denuncia anche il crollo dei prezzi dovuto all’aumento delle importazioni e ai costi di produzione sempre più alti.

Riso lombardo, raccolto in calo del 10%

Doveva essere una stagione positiva per il riso lombardo, ma la raccolta 2025 rischia di chiudersi con un calo di circa il 10% rispetto a un’annata media. Lo segnala una prima rilevazione di Coldiretti Lombardia, diffusa in occasione del convegno “Il futuro del riso inizia con l’acqua. Agricoltura e cambiamento climatico: strategie per uno sviluppo sostenibile”, organizzato da Coldiretti Pavia. Nonostante le rese e la qualità dei chicchi restino buone, il bilancio complessivo della campagna non soddisfa pienamente gli agricoltori.

Clima impazzito e grandine

Come riportato in un comunicato stampa, a pesare sui risultati è stato soprattutto il meteo. Le grandinate che hanno colpito alcune aree del Milanese a raccolta già iniziata e le forti escursioni termiche di fine estate hanno compromesso la maturazione delle piante.

“Prima del taglio la produzione sembrava ottimale, ma alla fine abbiamo dovuto constatare un calo di almeno il 10% rispetto alla norma”, racconta Ambrogio Cazzaniga, risicoltore di Rosate. “Chi è stato colpito dalla grandine ha avuto perdite ancora più gravi, anche se le rese restano buone, meglio dello scorso anno”.

Pavia, produzione altalenante tra le varietà

Anche nella provincia di Pavia, cuore della risicoltura lombarda, la situazione è molto variegata.

“L’andamento cambia da una varietà all’altra – spiega Silvia Garavaglia, presidente di Coldiretti Pavia – ma in generale la quantità di riso raccolto è inferiore alle aspettative, mentre qualità e rese sono positive”.

Secondo Coldiretti, questa diversità di risultati conferma quanto il settore agricolo sia direttamente esposto agli effetti dei cambiamenti climatici, più di qualunque altra attività economica.

Silvia Garavaglia, Presidente di Coldiretti Pavia, durante il suo intervento

Prezzi in caduta libera e importazioni record

Oltre al clima, i produttori devono fronteggiare la pressione del mercato internazionale. Le importazioni di riso straniero sono aumentate del 10% nei primi sette mesi dell’anno, con un effetto diretto sul crollo dei prezzi del riso italiano. Le quotazioni all’origine per le varietà più note, come Carnaroli e Arborio, sono scese da 1-1,10 euro al chilo a 60-70 centesimi, quasi la metà in pochi mesi.

A rendere la concorrenza ancora più sleale, il fatto che il 60% del riso importato goda di tariffe agevolate e il 50% arrivi già confezionato. Coldiretti avverte anche dei rischi legati alla revisione del Regolamento sul Sistema delle Preferenze Generalizzate (SPG), che potrebbe introdurre una clausola di salvaguardia troppo debole per proteggere la filiera europea.

L’ombra dell’accordo Ue-Mercosur

Preoccupazioni arrivano anche dal negoziato tra Unione Europea e Paesi del Mercosur, che prevede l’ingresso in Europa di 60 milioni di chili di riso a dazio zero. Un colpo durissimo per il comparto, secondo Coldiretti, perché i produttori sudamericani operano con regole, costi e controlli ambientali molto diversi: utilizzano fitofarmaci vietati in Europa e beneficiano di manodopera a basso costo.

Costi in aumento e margini sempre più stretti

Come se non bastasse, gli agricoltori devono fare i conti con spese di produzione in crescita. Fertilizzanti, carburante ed energia hanno registrato aumenti a doppia cifra negli ultimi anni, alimentati dalle tensioni internazionali e dai conflitti in corso, che mantengono i costi ben al di sopra dei livelli pre-pandemia.

“Tra clima, concorrenza estera e costi alle stelle, la sopravvivenza di molte aziende agricole è a rischio”, conclude Coldiretti, che chiede politiche europee più eque e misure di tutela concrete per la risicoltura italiana.