CRONACA

I Carabinieri alla Procura di Brescia: “Il caso Garlasco va affrontato come terrorismo o mafia”

La Procura di Brescia acquisisce tabulati telefonici per ricostruire i presunti legami tra gli ex carabinieri, della “squadra” di Venditti a Pavia, e la famiglia Sempio

I Carabinieri alla Procura di Brescia: “Il caso Garlasco va affrontato come terrorismo o mafia”

Il delitto di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nell’agosto 2007, torna al centro dell’attenzione giudiziaria con un’ottica inedita.

Delitto di Garlasco trattato come terrorismo o mafia

I carabinieri del Nucleo investigativo di Milano hanno infatti chiesto alla Procura di Brescia di considerare la vicenda non solo come omicidio, ma anche alla luce di ipotesi più ampie: terrorismo internazionale, mafia, stragi o guerra civile.

La richiesta riguarda la presunta corruzione di Mario Venditti, finalizzata a favorire Andrea Sempio nel 2017, che oggi coinvolge anche Giuseppe Sempio, padre di Andrea, come presunto corruttore.

I tabulati telefonici

Il 16 luglio 2025, i militari hanno chiesto l’acquisizione dei tabulati di 16 utenze telefoniche intestate a ex carabinieri della “squadra” di Venditti a Pavia, tra cui Silvio Sapone, Giuseppe Spoto e Antonio Scoppetta, quest’ultimo già condannato a quattro anni e mezzo per stalking e corruzione nell’inchiesta “Clean”. L’obiettivo è raccogliere dati di traffico telefonico e telematico fino a sei anni indietro, grazie alla normativa italiana ed europea anti-terrorismo, andando oltre i limiti imposti dalla legge sulla protezione dei dati personali.

La strategia investigativa

L’indagine mira a ricostruire l’intero arco temporale dal 2014, quando Venditti divenne aggiunto a Pavia, fino al 2019, includendo periodi successivi alla prima archiviazione di Sempio nel 2017. I carabinieri hanno predisposto un piano in due fasi: una copia forense dei telefoni sequestrati e l’analisi approfondita dei dati per individuare eventuali versamenti di denaro agli inquirenti e contatti sospetti tra la famiglia Sempio e gli ex vertici della Procura e della polizia giudiziaria di Pavia.

L’estrazione dei dati

L’operazione sarà condotta dall’esperto di informatica forense Matteo Ghigo nello studio DIFOB di Pinerolo. L’attività prevede la creazione di una copia-mezzo dei dati, che ne garantirà l’integrità e consentirà agli investigatori di Brescia di analizzarli entro un mese e mezzo. L’esperto utilizzerà strumenti avanzati per recuperare file cancellati e conversazioni di WhatsApp e Telegram in modo accessibile per le indagini.

Si tratta di un modo per la Procura di Brescia per verificare possibili flussi di denaro attraverso terzi e altri canali utilizzati dalla famiglia Sempio per influenzare le indagini.

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