CRONACA

Da Garlasco a Reggio Calabria: Massimo Lovati chiamato a deporre nel processo ‘Ndrangheta Banking’

L’ex avvocato di Andrea Sempio dovrà chiarire i presunti prestiti ottenuti da persone vicine alle cosche il prossimo 18 dicembre in tribunale

Da Garlasco a Reggio Calabria: Massimo Lovati chiamato a deporre nel processo ‘Ndrangheta Banking’

L’avvocato Massimo Lovati, ex difensore di Andrea Sempio nel caso Garlasco, sarà ascoltato il 18 dicembre 2025 nel processo “’Ndrangheta Banking” a Reggio Calabria. Dovrà chiarire presunti legami finanziari con soggetti vicini alle cosche calabresi.

Massimo Lovati: da Garlasco a Reggio Calabria

È fissato per il 18 dicembre 2025 l’appuntamento al Tribunale di Reggio Calabria, dove a prendere la parola sarà l’avvocato Massimo Lovati, noto al grande pubblico per essere stato il legale di Andrea Sempio nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco. La sua presenza in aula promette di catalizzare l’attenzione dei media, non solo per il rilievo del processo ma anche per le recenti polemiche che lo hanno riportato sotto i riflettori.

Il contesto dell’inchiesta

Come riportato da TGR Lombardia, il procedimento in cui Lovati dovrà deporre, ribattezzato “’Ndrangheta Banking”, nasce da un’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria che avrebbe messo in luce presunti intrecci finanziari tra imprenditori del Nord Italia e ambienti legati alla criminalità organizzata calabrese.

Al centro del dossier, flussi di denaro, prestiti sospetti e operazioni bancarie che, secondo gli inquirenti, avrebbero favorito gli interessi economici delle cosche.

Prestiti e assegni scoperti

A destare stupore è la presenza di Lovati in questo scenario giudiziario. Solo qualche giorno fa, in una trasmissione televisiva, l’avvocato aveva affermato di non possedere neppure un conto corrente. Eppure, secondo quanto emerso dalle indagini, oltre quindici anni fa avrebbe ottenuto prestiti da soggetti vicini ai clan, emettendo assegni poi risultati scoperti.

Lovati era già stato convocato lo scorso 9 ottobre per testimoniare nel processo che portò all’arresto di esponenti dei clan Pesce-Bellocco di Rosarno e Condello di Archi, ma non si era presentato per “impegni professionali“. Ora, sedici anni dopo i fatti contestati, l’avvocato dovrà comparire davanti ai giudici per chiarire il suo ruolo e i rapporti con gli imputati.

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