“Casa subito, casa subito!”.
Il coro degli attivisti dell’Assemblea per il diritto alla casa ha riecheggiato ieri mattina, 11 ottobre 2025, davanti alla Prefettura di Pavia. Dopo una prima tappa in Consiglio comunale e una seconda sotto la sede di Aler, il gruppo è tornato a manifestare per denunciare la situazione abitativa definita “drammatica e destinata a peggiorare”.
Emergenza casa a Pavia: “Ristrutturate gli alloggi vuoti”
I manifestanti hanno scelto piazza Guicciardi per ribadire le proprie richieste: rendere agibili gli alloggi popolari sfitti e aumentare gli investimenti pubblici per contrastare l’emergenza. I numeri, secondo gli attivisti, parlano da soli: circa 700 famiglie in lista d’attesa per una casa popolare, ma nel 2024 solo 17 assegnazioni effettive da parte di Aler.
Proprio nelle prossime ore il Consiglio comunale discuterà una variazione di bilancio che prevede uno stanziamento di 800mila euro per la ristrutturazione di alcuni appartamenti. Una cifra, secondo i manifestanti, del tutto insufficiente.
“Servirebbero almeno 4 milioni – afferma Alberto De Lorenzis dell’Assemblea –. Ci sono 173 alloggi comunali che restano vuoti perché inagibili e oltre 500 di Aler solo nel territorio di Pavia, 900 se si considera anche la provincia di Lodi. Se fossero sistemati e messi a disposizione, ogni famiglia in graduatoria avrebbe finalmente una casa”.
L’Assemblea denuncia anche una gestione “poco trasparente” del patrimonio abitativo e casi di contraddizioni nella gestione degli assegnatari. “Riceviamo segnalazioni di appartamenti ristrutturati che rimangono chiusi e di persone che vivono accanto ad abusivi che non vengono allontanati. In un caso – racconta De Lorenzis – un’inquilina è vittima di minacce continue, ma invece di allontanare chi le crea problemi, le è stato proposto di lasciare l’alloggio”.
Ricevuti dal prefetto
I rappresentanti del movimento sono stati ricevuti dal prefetto vicario, Giuseppe Sinacori, che ha ascoltato le istanze del gruppo e assicurato l’apertura di un tavolo di confronto per affrontare i nodi principali: la gestione degli alloggi, la sicurezza degli assegnatari e i tempi dei lavori di manutenzione.
La mobilitazione, assicurano gli attivisti, non si ferma qui.
“Non chiediamo miracoli – concludono dall’Assemblea – ma un piano serio per rendere vivibili le case che già esistono. Lasciarle vuote mentre centinaia di famiglie aspettano è una sconfitta per tutta la città”.