CRONACA

Caporalato, chiesto il commissariamento per Tod’s: nel mirino anche uno stabilimento a Vigevano

La società non è indagata ma avrebbe omesso controlli. Gli inquirenti: "Condizioni di lavoro ottocentesche"

Caporalato, chiesto il commissariamento per Tod’s: nel mirino anche uno stabilimento a Vigevano

Anche lo stabilimento con sede a Vigevano sotto la lente di ingrandimento della Procura, che chiede il commissariamento della società Tod’s.

Caporalato e commissariamento Tod’s: coinvolta Vigevano

Anche la provincia di Pavia finisce nel mirino della Procura di Milano, che ha chiesto il commissariamento per il gruppo Tod’s in relazione a presunte condizioni di presunto sfruttamento dei lavoratori in alcuni stabilimenti che operano per la società di Andrea e Diego Dalla Valle.

A Vigevano infatti si trova uno dei quattro stabilimenti finiti sotto la lente d’ingradimento degli inquirenti, che hanno definito le condizioni di lavoro “ottocentesche”.

Gli altri tre opifici nei confronti dei quali sono in corso accertamenti, si trovano invece a Baranzate, in provincia di Milano, e due nelle Marche.

All’interno dei quattro laboratori, tra cui appunto pure quello con sede a Vigevano, sarebbero stati realizzati sia divise da lavoro sia prodotti da mettere in vendita nei negozi.

In ogni caso, per il momento la società Tod’s non sarebbe stata indagata, ma sarebbe finita nell’inchiesta per episodi di mancato controllo sulla filiera produttiva.

“Paghe da fame e condizioni ottocentesche”

Dal canto loro i pm nella documentazione prodotta parlano di “paghe da fame” a fronte di “lavoro notturno e nei fine settimana”, “condizioni di lavoro ottocentesche”, “stabilimenti dove si lavora, si mangia e si dorme”, “macchinari privi di sistemi di sicurezza”, “luoghi di lavoro fatiscenti”: tutto ciò, secondo le tesi degli inquirenti, per aumentare la produzione e la produttività da parte dei lavoratori di nazionalità cinese.

Finita nell’occhio del ciclone, in ogni caso, Tod’s non ha tardato a replicare e a spiegare le proprie posizioni, affermando di essere “estranea” ai fatti, di operare “controlli in modo costante” e, in pratica, sostenendo che avrebbe potuto spiegare la situazione se contattata già mesi fa.

(foto di copertina: il tribunale di milano – foto wikipedia – paolobon140)