Cinque persone sono state raggiunte da misure cautelari e sequestri per 720mila euro per presunta frode nella gestione di centri d’accoglienza per richiedenti asilo. La cooperativa Desy, operante anche in provincia di Pavia, avrebbe falsificato fatture e privato gli ospiti di servizi essenziali, intascando rimborsi dallo Stato.
Frode nei centri d’accoglienza
Cinque misure cautelari personali e un sequestro preventivo di beni per oltre 720mila euro hanno colpito la cooperativa sociale Desy, operante anche a Pavia e provincia, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura di Pistoia. Gli indagati sono accusati di concussione, frode nelle pubbliche forniture, truffa aggravata e falsi ideologici.
L’operazione, come riportato in un comunicato stampa diffuso dai Nas di Firenze in data odierna, 1 ottobre 2025, è stata condotta dai Nas di Firenze insieme al Comando provinciale dei Carabinieri di Salerno e ha interessato diverse strutture della cooperativa, tra cui centri a Montù Beccaria, Santa Maria della Versa e nella città di Pavia.
Le indagini
L’indagine ha preso il via nel dicembre 2023, quando i Nas, insieme ai carabinieri di Pistoia, hanno ispezionato il Cas ex Hotel Giardini a San Marcello Piteglio (PT), dopo segnalazioni di gravi carenze igienico-sanitarie. Gli investigatori hanno trovato ambienti sporchi, con muffe, liquami e rischi evidenti per la salute degli ospiti. La Prefettura di Pistoia, con il via libera del Ministero dell’Interno, ha disposto lo sgombero e la ricollocazione dei richiedenti asilo.
Servizi non erogati
Dalle verifiche sulle convenzioni stipulate con la Prefettura, la cooperativa avrebbe dovuto fornire cibo, assistenza sanitaria, mediazione linguistica, alfabetizzazione, supporto psicologico e pocket money. Le testimonianze raccolte hanno invece evidenziato gravi mancanze: il pocket money era erogato solo in parte, le lezioni di lingua e i materiali didattici mancavano, così come l’informativa legale e i servizi sociali e psicologici.
Attestati servizi mai svolti
Gli investigatori hanno scoperto che la Desy attestava servizi mai svolti. Alcuni richiedenti asilo sono stati persino costretti a firmare fogli di presenza falsi, sotto minaccia di espulsione o sospensione del vitto, e alcuni sono rimasti fino a dieci giorni senza cibo.
Irregolarità anche a Pavia
Come già detto, le indagini hanno coinvolto anche altri centri gestiti dalla Desy, tra le province di Pavia, Salerno, Avellino e Arezzo. In tutte queste strutture sono state riscontrate carenze simili: assenza di cibo, degrado igienico e abbandono dei richiedenti asilo.
Dall’analisi documentale è emerso che la società presentava le stesse fatture a più Prefetture, ottenendo rimborsi duplicati. Tra il 2022 e il 2024, la Desy avrebbe così incassato oltre 1,2 milioni di euro per servizi mai erogati.
Sequestro di beni
Oltre alle cinque misure cautelari, la Procura ha disposto anche il sequestro di beni per 720.579,87 euro, ritenuti profitto diretto dei reati. Gli indagati sono un 47enne, ritenuto l’amministratore di fatto della Desy, la moglie e amministratore di diritto (48 anni), due collaboratrici di 47 anni e 37 anni, e un collaboratore 58enne.