Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma, ha rinunciato all’incarico di consulente tecnico di Andrea Sempio, indagato per il delitto di Garlasco, motivando la decisione per “divergenze con la difesa sulle strategie scientifiche da adottare”.
Garofano abbandona il caso Garlasco
Una rinuncia inattesa scuote la nuova inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi avvenuto a Garlasco nell’agosto del 2007. Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma ed esperto di investigazioni scientifiche, ha annunciato di aver lasciato l’incarico di consulente tecnico di Andrea Sempio, finito nuovamente sotto indagine da parte della Procura di Pavia.
“Divergenze con la difesa”
Garofano ha spiegato la sua scelta in una nota ufficiale motivandola con “Divergenze con la difesa”, ossia gli avvocati Massimo Lovati e Angela Taccia. La decisione nasce dalla mancata condivisione da parte della difesa dei suoi suggerimenti tecnico-scientifici relativi allo svolgimento dell’incidente probatorio e all’eventuale estensione dei temi oggetto di perizia.
“Ritengo che siano venuti meno i presupposti per il mantenimento dell’incarico”, ha dichiarato l’ex comandante, precisando che il suo passo indietro non è legato alla posizione di Sempio, che a suo avviso meriterebbe di essere scagionato “sulla scorta delle evidenze scientifiche acquisite”.
Il nodo dell’incidente probatorio
Il confronto tecnico con la difesa si sarebbe arenato su aspetti cruciali legati all’incidente probatorio, una fase delicata dell’inchiesta che mira a consolidare le prove prima del processo. In particolare, il disaccordo riguarderebbe la portata delle analisi sul DNA e sull’impronta palmare ritrovata in casa Poggi. Garofano avrebbe spinto per un ampliamento delle verifiche, mentre i legali di Sempio avrebbero preferito una linea difensiva più circoscritta.
Le divergenze scientifiche
Non è la prima volta che l’ex comandante dei Ris assume una posizione critica sulle indagini. Garofano aveva già espresso dubbi sulla validità di alcuni reperti, in particolare sull’attribuzione del DNA sotto le unghie di Chiara Poggi e sull’attendibilità dell’impronta palmare, che a suo giudizio potrebbe non essere stata lasciata con sangue. Le sue indicazioni puntavano a un’analisi più approfondita e allargata, volta a individuare possibili contaminazioni o incongruenze.
Le accuse mediatiche
Nella sua nota Garofano ha anche respinto con fermezza gli attacchi ricevuti negli ultimi giorni, legati a un pagamento risalente al 2017. Si tratta, ha precisato, di 5mila euro per una consulenza genetico-forense commissionata dai difensori di Sempio.
“Si trattò di prestazioni professionali regolarmente fatturate”, ha chiarito, annunciando di aver dato mandato ai propri legali di procedere per vie giudiziarie contro chi ha ipotizzato irregolarità.