L’ex procuratore di Pavia Mario Venditti si è dimesso dalla presidenza del Casinò di Campione d’Italia dopo essere stato indagato a Brescia per presunta corruzione nel caso Garlasco. Secondo l’accusa avrebbe ricevuto denaro per favorire Andrea Sempio.
Le dimissioni dal Casinò
Mario Venditti, ex procuratore capo di Pavia, ha rassegnato le dimissioni da presidente e membro del Consiglio di amministrazione del Casinò di Campione d’Italia. La decisione arriva dopo l’iscrizione nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta di Brescia sul caso Garlasco. La Casa da Gioco ha fatto sapere di essere stata “informalmente informata” della scelta, ribadendo la “totale estraneità” della struttura alle accuse e riconoscendo a Venditti “professionalità e competenza” nello svolgimento dell’incarico.
Soldi per favorire Sempio
Secondo la procura bresciana, l’ex magistrato avrebbe ricevuto tra i 20 e i 30 mila euro per favorire Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi e più volte archiviato dalle indagini. Ora Sempio è nuovamente indagato per l’omicidio della giovane di Garlasco. Venditti respinge ogni accusa, ribadendo di non aver mai percepito denaro durante tutta la sua carriera.
Il legale di Venditti ha annunciato l’intenzione di impugnare il decreto di perquisizione e sequestro disposto lo scorso 26 settembre.
“Venditti/gip archivia x 20-30 euro”
Le perquisizioni, eseguite venerdì scorso, hanno riguardato nove persone, tra cui lo stesso Venditti, Andrea Sempio, i genitori Giuseppe Sempio e Daniela Ferrari, altri familiari e due ex carabinieri in congedo. Gli inquirenti hanno sequestrato dispositivi elettronici, documenti e disposto verifiche sui movimenti bancari.
Tra gli elementi acquisiti figurano vecchie intercettazioni e un appunto del 2016 con la dicitura
“Venditti/gip archivia x 20-30 euro”,
attribuito in via provvisoria al padre di Andrea, Giuseppe Sempio. La difesa di Sempio ha chiesto una perizia calligrafica per verificarne l’autenticità.
“Gli accertamenti bancari condotti finora hanno dato esito negativo“, ha spiegato il legale di Venditti, “altrimenti sarebbero stati riportati nel provvedimento”.
Lovati: “Lo scoop di oggi fa ridere i polli”
Massimo Lovati, riguardo all’inchiesta, ha parlato nella giornata di venerdì a “la Vita in Diretta” su Rai Uno dichiarando:
“Un duro colpo, questa inchiesta, per Sempio? Tutt’altro… una carezza che non ci fa nè caldo, nè freddo. Fa ridere i polli l’idea che la famiglia di Sempio si metta a corrompere per 30mila euro un magistrato che guadagna 40mila euro al mese. Che senso aveva comprare un’archiviazione che io avevo comunque già in tasca?”.
Nel decreto di perquisizione viene citata anche un’intercettazione ambientale del febbraio 2017. Alla vigilia di un interrogatorio, Giuseppe Sempio avrebbe confidato al figlio che le domande erano già state anticipate, ipotizzando una fuga di notizie.
“Gliel’avevo dette io le risposte, sono stati intercettati subito dopo essere usciti dal mio studio. Io mi ero letto tutte le carte, avevo già capito che non c’era nulla, in quella indagine, sapevo benissimo che domande potessero fare ad Andrea e l’ho preparato a dare tutte le risposte”, conclude Lovati.
I flussi bancari
Le indagini economiche si concentrano su operazioni considerate anomale tra il 2016 e il 2017: assegni per oltre 40mila euro emessi da zie paterne di Andrea, prelievi in contanti per circa 35mila euro e ulteriori versamenti a parenti che avrebbero poi incassato le somme. Movimenti che, secondo gli investigatori, non corrisponderebbero alle abituali disponibilità economiche della famiglia.