A Vigevano, una donna è stata fermata dai Carabinieri grazie all’intervento del direttore di una banca, che sospettava una truffa durante un bonifico di 40mila euro per l’acquisto di un box auto. I truffatori utilizzavano la tecnica dello “spoofing” per ingannare le vittime simulando numeri di telefono affidabili.
Tentativo di truffa a Vigevano
Il 24 settembre 2025, intorno alle 12:30, i Carabinieri della Sezione Radiomobile di Vigevano sono intervenuti presso una banca del centro cittadino su segnalazione del direttore dell’istituto. La richiesta di aiuto era arrivata al NUE 112 a seguito di una possibile truffa in corso.
Il bonifico
La storia ha avuto inizio circa mezz’ora prima, quando una 45enne residente in città si è presentata allo sportello per effettuare un bonifico di 40mila euro destinato all’acquisto di un box auto a Vigevano. La dipendente bancaria, insospettita dall’importo elevato e dalla modalità insolita della transazione, ha chiesto maggiori dettagli, ma la donna si è mostrata reticente.
L’arrivo dei Carabinieri
Il direttore dell’istituto, sospettando un tentativo di raggiro, ha subito contattato i Carabinieri. Giunti sul posto, i militari sono riusciti a far parlare la donna, scoprendo che era pronta a completare la compravendita del box su indicazioni di un venditore conosciuto online, con bonifico immediato verso un iban fornito dal sedicente proprietario. Solo dopo un’ulteriore telefonata del truffatore la donna ha compreso di essere potenzialmente vittima di una truffa.
La tecnica dello “spoofing”
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i malviventi hanno utilizzato la tecnica dello “spoofing”, che permette di falsificare numeri di telefono e identità online, rendendoli apparentemente affidabili. Questo stratagemma consente di ingannare le vittime e ottenere dati sensibili o somme di denaro. In alcuni casi, il numero visualizzato può persino sembrare appartenere a enti istituzionali o alle forze dell’ordine, aumentando la credibilità della truffa.